Ticino

Legge salario minimo, niente effetto sospensivo

Il Tribunale federale dice no alla richiesta dei ricorrenti: la normativa ticinese può entrare in vigore alla data fissata (il 1° gennaio 2021)

2 giugno 2020
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La legge ticinese sul salario minimo potrà entrare in vigore alla data fissata dal Gran Consiglio, il 1° gennaio 2021: il Tribunale federale ha infatti detto no al conferimento dell'effetto sospensivo ai due ricorsi inoltrati in aprile da undici ditte del Sottoceneri, in particolare del Mendrisiotto, contro la normativa. La decisione di Mon Repos è del 27 maggio. 

Elaborata dopo il sì espresso nel giugno 2015 dai cittadini ticinesi a un'iniziativa dei Verdi, la legge ha ottenuto il via libera della maggioranza del Gran Consiglio l'11 dicembre dello scorso anno. Come detto, la sua entrata in vigore è stata stabilita per il 1° gennaio del prossimo anno. La normativa applica il principio ancorato alla Costituzione cantonale dal voto popolare. Attraverso tre tappe ed entro fine 2024, la legge prevede un salario minimo compreso tra 19.75 franchi all'ora e 20.25 franchi. Legge che lo scorso aprile è stata impugnata davanti ai giudici di Losanna con due ricorsi, presentati da complessivamente undici ditte. Mon Repos non si è ancora pronunciato sulle tesi di chi contesta la normativa ticinese, nel frattempo ha respinto la richiesta di conferimento dell'effetto sospensivo avanzata dai ricorrenti in attesa della sentenza di merito. Come osservato dal Consiglio di Stato, rileva Mon Repos, pur essendo prevista per il 1° gennaio 2021 l'entrata in vigore della legge, gli effetti obbligatori per le aziende inizieranno dal 31 dicembre dello stesso anno (termine per la prima fase di attuazione della normativa), ragion per cui "non appare data alcuna urgenza su cui fondare l'adozione del provvedimento cautelare richiesto", ovvero l'effetto sospensivo. Secondo il Tf, l'argomentazione delle ditte ricorrenti "non è sostanziata, limitandosi le stesse a riferirsi a conseguenze puramente ipotetiche, e non è pertanto atta a dimostrare la sussistenza di pregiudizi difficilmente riparabili o di interessi privati preminenti rispetto a quello pubblico all'attuazione immediata della criticata legge". 

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