Ticino

Il gesto del gioco d’azzardo nella quotidianità

Con il periodo delle festività i centri commerciali spesso propongono anche lotterie e gratta e vinci gratuiti per scopi pubblicitari

‘Alto grado di pericolosità’ (Ti-Press)
30 novembre 2020
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Strategie di marketing, azioni pubblicitarie e sistemi di intrattenimento gratuiti oggi comprendono gratta e vinci, lotterie e giochi online per bambini: gesti simili al gioco d’azzardo in cui manca solo la componente denaro.

A breve i centri commerciali e le grandi catene di distribuzione si presenteranno in veste natalizia con addobbi, proposte e offerte spesso accompagnate da sistemi di intrattenimento legati alla fortuna come lotterie e gratta e vinci. Un gesto quello del gioco ormai entrato nella quotidianità e utilizzato sempre più spesso dai settori marketing e pubblicità. Ma possono queste tipologie di intrattenimento influenzare persone che mai si avvicinerebbero a una casa da gioco o al gioco d’azzardo?

Secondo lo psichiatra Tazio Carlevaro, socio onorario e fondatore del Gruppo Azzardo Ticino - Prevenzione (Gat-P), se si osserva la popolazione da un punto di vista ampio si tratta di un’ipotesi remota, mentre nelle fasce più sensibili certe attività possono generare processi in grado di portare alla patologia. Conferma che arriva anche dalla psicologa e psicoterapeuta Anna Maria Sani, membro onorario Gat-P, per cui utilizzare questi sistemi nei punti vendita di prodotti alimentari può creare pensieri magici come ricordare solo le volte in cui si è vinto, avere illusioni o superstizioni legate alla fortuna o pensare di avere un ruolo attivo nella vincita, e quindi stimolare il desiderio di giocare in seguito d’azzardo.

Per quale motivo offrire questi sistemi di gioco risulta così interessante? Sempre secondo il Dottor Carlevaro servono per fidelizzare la clientela; incentivano la persona a tornare per poter vincere. Sono proposte in grado di generare curiosità, interesse e in alcuni anche sconcerto e disapprovazione ma, soprattutto se i fattori condizionanti sono forti e onnipresenti, possono provocare adesione e in seguito portare alla dipendenza.

Queste mosse pubblicitarie potrebbero nuocere ai giocatori d’azzardo patologici? La legge federale impone la protezione dei gruppi a rischio e in chi ha già un problema. Per il Dottor Carlevaro comunque a prevalere è la promessa di un premio in denaro in cambio di denaro, inoltre il vero giocatore sa che un centro commerciale non è una sala da gioco e che difficilmente potrà corrispondere alla modalità di gioco da lui scelta e preferita.

‘Non regalate gratta e vinci ai bambini’

Queste offerte però non coinvolgono solo gli adulti. Spesso i figli più piccoli accompagnano i genitori a fare la spesa e vedono ricevere bollini o punti con cui possono ottenere premi, oppure a volte i gratta e vinci vengono direttamente passati loro per venir scoperti. Per Sani in queste condivisioni apparentemente innocue si possono nascondere sia il pericolo di una banalizzazione del gesto che l’insorgere del pensiero magico. “Va ricordato che i gratta e vinci sono giochi d’azzardo considerati ‘hard’, ossia con un alto grado di pericolosità – avverte la psicologa e psicoterapeuta – quindi consiglio ai nonni di non regalare gratta e vinci ai nipoti”.

Ma i giovani sono soprattutto attirati da applicazioni e videogiochi dove molto spesso i protagonisti sono i personaggi dei loro cartoni animati preferiti. Negli ‘App Store’ e sui social network esistono centinaia di videogiochi gratuiti tipici dei casinò come slot machine e roulette destinati ai più piccoli, a volte accessibili addirittura dai 4 anni. “Questo fatto è già stato oggetto di un’inchiesta da parte del quotidiano britannico ‘The Telegraph’, il quale ha sottolineato il rischio di creare una generazione di bambini dipendenti dal gioco d’azzardo – commenta Sani –. In questi casi esiste il serio pericolo di confondere i contesti di ‘gambling’, gioco per scommessa, e ‘gaming’, gioco in quanto tale. Occorre inoltre fare attenzione soprattutto ai videogiochi ‘Free to play’ e alle ‘Loot-booxes’, già classificati come giochi d’azzardo in alcune nazioni ma di cui ad oggi manca ancora una regolamentazione coordinata a livello internazionale”.

Sani racconta di come alcuni giocatori si siano cimentati con l’azzardo dopo aver fatto delle esperienze con dei videogiochi con queste caratteristiche, in cui sono presenti dei pacchetti acquistabili per procedere più rapidamente, sbloccare dei personaggi o anche solo per abbellire il contesto in cui si svolge la scena. Sempre secondo la psicoterapeuta con l’avvento di internet si sono create sempre più affinità tra i giochi d’azzardo e i videogiochi, con un impatto importante sui pensieri magici e quindi l’illusione del controllo.

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