Ticino

Gobbi: ‘Sulla sicurezza il pragmatismo regna sovrano’

Il presidente del governo ticinese stila il bilancio della tre giorni di incontri che ha avuto con alcuni ministri italiani a Roma, tra accordi e futuro

Foto: Ministero dello sviluppo economico italiano
20 aprile 2021
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Si è chiusa oggi la tre giorni di incontri su sicurezza, turismo, sviluppo economico e trasporti che ha vissuto a Roma il presidente del Consiglio di Stato ticinese Norman Gobbi il quale, appena finito il ‘briefing’ nella capitale italiana, raggiunto dalla ‘Regione’ mostra la sua soddisfazione. In particolare per «l’accordo tecnico che risolve le vertenze sorte nel 2020 relative allo scambio di informazioni per il rilascio delle autorizzazioni a favore degli agenti di sicurezza italiani impiegati presso le agenzie ticinesi. I controlli saranno parificati, senza discriminazioni per gli svizzeri ma quindi elevati per i cittadini italiani». Nell’ambito sicurezza, rileva Gobbi, «tra le parti il pragmatismo regna sovrano ed è motivo di soddisfazione». Ma anche la buona comunicazione è necessaria. Infatti «abbiamo avuto diversi colloqui sia col ministero degli interni, sia con la polizia riguardo alle sfide che seguiranno alla pandemia. I timori sono da un lato l’aumento della presenza della criminalità organizzata laddove lo Stato non sia in grado di dare risposte adeguate, dall’altro una ripartenza dei flussi migratori sulla via del Mediterraneo centrale».

Parte integrante dei colloqui col ministro dello sviluppo economico Giorgetti, continua il presidente del governo ticinese, «è stata l’evidenziare il comune interesse affinché l’uscita dalla crisi non crei grossi scompensi. Se la Lombardia sta bene, avremo meno pressione sul nostro mercato del lavoro. Se invece ci fossero problemi strutturali, questa pressione aumenterebbe ancora di più». Sempre a proposito di confine, non sembra avere futuro la proposta giunta dai comuni di frontiera sul lato italiano di far entrare i residenti in Svizzera entro una fascia di 20 chilometri senza tampone: «Posso comprendere le loro necessità, ma è meglio avere prudenza - risponde Gobbi -. Si creerebbe una differenziazione, un’ulteriore incomprensione e quindi un non allineamento a quella che vuole essere una normalizzazione dei rapporti tra i nostri territori: meglio una regola che valga per tutti».

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