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Morbio Inferiore: la scuola a distanza vista dai protagonisti

Da un giorno all’altro tutta la sede delle medie si è ritrovata in quarantena. Un’allieva: «Non me lo sarei mai aspettata. Non sembrava ci fossero così tanti casi nella mia scuola».

(Ti-Press)
23 gennaio 2021
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Una domenica come le altre. Il pensiero che il giorno dopo si torna a scuola. E invece no. È quello che è successo agli allievi della scuola media di Morbio Inferiore che domenica scorsa hanno ricevuto una comunicazione dalla direzione: a causa di alcuni casi di Covid-19 riconducibili alla temuta – per la sua contagiosità –, variante inglese, le lezioni in presenza sono sospese. Si è tornati dunque in un attimo alla situazione di marzo dell’anno scorso: la didattica a distanza. «È stato strano ricevere quella comunicazione. Non me lo sarei mai aspettata, perché non sembrava ci fossero così tanti casi nella mia scuola», ci racconta Andrea, allieva di terza media. Il lunedì ogni alunno è stato contattato dal rispettivo docente di classe che ha spiegato come si sarebbero svolte le due settimane durante le quali non sarà possibile recarsi a scuola.

Due giorni per organizzare tutto e poi mercoledì sono iniziate le lezioni online. «Stanno andando bene. Non ne ho tantissime per fortuna, e soprattutto non sono troppo lunghe, altrimenti rischierebbero di essere noiose – racconta Andrea –. Nella prima parte della lezione gli insegnanti ci danno delle spiegazioni e poi ci lasciano le schede da riempire individualmente». E ammette: «Stare a casa è molto più comodo, posso dormire di più, posso stare in tuta… Però è un po’ noioso non avere i compagni di fianco». Inoltre c’è la questione concentrazione: «A distanza è più facile distrarsi che in classe, anche perché non c’è l’insegnante di fronte che ti riprende».

Fare scuola a casa può stravolgere l’organizzazione in famiglia: «Fortunatamente ognuno ha il proprio pc», spiega Francesco, papà di Andrea, che ricorda il lockdown dell’anno scorso: «Trovarsi tutti e quattro in casa non è stato facile, ma questo è un periodo più breve e siamo solo io e Andrea, a volte mia moglie».

Lacune facilmente recuperabili

Un breve momento di smarrimento e poi l’organizzazione delle lezioni a distanza. Un passaggio che gli insegnanti hanno dovuto effettuare in poco tempo. «La prima cosa che mi ha tranquillizzata è stata sapere che si tratta di una situazione che durerà per un tempo limitato», ci dice Marina Servalli, insegnante di storia e civica alle scuole medie di Morbio Inferiore, nonché vicedirettrice. «Al rientro a scuola si potranno recuperare facilmente le conoscenze che non sono state apprese dagli allievi in questi giorni particolari». L’esperienza di marzo è stata molto importante, anche riguardo all’uso degli strumenti informatici, come Moodle e Teams. «Siamo tutti consapevoli che l’apprendimento in presenza sia migliore. Soprattutto per gli allievi più fragili o che non hanno sufficiente supporto a casa. Però rimane una buona alternativa per brevi periodi di necessità». La risposta degli allievi al cambiamento di situazione è stato generalmente positivo: «Erano tutti presenti e pronti a partire. Di questo bisogna ringraziare i docenti di classe, che hanno fatto un eccellente lavoro di preparazione fra lunedì e martedì, informando gli allievi personalmente sul funzionamento di queste due settimane», ricorda Servalli.

L’attenzione dei giovani, però, non è sempre facile da mantenere. «Quando devo spiegare qualcosa evito di fare la classica lezione frontale, anche nella modalità a distanza», racconta l’insegnante. «Pongo delle domande e poi lascio molto tempo per permettergli di lavorare da soli sul materiale. Io rimango comunque disponibile per chiarimenti durante il resto della lezione e gli allievi possono scrivermi o chiamarmi».

Nella maggior parte dei casi le dinamiche di classe si ripresentano invariate durante le lezioni online, afferma la docente. C’è però qualche sorpresa: «Alcuni allievi più timidi, alza maggiormente la mano durante le lezioni a distanza. Forse nel loro piccolo mondo si sentono più protetti e osano di più». Facile però, ‘perdere’ coloro che non hanno voglia di seguire: «Succede solitamente dopo un po’ di tempo dall’inizio della didattica a distanza. Per il momento non è il caso, perché si tratta ancora di una novità, e si sentono stimolati».

Quaranta computer consegnati alle famiglie

Momenti concitati, e la necessità di organizzare in un lampo la famosa fase 3, cioè la scuola completamente a distanza. Questo l’onere degli insegnanti, ma anche del direttore. «Si era sempre detto che ci sarebbe stato il tempo d’interiorizzare la nuova situazione e per passare da uno scenario all’altro. Invece in questo caso si è trattata di una cosa proprio subitanea», racconta il preside Gabriele Magnone. Una questione da risolvere in fretta è stata quella di fornire i computer alle famiglie che ne erano sprovviste: «Il supporto del Centro di risorse didattiche e digitali (Cerdd) è stato davvero tempestivo e grazie al nostro responsabile dell’informatica di sede siamo riusciti a consegnare una quarantina di computer alle famiglie che li avevano richiesti», prosegue Magnone.

La logistica non ha dunque permesso di iniziare la didattica a distanza già martedì, ma non è il solo motivo: «Col medico cantonale è stato deciso di dare la possibilità a docenti e allievi di effettuare il tampone gratuitamente. Dunque sarebbe stato impensabile proporre delle lezioni online quando molti sarebbero stati assenti per recarsi a effettuare il test», ricorda Magnone.

Secondo il direttore, gli allievi si sono abituati in fretta al cambiamento di rotta, anche i più piccoli: «Gli alunni di prima media che hanno vissuto per la prima volta la scuola a distanza in questa modalità hanno imparato in fretta a usare i mezzi informatici necessari per seguire le lezioni». La prossima settimana si continuerà cercando di «cementare gli apprendimenti passati e provare a proporre qualcosa, seppur piccolo, di nuovo. Questo per fare in modo che i ragazzi, al rientro, possano comunque aver portato avanti il programma nella maniera migliore possibile», dice Magnone che ricorda il ruolo fondamentale delle famiglie: «È importante in questo momento che tutti gli attori lavorino in sinergia. Abbiamo a che fare con genitori molto collaborativi e questo è un grosso vantaggio per far sì che queste due settimane si svolgano nel miglior modo possibile».

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