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'Animali in viaggio? Solo se la destinazione è adatta a loro'

Confermato l’aumento delle adozioni di cani durante la pandemia. Ora si pone il dilemma se portarli in vacanza o lasciarli in una struttura idonea

(Archivio Ti-Press)
12 luglio 2021
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«Se nel 2020, a causa del primo lockdown, le permanenze di animali nella nostra pensione erano praticamente pari a zero, quest’anno abbiamo visto un buon incremento. Quindi sì, la gente ha ricominciato a viaggiare e normalmente lascia il proprio animale in una pensione», queste le parole di Emanuele Besomi, presidente della Società protezione animali di Bellinzona (Spab). Durante la pandemia gli animali domestici hanno infatti goduto di una popolarità speciale, ma è anche vero che, con la stagione delle vacanze estive alle porte, i padroni devono chiedersi se vogliono portarli con sé o se invece intendono trovare un’altra soluzione. D’altro canto, questa tendenza ad acquistare un animale domestico che tenesse compagnia durante la crisi sanitaria è confermata anche da Besomi: «Per quanto riguarda i cani, le statistiche e i numeri parlano molto chiaro. Dal 2016 al 2020, in Ticino venivano mediamente registrati all’incirca seicento nuovi cani l’anno, nel 2021 invece, da gennaio a giugno, ne abbiamo già rilevati 680. In sei mesi abbiamo quindi già censito il quantitativo di cani nuovi che constatavamo normalmente su base annuale».

Ma vale la pena partire con il proprio amico a quattro zampe in vacanza? Stando a Besomi, la domanda centrale da porsi in questa situazione è quella di «capire se la destinazione coincide con il benessere dell’animale. Se per esempio i padroni mi dicono che intendono recarsi in un villaggio turistico o in una città, suggerisco di lasciare il proprio animale in un’apposita pensione». Bisogna in effetti ricordare che, a seconda dell’animale e della durata del soggiorno, vi sono regole ben precise da rispettare, il che comporta che partire in vacanza con il proprio amico a quattro zampe significa pianificare con cura il viaggio in anticipo. In effetti, «un altro fattore estremamente importante – prosegue Besomi – è quello di informarsi sulle normative sanitarie in vigore nel paese dove mi recherò. Normalmente, in Europa l’unica discriminante è di aver fatto il vaccino contro la rabbia, ma in altre nazioni sono anche previste delle quarantene».

Anche se in linea di principio cani e gatti possono essere trasportati in aereo seguendo le direttive delle singole compagnie o dell’autorità internazionale del trasporto aereo, Besomi ci spiega di sconsigliare di far volare gli animali, «a meno che non si tratti di una necessità, proprio perché questo tipo di spostamento rappresenta uno stress enorme». Perciò il soggiorno in un’apposita pensione potrebbe essere una soluzione più consona: «Noi accogliamo principalmente cani e gatti, ma abbiamo anche una parte più ridotta di piccoli animali, come conigli, porcellini d’india o uccellini. Ultimamente, la durata media del soggiorno si aggira tra i sette e i dieci giorni, fino a due settimane». In ogni caso, Besomi precisa che esiste una procedura che viene attuata per gli animali che non sono mai stati alla pensione della Spab, ovvero un giorno di prova per capire come reagiscono e per farli entrare in contatto con le nuove dinamiche. «L’importanza di questa giornata è di far capire all’animale domestico che il padrone l’ha lasciato da noi per un determinato lasso di tempo, ma che poi è ritornato a prenderlo. Questo ci è ugualmente utile per conoscere i suoi proprietari e la sua storia, anche se noi lavoriamo prevalentemente con gli ‘habitué’ che ci frequentano da anni. Parallelamente, osserviamo comunque anche un ricambio e di conseguenza arrivano sempre alcuni nuovi animali».

Il discorso è un altro se invece c’è la possibilità di viaggiare in macchina o in camper. «Quando è possibile fare tante soste e passeggiate – dice Besomi – fa anche piacere muoversi con il proprio animale, anche perché si tratta di un viaggio chiaramente meno invasivo rispetto alle loro abitudini». Va però tenuto conto che viaggiare in auto con un cane, un gatto o un piccolo animale sottostà sia alla legge sulla protezione degli animali, sia alla legislazione sulla circolazione stradale. Gli animali sono dunque considerati come un carico, il che presuppone che devono essere trasportati in modo sicuro affinché, durante il tragitto, non mettano in pericolo nessuno. Secondo un recente comunicato del Tcs, altri elementi da prendere in considerazione in tale circostanza sono che i cani e i gatti hanno un udito molto più sensibile rispetto a quello degli esseri umani, andrebbero dunque disattivati gli altoparlanti della vettura, che un animale non va mai lasciato solo nel veicolo e che questi ultimi devono sempre essere protetti dalle condizioni climatiche eccessive, come il caldo, il freddo, l’umidità e le correnti d’aria.

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