Ticino

L'Mps porta l'sms di Ermani in Procura: configura un reato?

L'avvocato ed ex deputato Filippo Gianoni alla 'Regione': secondo me quei messaggi andavano segnalati al Consiglio della magistratura da chi li aveva ricevuti

5 ottobre 2020
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“Vi invitiamo a voler verificare se vi sono fatti di rilevanza penale”, firmato Movimento per il socialismo. I deputati Matteo Pronzini, Simona Arigoni e Angelica Lepori hanno scritto ieri al Ministero pubblico sottoponendogli uno dei messaggi trasmessi al procuratore generale Andrea Pagani dal presidente del Tribunale penale (Tpc) Mauro Ermani. Quello in cui il giudice lo informa che una vicecancelliera del Tpc, candidatasi alla carica di procuratore e in quei giorni sentita dalla Commissione di esperti, “pare sia andata bene. Se me la rubi trattamela bene. Se no ricomincio a parlare male di voi”, ovvero del Ministero pubblico. Interpellato dalla ’Regione’ venerdì, quando di quel messaggio aveva riferito tio.ch, il pg Pagani ha dichiarato di non aver risposto all'sms e di averlo collegato “al fatto che da tempo insistevo con Ermani ad aver rispetto dell’attività del Ministero pubblico". I cui magistrati non di rado, durante i processi, sono bersaglio di rimproveri da parte del presidente del Tpc. Sostengono i tre deputati nell’esposto: “Vista la funzione di Ermani, presidente del Tpc, a nostro parere tale sms al procuratore generale, riprendendo le parole dell’avvocato Filippo Gianoni al ’Caffè’ del 4 ottobre, 'non solo è inopportuno ma pericoloso’; e, aggiungiamo, può configurarsi come un reato penale”. Si vedrà.

Come da noi riferito, in un altro messaggio, risalente al 29 luglio, Ermani indica i nomi di tre dei cinque pp la cui rielezione verrà poi preavvisata negativamente dal Consiglio della magistratura (Cm). Tre pp da lui giudicati rispettivamente ’malissimo’, ’male’, ’problematico’. Una sintesi, sembra, del rapporto che il giudice aveva trasmesso al Cm. Quelli inviati al pg “erano semplici messaggi istituzionali”, è stata la spiegazione di Ermani al ’Corriere del Ticino'. «Beh, credo che le vie di servizio anche per questo genere di messaggi siano altre», osserva, contattato dalla ’Regione’, l’avvocato Filippo Gianoni, docente all’Università dell’Insubria di diritto amministrativo, già deputato popolare democratico ed ex cancelliere al Tribunale federale -. E ritengo che avrebbero dovuto essere segnalati al Consiglio della magistratura da chi li aveva ricevuti. Di certo sono fatti che non giovano all’immagine della giustizia».

Quello dei messaggi è un capitolo della vicenda legata ai durissimi preavvisi del Cm nei confronti dei cinque pp. «L’importante - dice Gianoni - è che ora la commissione parlamentare garantisca ai cinque pp i diritti procedurali. Pertanto quando riceverà l’incarto dal Cm, dovrebbe metterlo a loro disposizione prima di ascoltarli, affinché possano visionarlo e pronunciarsi con cognizione di causa davanti alla commissione».

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