Ticino

Conti pubblici, il valzer delle priorità dei partiti

Ecco alcune proposte pendenti in Gran Consiglio. Alcune con un forte impatto sulle casse cantonali. Il presidente della Gestione Quadranti: ‘Più concordanza’

Ti-Press
13 agosto 2020
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Si fa presto a dire priorità. Con all’orizzonte un deficit per le finanze cantonali stimabile in alcune centinaia di milioni di franchi, la politica ha diversi dossier aperti che potrebbero impattare ancor più duramente sulle casse dello Stato. Dossier che la commissione parlamentare della Gestione ha sul tavolo, alcuni da tempo. Si va dall'iniziativa del Ppd sulle imposte di circolazione (30 i milioni che ballano) al mezzo miliardo per il risanamento della cassa pensioni dei dipendenti dello Stato, passando anche da varie mozioni che chiedono modifiche tributarie, la nuova sede della Magistratura o la richiesta di un credito quadro per sostenere gli impianti di risalita estivi. Insomma, c’è di tutto. «Spero che tra i gruppi parlamentari si riesca a parlare e a trovare dei compromessi, non come avvenuto ultimamente dove su certi messaggi si sono registrate posizioni totalmente contrastanti», commenta il presidente della Gestione Matteo Quadranti (Plr). Perché è ancora fresco il ricordo della sessione di giugno del Gran Consiglio in cui sul medico del traffico e sulla protezione dal licenziamento delle neomamme le maggioranze uscite dalla Gestione sono state ribaltate in aula. «Quando si mette una firma vuol dire che il gruppo è già stato sentito - spiega Quadranti -. E la settimana prossima, quando torneremo a riunirci come commissione, farò dei richiami ai gruppi: basta con firme a titolo personale o con riserva, in questa fase delicata servono maggioranze solide e la fine di alcuni giochetti». Sempre la settimana prossima, rivela alla ‘Regione’, ripartirà la discussione sul tema caldissimo - e pesantissimo - del mezzo miliardo di franchi per risanare la cassa pensioni. E non è particolarmente ottimista: «Con tutto quello che c’è in ballo francamente la vedo dura, ma non conosco ancora le posizioni dei partiti. Bisognerà discutere».

Anche le nuove assunzioni pesano sulle finanze, e in merito all’intenzione del Dipartimento sanità e socialità di creare una figura chiamata ad assicurare il coordinamento operativo a sostegno delle vittime nell’ambito della violenza Quadranti ricorda che «non molto tempo fa si voleva che lo Stato non assumesse nuovi compiti senza rinunciare ad altri o senza trovare fonti di finanziamento: poi la situazione finanziaria per un paio d’anni è migliorata e si è ripartiti. Ma occorre attenzione, perché ci sono alcuni settori che hanno combinato dei pasticci». A riguardarlo da vicino c’è la proposta, inoltrata assieme al collega di partito Giorgio Galusero, di aumentare a cinque le settimane di ferie dei dipendenti pubblici. Proposta che «adesso è ferma perché non c’è la corsa a prendere un messaggio del genere, che peraltro chiede di bocciarla. Ma non è una priorità oggi».

È invece una priorità il risanamento della cassa pensione dei dipendenti dello Stato, meglio dell’Istituto di previdenza del Cantone Ticino (Ipct)? «La sottocommissione finanze, che presiedo, analizza i temi che finiscono sotto la sua lente dal punto di vista prettamente tecnico e oggettivo ed è ciò che stiamo facendo anche con questo dossier - afferma il deputato leghista Michele Guerra, membro della Gestione -. Quella del nuovo risanamento dell’Ipct è una questione molto complessa, tant’è che, con grande impegno di tutti i sei membri, ci siamo riuniti più volte anche durante l'estate. Entro fine mese consegneremo al plenum della Gestione un corposo rapporto tecnico e finanziario, con tutti i dati e le analisi che abbiamo raccolto. E solo a quel punto nel plenum della Gestione inizieranno le valutazioni d’ordine politico, fra cui quella sulla priorità in questo momento del risanamento dell’Ipct». Quando non vi era ancora traccia in Ticino del coronavirus, la Lega ventilava già il lancio di un referendum...

'Imposte circolazione giù, la proposta rimane'

Pendente in commissione c'è poi l’iniziativa del Ppd riguardante le imposte di circolazione, che se attuata si tradurrebbe in trenta milioni di franchi in meno all’anno per le casse del Cantone. O in trenta milioni di franchi in più nelle tasche dei cittadini. «L’iniziativa si propone di risolvere una stortura nel sistema, che fa si che in Ticino si paghino le imposte di circolazione tra le piu alte della Svizzera. Di fronte a una possibile crisi non è tra l’altro una cattiva idea lasciare più soldi nelle tasche delle cittadine e dei cittadini. Un ritiro dell’iniziativa non entra quindi in considerazione», annota il capogruppo in Gran Consiglio Maurizio Agustoni. Che aggiunge: «A titolo personale, in un’ottica di compromesso, posso invece immaginarmi di rinviarne, magari di un anno, l’applicazione se gli altri gruppi parlamentari dovessero aderire alle richieste dell’iniziativa. In ogni caso eventuali decisioni dovranno essere discusse e condivise con gli altri gruppi e associazioni che si sono spesi per l’iniziativa».

'Sgravi, nessun passo indietro'

Sulle questioni tributarie svettano le mozioni Udc che chiedono sgravi fiscali per il ceto medio. Restano una priorità? «La rotta è questa: lo Stato con un budget di 3,5 miliardi deve farcela e comportarsi come qualsiasi azienda o famiglia che si pone un tetto di spesa» risponde risoluto il capogruppo democentrista Sergio Morisoli. E prosegue nell’affondo: «Non è possibile che lo Stato debba sempre aggiungere soldi per fare le cose. Cominciando ad andare a spulciare su cosa è sensato fare e cosa no. È elementare, ma forse per questo sembra un’impresa». Nessun ripensamento sulle richieste di sgravi quindi? «Ma neanche per idea. Per mantenere fisso il budget dello Stato occorre fargli arrivare i soldi giusti, non un franco di più. Le nostre proposte di sgravi non vanno a svuotare le casse». Perché, riprende Morisoli, «sono pensati e calibrati per dire che si scende con le aliquote, ma che si incasserà di più».

Risalgono a gennaio due iniziative parlamentari targate Lega: una propone l’abolizione dell’imposta sulle successioni e donazioni, l’altra l’abrogazione dell’imposta di bollo. Complessivamente una minor entrata annua per il Cantone tra i 70 e gli 80 milioni di franchi. Autore della prima e coautore (con Enea Petrini) della seconda, Andrea Censi non ha dubbi: «Queste due iniziative rimangono prioritarie, a maggior ragione oggi. Se si considerano le teorie anticicliche, in un momento di difficoltà economica lo Stato non aumenta le imposte, semmai le riduce per aiutare l’economia e il cittadino a risollevarsi, lasciando loro più soldi. Piuttosto evitiamo di spendere 500 milioni per l’Istituto di previdenza: qui verrebbero tassati tutti, a beneficio di pochi». Tornando all’Udc, viene ribadita la richiesta di un credito quadro a sostegno degli impianti di risalita estivi. Lo conferma alla ’Regione’ il presidente cantonale Piero Marchesi, che è stato primo firmatario della mozione: «Il turismo è uno dei settori che tira, anche durante la crisi. Sostenere queste aziende che fanno fatica vuol dire permetter loro di stare in piedi e non morire, come è stato fatto per le stazioni invernali. Non si tratta di una vagonata di milioni, la richiesta sarebbe modesta».

In casa socialista, dice Henrik Bang, «non faremo un passo indietro su tutte le nostre iniziative a sostegno dei meno abbienti e dei piccoli imprenditori inoltrate nella fase acuta della pandemia». Senza dimenticare che «la questione della nuova sede del Palazzo di Giustizia merita molta attenzione, così come il mezzo miliardo per l'Ipct. Su quest'ultima in linea di massima il Ps c'è, ma i soldi sono tanti e le valutazioni devono essere fatte bene».

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