Ticino

Frontalieri, Roma rispolvera l'accordo parafato

Il governo giallo-verde sembra ripensarci: niente abolizione, ma una limatura dell'intesa italo-svizzera del 2015 sulla nuova fiscalità dei pendolari

11 febbraio 2019
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Su diversi fronti il governo giallo-verde italiano sta lavorando per arrivare a un accordo sul nuovo sistema fiscale dei frontalieri, anche se i due alleati in seno all’esecutivo sembrano seguire una propria strada. Lo conferma il fatto che negli ultimi tempi ci sono stati diversi incontri sia da parte del Movimento 5 Stelle che della Lega. Incontri ad alto livello, ma separati. Fermo restando la volontà di salvaguardare i diritti dei frontalieri e le risorse da destinare ai comuni di frontiera, dal mormorio che trapela dagli incontri si fa strada una clamorosa voce: la limatura dell’accordo parafato nel dicembre 2015, ma non la sua completa abolizione. Insomma, dovrebbe essere salvaguardata l’impalcatura dell’accordo congelato da oltre tre anni, dapprima a causa delle lungaggini dei precedenti governi e successivamente dalla bocciatura del governo giallo-verde.

A Roma sembra che si siano resi conto che l’accordo parafato nel 2015 non comporterebbe un grosso sacrificio per buona parte dei frontalieri. Mediamente l’aumento delle tasse sarebbe inferiore a mille euro. E come in tutte le medie, e l’esempio sono i tre polli di media all’anno del poeta romano Trilussa (c’è chi ne mangia anche sei e chi non beve neppure il brodo), l’accordo faticosamente sottoscritto tre anni fa, prevede per i redditi bassi nessun aumento (o comunque contenuto), per quelli alti una stangata, all’insegna del principio costituzionale che ‘chi più ha, più dà’.

A conti fatti l’accordo parafato nel 2015 consentirebbe allo Stato italiano di incassare annualmente 460 milioni di euro. Una dozzina di milioni di franchi l’incremento degli incassi per il Canton Ticino. Somme che alle disastrate finanze italiane farebbero comodo, mentre a quelle ticinesi risulterebbero utili. A conferma che attorno al problema della tassazione dei frontalieri, forse anche perché il Consiglio di Stato del Canton Ticino ha nuovamente minacciato il blocco dei ristorni, il governo giallo-verde si sta muovendo. Di recente a Roma c’è stato un incontro fra una delegazione svizzera guidata dal segretario di Stato all’Economia Marie Gabrielle Ineichen-Fleisch e Matteo Piantedosi, il capo di Gabinetto del Ministero dell’interno. Sull’esito dell’incontro bocche cucite.

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