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Levatrici, figura importante ma poco considerata

La commissione parlamentare: ‘Auspicato un maggior riconoscimento del ruolo e una migliore comunicazione’

(Depositphotos)

Ansie, dubbi, paure e gioie. Tutte le famiglie, al momento dell’arrivo di un figlio, provano questi sentimenti, ma non sono sole. Accanto a loro c’è la figura della levatrice, ruolo che però va rafforzato. A chiederlo con una mozione, nel maggio dell’anno scorso, sono stati alcuni deputati al Gran Consiglio con prima firmataria la socialista Gina La Mantia. Il rapporto commissionale su tale mozione, firmato da Sara Imelli (Ppd) auspica "un maggior coinvolgimento delle levatrici nelle informazioni necessarie e nel riconoscimento del loro ruolo". Maggior coinvolgimento, sì, perché a numerose richieste della sezione ticinese della Federazione svizzera delle levatrici (Fsl–Ti), l’Ufficio del medico cantonale e quello del farmacista cantonale non hanno mai dato seguito o solo con tempi lunghi.

Materiale sanitario: ‘Non siamo state considerate nel contingente’

«All’inizio della pandemia da coronavirus non eravamo calcolate nelle figure di base, per cui quando c’era difficoltà nel reperire materiale non siamo state considerate nel contingente», spiega Francesca Coppa Dotti, co–presidente della Fsl–Ti. «Grazie a colloqui telefonici siamo riusciti a trovare un compromesso, ma l’interazione è sempre molto faticosa. Non riceviamo le comunicazioni ufficiali e della riapertura dei reparti di maternità presso gli ospedali di Locarno e Mendrisio ne siamo venute a conoscenza tramite i giornali».

Riguardo al materiale, la federazione ha sollevato altre perplessità: «Non ci è sembrato sensato il fatto che le levatrici indipendenti dovessero avere delle mascherine di tipo ffp2 in riserva quando le colleghe in sala parto non avevano il diritto di utilizzarle. Nemmeno quando la donna in travaglio era positiva al Covid–19», fa presente Coppa Dotti che aggiunge: «Non tutte le levatrici lavorano alla stessa percentuale, con il medesimo numero di pazienti, quindi i dispositivi individuali in riserva non possono essere gli stessi».

Il momento del parto è molto delicato e per una donna è importante poter contare sulla presenza di una persona di fiducia. A causa delle disposizioni sanitarie, alle partorienti positive al coronavirus non è però possibile essere accompagnate in sala parto. È pure vietato l’accesso a un’altra persona positiva. «L’idea di rimanere ‘sole’ in quel momento fa molta paura – dice la levatrice –. E noi possiamo solo dire che sono le regole. Ci piacerebbe però avere delle spiegazioni da parte delle autorità sanitarie, in modo da poter parlare in modo chiaro alla donna che stiamo seguendo». Per Coppa Dotti è necessario rendersi conto che l’arrivo di un figlio è un momento molto speciale della vita e che con piccoli aggiustamenti esso può essere vissuto in maniera serena nonostante la pandemia.

Figure di riferimento per le donne

Le levatrici, al riguardo, fanno molto e spesso sostituiscono le figure di riferimento che alcuni anni fa erano maggiormente presenti in una famiglia. «C’erano magari una zia, una sorella, una mamma, che con la loro esperienza sostenevano la donna. Ora le famiglie sono sempre più piccole e ‘isolate’, dunque il lavoro della levatrice diventa ancor più fondamentale», dice Francesca Coppa Dotti che spiega perché è importante rinforzare questo ruolo: «Ci occupiamo di donne sane e promuoviamo la salute di tutta la famiglia a partire dal concepimento fino al termine dell’allattamento. Con una presa a carico unicamente medica, si rischia di cercare principalmente quello che non funziona». Le gravidanze seguite totalmente in autonomia da una levatrice sono poche, spiega Coppa Dotti, ma si sta affermando sempre di più una presa a carico mista fra levatrice e medico: «Noi abbiamo l’autonomia di seguire tutte le situazioni fisiologiche, cioè normali, della mamma e del bambino. Deferendo al medico quando riscontriamo delle variazioni o problematiche».

Una presa a carico generale che include tutto il nucleo familiare: «Il nostro lavoro comprende un aspetto educativo, di accompagnamento e salute pubblica. L’arrivo di un bambino è un momento particolarmente recettivo per fare delle scelte che vanno nel senso di una migliore salute. Si è spinti e pronti a prendere delle decisioni che nella vita frenetica quotidiana non si prenderebbero. Un esempio può essere diminuire o smettere di fumare».

Una presenza importante, ribadita in occasione della giornata internazionale delle levatrici in calendario oggi. "I numeri parlano chiaro: rafforzando l’assistenza perinatale gestita dalle levatrici si potrebbero evitare dai due ai tre milioni di decessi in tutto il mondo da qui al 2035", comunica la Fsl.

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