Ticino

Rete 5G, installazione 'sospetta'. I Verdi: 'Urge moratoria'

Presentati due atti parlamentari cantonali per portare all'attenzione delle Camere e del Consiglio federale la necessità di una moratoria nazionale

Ti-Press
10 settembre 2019
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Serve una moratoria federale sul 5G per procedere con maggiore precauzione con questa nuova tecnologia. Ne sono convinti i Verdi del Ticino, promotori oggi di due atti parlamentari: un'iniziativa cantonale e una risoluzione generale, su cui sperano di far convergere il necessario appoggio politico per inviare poi la richiesta a Berna. La competenza in materia, infatti, è federale e questo nonostante alcuni cantoni abbiano scelto la via della moratoria: uno strumento privo però di valenza giuridica, essendo la telefonia di competenza dell'Ufficio federale delle comunicazioni. 

 

“Dopo che l’Ufficio federale delle comunicazioni, su mandato dell’omonima commissione (ComCom), ha venduto all’asta delle nuove frequenze per il 5G nel febbraio 2019, in molti si sono chiesti cosa stesse succedendo – scrivono i Verdi in un comunicato –. Strana fretta in sordina e strano modo di decidere sulle concessioni, senza aspettare le conclusioni dello studio, commissionato da Doris Leuthard, inteso ad analizzare le esigenze e i rischi legati allo sviluppo delle reti 5G. C’era la sensazione di trovarci davanti al fatto compiuto e che le autorità si prestassero ai giochi del mercato al posto di esercitare la vigilanza”. Le norme sulle radiazioni elettromagnetiche “sono obsolete e necessitano di fondamenti scientifici attuali”, sostengono gli ecologisti. Da cui l'inoltro dei due atti parlamentari al Gran Consiglio, per chiedere alla Confederazione “di intervenire con urgenza”. 

 

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