Ticino

Non passa l'idea di 6 settimane in più di congedo maternità

La commissione parlamentare competente respinge l'iniziativa di Raoul Ghisletta. La minoranza propone un controprogetto: due settimane di congedo parentale

Stare con il proprio figlio dopo la nascita è un diritto riconosciuto (archivio Ti-Press)
19 novembre 2020
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Non trova alcun sostegno l’idea di prolungare il congedo maternità da 14 a 20 settimane. La maggioranza (composta da deputati di Plr, Lega e Udc) della Commissione sanità e sicurezza sociale invita infatti il Gran Consiglio a respingere l'iniziativa generica presentata da Raoul Ghisletta (Ps) e cofirmatari nel 2017 che chiedeva tale proroga a livello cantonale. Un’iniziativa che nella sua forma attuale nemmeno la minoranza (Ppd, Ps e Verdi) della commissione appoggia fino in fondo: ha infatti proposto un controprogetto che prevede l’introduzione di un congedo parentale (da suddividere fra entrambi i genitori) di due settimane oltre a quelli maternità e paternità previsti a livello federale.

L’iniziativa ‘Per un congedo maternità cantonale’ chiede di indennizzare le madri attive professionalmente, pagando loro l’80% dello stipendio dalla quindicesima alla ventesima settimana dopo il parto. Il testo prevede che le condizioni relative all’ottenimento e le modalità di versamento siano analoghe a quelle in vigore nel Canton Ginevra. Cantone nel quale il congedo maternità dura 16 settimane (le 14 previste a livello federale più due garantite a livello cantonale). Infatti, la Confederazione riconosce ai cantoni il diritto di prevedere un regime più favorevole nella durata e nel montante del congedo maternità. Nel 2018 il Consiglio di Stato ticinese aveva già preso posizione sull’iniziativa di Ghisletta, schierandosi contro tale proposta. L’esecutivo riteneva in particolare che con un'estensione di tale indennità di sei settimane in Ticino si attuerebbe il sistema più generoso in Svizzera, di gran lunga superiore anche a quanto previsto a Ginevra. Sottolineava inoltre che la riforma sociale (poi approvata lo scorso maggio dal Gran Consiglio) avrebbe sostenuto donne e famiglie con ad esempio misure a favore della conciliabilità tra lavoro e famiglia.

No a ulteriori costi per Stato ed economia

I motivi per cui la maggioranza della Commissione sanità e sicurezza sociale respinge l’iniziativa e anche il controprogetto sono essenzialmente due: innanzitutto, «la situazione attuale non è delle più rosee», spiega a ‘laRegione’ il deputato leghista e presidente dell’organo parlamentare Massimiliano Robbiani, riferendosi ovviamente alla crisi in corso legata alla diffusione del coronavirus. Un periodo nel quale «non ci sembra il caso di chiedere ulteriori sacrifici». “L’attuale situazione economica e sociale generata in particolar modo dalla pandemia Covid-19 non permette di andare a caricare di ulteriori costi sia lo Stato sia l’economia”, si legge infatti nel rapporto di maggioranza (relatore: il liberale radicale Giorgio Galusero). Il secondo motivo riguarda il fatto che lo scorso 27 settembre i cittadini elvetici hanno accolto l’introduzione di un congedo paternità (entrerà in vigore dal 1° gennaio 2021). Un votazione che, visto il tema, era attesa da parte della commissione: ora la maggioranza ritiene dunque che “ampliare ulteriormente queste prestazioni (...) non è auspicabile”.

10 giorni da suddividere fra i genitori

Da parte sua la minoranza della commissione, pur condividendo “l’importanza della tematica e gli obiettivi che mira a raggiungere” l'iniziativa di Ghisletta, non è ”unanime sulla modalità proposta (ovvero il prolungamento di sei settimane del congedo maternità, ndr) per raggiungere tali obiettivi”, si legge nel rapporto di minoranza (relatrice: la popolare democratica Nadia Ghisolfi). Insomma, da un lato l'iniziativa permetterebbe in particolare una migliore conciliabilità tra famiglia e lavoro, ad esempio incrementando le nascite: “il Ticino presenta il più basso tasso di natalità a livello svizzero” e questo ha “ripercussioni strutturali importanti e potenzialmente e sul lungo termine devastanti” sui “sistemi pensionistici e sanitari, ma anche sul mondo del lavoro”. Ma anche incentivando l’allattamento al seno: “molte donne che tornano a lavorare sospendono” questa pratica dopo soli tre mesi (l’Organizzazione mondiale della sanità ne consiglia sei) “perché non hanno il tempo sufficiente o un luogo per allattare”. Dall’altro lato, però, anche secondo la minoranza bisogna considerare “la particolare situazione economica e sociale generata dalla pandemia Covid-19, nonché la recente approvazione da parte del popolo di 2 settimane di congedo paternità”. Propone così “l’introduzione di un congedo/indennità parentale (anziché di maternità) di 2 settimane oltre al congedo maternità federale già previsto per legge” e oltre ai 10 giorni di stop per i neo-papà.

Ora la palla è nelle mani del Gran Consiglio che dovrà decidere se entrare nel merito di questa proposta o se, come auspica la maggioranza, mantenere lo status quo.

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