Ticino

Udc, cinque decreti per rinnovare la scuola ticinese

In mancanza di un’alternativa alla ‘Scuola che verrà’, il gruppo propone di modificare leggi e regolamenti per una scuola ‘conforme alle necessità reali’

(Ti–Press)
18 maggio 2021
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“Dopo aver atteso lungamente e vanamente che il Governo presentasse un’alternativa al progetto ‘La scuola che verrà’ – respinto nel 2018 dal popolo ticinese –, vogliamo agire proattivamente ed efficacemente”, scrive l’Udc, che propone cinque decreti legislativi presentando “una linea di rinnovamento della scuola ticinese rispettosa della volontà popolare e allo stesso tempo conforme alle necessità reali interne ed esterne al mondo scolastico, nonché adatta ad affrontare le sfide cui i giovani saranno confrontati nei prossimi decenni”. La forma scelta è quella delle iniziative elaborate “per permettere al Governo e al Parlamento di esprimersi il più velocemente possibile”, si legge nel comunicato.

Fra i punti toccati dai decreti, il riconoscimento di maggiore responsabilità e libertà per i docenti, un’accresciuta partecipazione dei genitori nella vita dell’istituto come pure la possibilità di scegliere in quale scuola del comprensorio mandare i figli. Un’altra richiesta è quella trasformare tutte le sedi di scuola pubblica in unità amministrative autonome: “Le sedi devono beneficiare di maggior autonomia nel gestire le varie situazioni e anche le griglie orarie non devono essere rigide. Ci sono specificità e differenze fra le scuole che vanno colte”, si legge nella terza iniziativa elaborata. Riguardo ai livelli nelle scuole medie l’Udc non desidera abolirli, ma crearne di qualitativamente diversi “in funzione di sbocchi differenti”. Nell’ultimo decreto proposto, il gruppo punta a “riproporzionare le competenze scolastiche, troppo neglette, con le competenze sociali, troppo enfatizzate, sia in quantità che in qualità”.

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