Ticino

Il trasporto pubblico funziona, ma il traffico resta invariato

È quanto emerge dal rapporto di Ustat e Dipartimento del territorio. Sempre più persone scelgono bus e treni, ma aumenta anche la mobilità complessiva

(Ti-Press)
19 ottobre 2020
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Il trasporto pubblico è sempre più utilizzato, ma questo non basta a far diminuire il traffico privato. Una constatazione che emerge dal rapporto ‘La mobilità in Ticino nel 2019’, pubblicato oggi dal Dipartimento del territorio (Dt) in collaborazione con l’Ufficio di statistica (Ustat). Perché sì, il maggior utilizzo di treni e bus è notevole: i chilometri percorsi l’anno scorso dagli utenti sui treni regionali sono aumentati del 5,2%, sugli autobus del 2,9%. Ma questo non basta a togliere auto dalle nostre strade, perché sul territorio si muovono sempre più persone, dai lavoratori residenti e frontalieri ai turisti.

Ci si muove di più, più spesso

«In generale ci si muove di più, più spesso», spiega il capo dell’Ufficio della Mobilità lenta e del supporto presso il Dt Gabrio Baldi: «Un aumento che per fortuna viene assorbito dai trasporti pubblici». Inoltre, anche se il fenomeno resta tutto sommato di nicchia, sempre più persone scelgono di muoversi in bici: rispetto a cinque anni fa, i passaggi dalla postazione di conteggio di Locarno al ponte sulla Maggia sono aumentati del 19% (1'552 bici al giorno, un primato) e addirittura del 75% nella pur meno battuta Arbedo (295 bici/giorno).

Il trasporto pubblico piace sempre di più anche nel fine settimana e durante i festivi, con gli aumenti di flusso più importanti. Sale anche il numero di abbonamenti Arcobaleno venduti (più 2.3%, ovvero 39’443 unità, quasi il 60% tra i giovani). Un buon motivo per guardare con un po’ di ottimismo ai prossimi anni: «In futuro – nota Baldi – è verosimile ipotizzare che il ricorso a bus e treni si intensificherà, con l’apertura della galleria di base del Ceneri e il potenziamento e ampliamento del trasporto pubblico previsto a partire dal 2021. È positivo notare nel frattempo una leggera diminuzione nel numero di auto pro capite, sebbene siamo ancora il quinto cantone più motorizzato con 632 auto ogni mille abitanti» (erano 638 nel 2016, anno record). 

Traffico fermo

Tornando al traffico automobilistico – misurato con speciali contatori a induzione elettrica installati nell’asfalto – i punti critici restano i soliti. «Nel Sottoceneri vediamo da qualche anno anche alcuni segni di diminuzione dei passaggi nella rete monitorata, che resta però comunque molto ‘carica’», osserva Baldi. E se è vero che nel congestionato Mendrisiotto si registra una diminuzione complessiva del traffico nei punti monitorati, si tratta di dati da prendere con le pinze: oltre agli aumenti puntuali su tratte come la superstrada Mendrisio-Stabio, in generale «l’introduzione di nuove infrastrutture come lo svincolo di Mendrisio e la nuova strada industriale tra Mendrisio e Riva San Vitale può avere spostato parte del traffico su itinerari che non rientrano nella rete monitorata; per cui la viabilità in generale risulta sì diluita e quindi agevolata, ma senza un’effettiva diminuzione degli spostamenti». Resta invariata la situazione nel Luganese, mentre nel Bellinzonese e nel Locarnese ci sono alti e bassi troppo eterogenei per isolare una tendenza univoca.

Arranca il carpooling

Il tratto autostradale più trafficato del Ticino è quello dell’A2 all’altezza di Grancia, dove il giorno peggiore nel 2019 è stato il 27 luglio (oltre 102mila passaggi, contro una media giornaliera di 73mila). Fuori dall’autostrada spiccano i circa 30mila passaggi giornalieri a Camorino (sottopasso AlpTransit), Manno (Suglio Nord) e Quartino. Continua ad arrancare la cultura del carpooling, con una media di 1,5 passeggeri per auto e una media di 21 chilometri percorsi giornalmente per abitante (solo 3,44 quelli in treno, 1,02 in bus). I veicoli in entrata dai valichi stradali e autostradali sono stati in media oltre 87mila al giorno: un 60% è dovuto ai frontalieri. Le persone che invece entrano in Ticino in bici sono solo 620 ogni giorno. Quest’anno, per la prima volta, oltre al corposo rapporto annuo è possibile consultare questi dati attraverso schede illustrative più snelle e intuitive, pubblicate sul sito dell’Ustat.

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