Ticino

Il salario minimo è legge anche in Ticino

Entro il 31 dicembre 2024, al più tardi a fine 2025, lo stipendio orario non potrà essere inferiore alla forchetta 19.75/20.25 franchi orari

Ti-Press
11 dicembre 2019
|

Dopo 1641 giorni, tanti ne sono passati dal sì delle urne ticinesi all’iniziativa dei Verdi per una busta paga dignitosa, il nostro Cantone ha un salario minimo fissato per legge. Un salario minimo che arriverà entro il 31 dicembre 2024 a una forchetta tra 19.75 e 20.25 franchi orari. Lo ha appena deciso la maggioranza del Gran Consiglio avallando con 45 sì, 30 no e 1 astenuto il decreto messo a punto in Gestione da Lega, Ppd, Ps e Verdi.

All’ultima forchetta si arriverà progressivamente. La prima, in vigore entro fine 2021, sarà di 19/19.50 franchi orari, la seconda entro fine 2023 salirà a 19.50/20 franchi l’ora per poi appunto, dal 2025 fino a 19.75/20.25. Quest’ultima, previa valutazione del Consiglio di Stato e una decisione del Gran Consiglio entro la fine del 2024.

Bocciato con 53 contrari l’emendamento del Plr che chiedeva verifiche dell’impatto sul mercato del lavoro e gli effetti sui residenti, con voto del Gran Consiglio, prima di passare da una soglia all’altra. I liberali radicali proponevano un’entrata anticipata di sei mesi della prima forchetta e un aumento di quella massima a 20/20.50 franchi orari. Stessa sorte per i due emendamenti proposti dall’Udc che condizionava l’appoggio al decreto di attuazione del salario minimo a un nuovo progetto di applicazione dell’iniziativa “Prima i Nostri!”.

Luce verde anche a tre emendamenti formulati dai Verdi. Uno chiede che sia la maggioranza assoluta del Parlamento, non solo quella semplice quindi, a decidere un eventuale rinvio della forchetta 19.75/20.25. Il secondo allarga lo spettro della valutazione che farà il consiglio di stato sull’impatto del salario minimo sul mercato del lavoro ticinese, gli ecologisti chiedono di considerare anche gli effetti sulle prestazioni sociali e sull’occupazione in particolare giovanile. Il terzo raggruppa in un unico capoverso tutte le forchette progressive.

Silurati tutti e ventiquattro, invece, gli emendamenti proposti dall’Mps che aveva inizialmente tentato di rispedire il dossier in commissione: richiesta bocciata da un’ampia maggioranza.

Accolto infine un emendamento di Più Donne secondo il quale “l’autorità cantonale competente può addossare totalmente o parzialmente a imprese inadempienti i costi dei controlli”.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE