Ticino

Industria farmaceutica ticinese in buona salute

Per alcuni l'attività è addirittura aumentata durante la pandemia, ma il futuro potrebbe riservare qualche incognita

(Depositphoto)
23 settembre 2020
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L’industria farmaceutica ticinese è in buona salute. È quanto emerge in occasione dell’assemblea generale dell’associazione di settore Farma Industria Ticino (Fit). «Anche nel corso dell’emergenza pandemica l’industria chimica farmaceutica ha sempre lavorato, con un picco in particolare per le attività legate alla terapia intensiva», spiega la direttrice Daniela Bührig. La pandemia ha naturalmente imposto di «riservare la massima attenzione alla sicurezza dei collaboratori, in particolare di quelli in produzione per i quali non è stato possibile attivare il telelavoro», ma il sistema ha funzionato a pieno regime. «Le incognite riguardano semmai l’immediato futuro, ma questo vale per tutta l’economia», chiosa Bührig.

Farma Industria Ticino conta 30 aziende associate per un totale di 2'900 dipendenti e un fatturato di 2,45 miliardi di franchi, dei quali l’80% in esportazioni. Partecipa così allo sviluppo dell’impresa farmaceutica svizzera, la seconda più competitiva al mondo dopo quella Usa secondo il ‘Global industry competitiveness index 2020’. Per Bührig la realtà svizzera «è sulla strada giusta a livello di ricerca e sviluppo, innovazione e investimenti. Credo sia un buon esempio di come si possa operare in modo vincente sul mercato globale». Quanto alla realtà ticinese, la direttrice esclude vantaggi sui costi di produzione dovuti all’accessibilità di manodopera frontaliera: «Il nostro è un settore che mira ad arruolare i migliori talenti, a partire da quelli che escono dai nostri politecnici e dalle nostre università. Siamo un’industria attrattiva a livello globale, non solo regionale, che non fa alcuna discriminazione sui salari».

Una curiosità: nel corso dell’emergenza dovuta al coronavirus, Fit ha coperto i costi per la produzione di quasi cinquemila litri di etanolo a partire da lieviti speciali, lungo una filiera che ha visto cooperare il settore medico e farmaceutico con quello della fermentazione e distillazione. La maggior parte della produzione è stata destinata a ospedali e cliniche. Sempre a questo proposito, l’assemblea è stata anche l’occasione per invitare tutti gli attori coinvolti – Cantone in primis – a una riflessione circa la necessità di assicurare opportune scorte di medicinali e presidi sanitari in vista di eventuali emergenze future, anche quelle non necessariamente legate al coronavirus.

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