‘ndrangheta

Processo ‘Imponimento’, al via la requisitoria

L’accusa ha ricostruito i contatti con la Svizzera del boss ‘ndranghetista Rocco Anello risalenti al 1998

L’aula bunker di Lamezia Terme
(Keystone)
22 agosto 2021
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Ricostruendo, nell’ambito del processo con il rito abbreviato che si sta celebrando nell’aula bunker di Lamezia Terme nei confronti di 69 imputati nelle prime due giornate di udienze, il quadro accusatorio dell’inchiesta ‘Imponimento’' contro i clan 'ndranghetisti del Vibonese, il pm antimafia Antonio De Bernardo della Dda di Catanzaro si è soffermato soprattutto sulla figura del presunto boss di Filadelfia Rocco Anello, 59enne, capo della cosca ’ndranghetista Anello-Fruci. Ha commentato per prima le singole intercettazioni (ce ne sono numerose anche con la Svizzera, Ticino compreso), per poi passare alle pressioni del clan sul territorio che dal Vibonese si estende al Lametino. Ricordiamo che sono 147 gli imputati, fra cui una ottantina gli arrestati; beni sequestrati per 170 milioni di euro, in parte anche in Svizzera.

Nel corso della requisitoria è emerso come Rocco Anello, nel corso degli anni, aveva allargato i propri orizzonti e i confini criminali fino alla Svizzera. Si è appreso che i primi segnali di questo allargamento erano arrivati dall’inchiesta ‘Gentleman’ condotta dalla Dda di Catanzaro, culminata l’11 marzo 2015 con l’arresto di 32 persone, e dalla quale erano emersi alcuni contatti telefonici tra Rocco Anello e due fratelli indicati come contatti residenti nel territorio elvetico, uno dei quali nel luganese, recentemente arrestato dalla Polizia federale e in attesa dell’estradizione. Un terzo sodale ‘svizzero’ è in carcere in Calabria.

Nel corso della requisitoria il pm De Bernardo si è soffermato sugli interessi della cosca guidata da Rocco Anello in Svizzera che andavano dal traffico di armi e droga allo spaccio di moneta falsa (soprattutto banconote da 50 euro), passando dalla gestione di attività commerciali (ristoranti, bar e night club) al traffico di valuta (dalla Svizzera alla Calabria). L’accusa ha quindi illustrato il ruolo dei ‘contatti’ calabresi residenti in Svizzera, quattro dei quali già sotto processo a Lamezia Terme. Altri due lo saranno a breve.

Una requisitoria quella del pm De Bernardo che riprenderà il prossimo 13 settembre, ma che già da ora si sa che continuerà anche il 17 settembre e dalla quale si attendono nuovi informazioni in grado di far piena luce sugli affari sporchi del clan Anello in Svizzera di cui si era iniziato a parlare nel 1998 in una inchiesta in cui Rocco Anello risultava implicato in un traffico di armi dalla Svizzera alla Calabria. Il prossimo 24 settembre, dinanzi al Tribunale collegiale di Lamezia Terme avrà inizio il processo con rito ordinario nei confronti di altri ottantina imputati. L’accusa a vario titolo è associazione a delinquere di tipo mafioso, associazione dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, riciclaggio, intestazione fittizia di beni, corruzione, estorsione con l’aggravante della mafiosità, turbativa d’asta, truffe e reati ambientali le ipotesi di accusa.

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