Ticino

L'Associazione cliniche private ricostituisce i vertici

Il neo-presidente Giancarlo Dillena: ‘Siamo un settore importante nella sanità ticinese, collaborazione con il pubblico è fondamentale. Lo Stato sia arbitro neutro’

Ti-Press
19 settembre 2019
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L’Associazione cliniche private ticinesi (Acpt) torna in pista. «Il risveglio della bella addormentata», per dirla con Giancarlo Dillena, neo-presidente, il quale stamattina ha annunciato alla stampa gli obiettivi della ‘ripartenza’.

L’Acpt – fondata nel 1972 e che a oggi riunisce Cliniche Sant’Anna e Ars Medica (Swiss Medical Network), Clinica Luganese Moncucco, Clinica Viarnetto, Ospedale Malcantonese e Clinica Santa Croce – «ha intenzione di contrastare una narrativa ideologica sbagliata, quella che racconta di un privato che pensa solo ai soldi e un pubblico che pensa invece a tutto», spiega Dillena.

E lo farà «partendo da una base solida: dai dati Ustat il 36% dei pazienti in regime stazionario negli istituti somatici del cantone, e il 47% di quelli in istituti psichiatrici, nel 2017, hanno fatto capo a cliniche private». Da queste cifre, rileva, «si desume con chiarezza l’importanza che il settore delle cliniche private riveste nel panorama della sanità ticinese». La «collaborazione costruttiva» con il pubblico deve esserci sempre, annota. Perché costituisce «una delle ragioni principali dell’efficacia del modello svizzero». E se si parla di equilibrio, «è essenziale che sia ragionato e che si fondi sul riconoscimento del ruolo e delle prerogative di ciascuna componente, sull’applicazione di regole chiare ed eque, sulla ricerca comune delle soluzioni migliori». Lo Stato, in tutto questo, «deve essere un arbitro neutro».

Solo la visione comune tra pubblico e privato «può fare gli interessi del paziente. Non chiediamo l’uguaglianza, ma la parità di possibilità», rileva dal canto suo Michela Pfyffer, vice-presidente dell’Acpt per l’area acuta. E aggiunge: «I nostri obiettivi sono qualità, sicurezza ma soprattutto economicità delle cure a favore del contribuente. Le cliniche private non ricevono finanziamenti dal Cantone, erogano prestazioni che sono in parte pagate dalle assicurazioni e in parte dal Cantone, ma per qualcosa che queste strutture erogano».

Presente in sala anche Paolo Bianchi, direttore della Divisione della salute pubblica, il quale da noi interpellato a margine dell’incontro afferma che «il Dipartimento sanità e socialità si rallegra della ricostituzione dei vertici dell’Acpt, con cui il dialogo non è mai mancato. A livello di parità di trattamento, nel gioco dei ruoli è stata accentuata la situazione: nello spirito della Lamal, lo Stato partecipa al finanziamento del 55% delle prestazioni nello stazionario erogate dall’una e dall’altra struttura, non vi è un finanziamento ulteriore per l’ospedale pubblico e nemmeno per i suoi investimenti».

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