Ticino

Un processo, “una storia di reticenze”

Ex funzionario Dss alla sbarra. Il patrocinante delle accusatrici private Carlo Borradori: “il diritto alla sofferenza non deve creare sofferenza ad altre persone”

(TiPress)
29 gennaio 2019
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“È una storia di reticenze”, quella che ha visto coinvolte le accusatrici private del 59enne ex funzionario del Dipartimento sanità e socialità (Dss) alla sbarra per violenza carnale e coazione sessuale. Reticenze che, per il loro patrocinatore, l’avvocato Carlo Borradori, “sono state a più livelli: la psicologa di una delle vittime, che non vogliamo colpevolizzare, ma che non ha segnato nel suo intero il motivo per cui la ragazza è andata a parlare da lei”. Vale a dire gli abusi, s’intende. Anche se per proteggerla. Per non parlare “del capoufficio della ragazza, che era stagista ai tempi, e superiore dell’imputato. Una volta venuto a conoscenza dei fatti, ha organizzato un confronto. Un confronto! Nell’ambito di reati sessuali ha messo di fronte vittima e presunto colpevole, come fossero dei bambini”. Insomma, se solo dopo tanti anni questa storia è approdata in Aula “non è colpa delle mie assistite. Hanno avuto i loro tempi, parlato quando se la sono sentita. Le cause sono altre”.

Dopo aver ripreso le teorie della pp Borelli, Borradori ha concluso l’arringa rilevando “che oggi c’è la possibilità di riparare in minima parte a un torto terribile. Il diritto alla sofferenza non dà diritto a crearne altra, verso altre persone. L’imputato non ha rispettato questa regola, e per questa ragione deve essere condannato”.

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