Ticino

Rispunta Bomio: in tre nei guai per 50'000 franchi

Funzionaria dell’Ufficio assistenza riabilitativa indagata per corruzione passiva. In ballo un prestito concesso al marito dal detenuto dopo un incidente stradale

Flavio Bomio (Ti-Press)
4 maggio 2018
|

Inguaiata da alcune decine di migliaia di franchi: si tratta, stando a quanto appreso dalla ‘Regione’, di 50mila franchi. Lei – sulla cinquantina, residente nel Sopraceneri – è da molti anni alle dipendenze del Cantone quale funzionaria dell’Ufficio dell’assistenza riabilitativa della Divisione della giustizia (Dipartimento istituzioni), ufficio chiamato a seguire il percorso rieducativo e di risocializzazione dei detenuti. E fra i protagonisti di questa storia dai risvolti penali c’è un recluso, di primo piano: Flavio Bomio, l’ex presidente e allenatore della Società nuoto Bellinzona, arrestato nel dicembre 2011 e condannato nell’agosto del 2013 a undici anni per abusi sessuali su atleti all’epoca dei fatti minorenni.

I reati ipotizzati dalla Procura

Sarebbe stato Bomio, secondo la Rsi, a far pervenire nella primavera del 2016 alla famiglia della funzionaria, sotto forma di prestito al marito, i soldi. Soldi partiti, in base a nostre informazioni, dal conto di Bomio. Una sola operazione. Un prestito che vede ora indagati la donna, suo marito e lo stesso Bomio. Del procedimento è titolare il sostituto pg e futuro procuratore generale Andrea Pagani. Il quale, fanno sapere in una nota Ministero pubblico e Polizia cantonale, ipotizza nei confronti della funzionaria il reato di corruzione passiva, subordinatamente quello di accettazione di vantaggi. A Bomio, attualmente al carcere aperto dello Stampino, viene contestata di riflesso la corruzione attiva, subordinatamente la concessione di vantaggi. A carico del coniuge della dipendente pubblica, Pagani ipotizza i reati di “istigazione alternativamente complicità in corruzione passiva, subordinatamente istigazione alternativamente complicità in accettazione di vantaggi”. Della vicenda gli inquirenti sono venuti a conoscenza nei giorni scorsi e ieri l’inchiesta è entrata nel vivo con una serie di interrogatori. Al termine dei quali, si segnala nel comunicato stampa, “non sono state prese misure restrittive della libertà personale nei confronti dei tre imputati». Niente arresti, insomma. Le indagini comunque proseguono.

Le spese dopo il crash

Per Bomio l’assistente di riferimento all’Ufficio dell’assistenza riabilitativa (già Ufficio del patronato) sarebbe stata proprio la donna ora indagata. Il prestito sarebbe stato concesso dal detenuto per permettere alla famiglia della funzionaria di far fronte a spese derivanti da un grave incidente della circolazione che aveva coinvolto il marito, e del quale Bomio sarebbe venuto a conoscenza. Un prestito per permettere di far fronte a spese in tutto o in parte insostenibili dalla famiglia, a causa della mancanza, in quel momento, della necessaria liquidità. La donna non avrebbe chiesto nulla a Bomio, ma alla fine avrebbe ceduto all’offerta d’aiuto. Dal conto del recluso sarebbero così usciti i 50mila franchi, in virtù di una procura data alla donna, finiti poi al marito, con il quale Bomio avrebbe ‘stipulato’ il contratto di prestito.

La scoperta nelle imposte

La scoperta di quella transazione sarebbe stata fatta da chi si occupava di allestire la dichiarazione d’imposta del detenuto. Un prestito disinteressato quello del recluso? O il suo aiuto finanziario aveva (anche) altri fini? Saranno gli accertamenti degli inquirenti a stabilirlo. A Bomio nel 2011, come scritto, sono stati inflitti dai giudici undici anni di reclusione. Nel novembre del 2016, dopo aver scontato un terzo della pena, aveva chiesto e ottenuto di poter beneficiare del primo congedo. Un giorno fuori del carcere. Il congedo gli era stato accordato dal giudice dei provvedimenti coercitivi, alla luce del parere della Commissione per l’esame dei condannati pericolosi che non aveva ravvisato pericoli di recidiva.

Scatta anche l’inchiesta amministrativa

Nell’attesa che le indagini coordinate dal sost pg Pagani facciano totale chiarezza sulle circostanze del prestito di 50mila franchi, il Dipartimento istituzioni ha preannunciato ieri l’apertura di un’inchiesta amministrativa nei riguardi della funzionaria. Inchiesta che scatterà oggi o al più tardi lunedì. “Internamente all’Ufficio interessato sono state svolte verifiche e adottate misure ag- giuntive di protezione”, scrive ancora il Dipartimento. Il cui direttore, il consigliere di Stato Norman Gobbi, prende posizione, sempre nero su bianco. “Nel rispetto del principio della presunzione d’innocenza, condanna l’accaduto ed esprime profondo rincrescimento di fronte a situazioni che minano la fiducia che i cittadini ripongono nell’Amministrazione cantonale e nelle Istituzioni”.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔