Ticino

Over 80, il tasso di mortalità è esploso durante il picco

Uno studio Ustat mostra come il tasso di ultraottantenni morti in Ticino all'apice della pandemia di coronavirus sia molto più alto che negli altri cantoni

(Ti-Press)
11 maggio 2020
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«Nel periodo di picco dell’epidemia da coronavirus, il tasso di mortalità tra gli ultraottantenni è risultato significativamente più alto in Ticino che negli altri cantoni». Come dire: da noi le persone molto anziane sono morte più che altrove in Svizzera, e non solo perché ce ne sono di più. È il dato più preoccupante emerso dall’analisi dei decessi dell’Ufficio di statistica cantonale (Ustat): se si parla di tassi, infatti, non basta l’età media elevata della popolazione ticinese a spiegare certe impennate; anche a ‘parità di anziani’ il Ticino «è arrivato a registrare nella settimana dal 30 marzo al 5 aprile un picco di mortalità equivalente a 466 decessi ogni 100mila ultraottantenni. A titolo di paragone in canton Vaud, l’altro più colpito, non si è mai superata quota 351, e le altre grandi regioni sono rimaste tutte sotto la soglia dei 250», ci spiega Francesco Giudici, il ricercatore che ha condotto lo studio sui dati messi a disposizione dall’Ufficio federale di statistica.

A cosa può essere dovuta questa discrepanza? Giudici non si sbilancia e invita a valutazioni prudenti: «Da esperto di statistica posso solo notare la differenza, credo che sia presto per tirare conclusioni, anche perché il quadro è ancora in evoluzione, e ad esempio per le ultime settimane il dato è provvisorio». In futuro «serviranno ulteriori informazioni per capire quanto abbiano pesato, ad esempio, la vicinanza col focolaio lombardo o dinamiche sociali diverse rispetto ai cantoni di oltre Gottardo». Da noi interpellato, l’Ufficio del medico cantonale ha spiegato che ci vorrà qualche giorno per esaminare la pubblicazione di venerdì e fornire così una spiegazione esaustiva.

+146%, ma per poco

Il dato assoluto sui decessi non ci dice chi è morto di coronavirus e chi no – cosa peraltro difficile da stabilire con certezza, specie in caso di persone già affette da altre patologie – ma «è chiaro che l’aumento generale permette di farsi un’idea sull’incidenza del Covid-19, lavorando con dati paragonabili tra cantoni, laddove invece i metodi dei singoli rilevamenti cantonali sono meno omogenei», specifica Giudici (discorso simile nel caso in cui si andassero a vedere i contagi, «il cui numero accertato dipende inevitabilmente dal numero di tamponi effettuati»).

Lo studio, insomma, facilita una prima valutazione quantitativa. Si conferma che «il Ticino e la regione del Lemano sono le due zone più colpite in Svizzera». Dalle curve vediamo che il picco di morti in Ticino è cresciuto nettamente tra fine marzo e inizio aprile: «Nella quattordicesima settimana si registra un incremento del 146%: più del doppio rispetto alla media 2015-2019, e un dato di molto superiore al 38,2% a livello nazionale». Per la popolazione in generale –ancora una volta, soprattutto per gli ultraottantenni – «l’arrivo della pandemia ha ribaltato la tendenza di un anno nel quale l’inverno era risultato abbastanza ‘mite’ in termini di incidenza della normale influenza e di altre patologie sulla mortalità», nota Giudici.

Più incoraggiante è quello che si vede allargando l’inquadratura dai giorni del ‘picco’ alle medie annuali, confrontandole anche con gli anni precedenti: in questo caso si scorge bene il relativo – e speriamo non temporaneo – rientro dell’emergenza. «Se confrontiamo i tassi di mortalità annuali – calcolati di volta in volta sui 12 mesi precedenti la 17esima settimana di ogni anno – vediamo che l’incidenza generale è più limitata: 10 morti ogni mille abitanti in generale in Ticino, 93,3 per gli ultraottantenni. Un dato in linea con quello svizzero, e poco sopra alla media dei 5 anni precedenti».

Certo, lo studio dell’Ustat è solo un primo passo per fare ordine in una messe di dati soverchiante. Piano, dunque, anche con i confronti con altre regioni: «Paragoni con la Lombardia o con dati più dettagliati dagli altri cantoni saranno interessanti da effettuare nei prossimi mesi, ma per non trarre conclusioni affrettate è meglio aspettare rilevazioni più consolidate».

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