Ticino

Abitare in cooperativa, una scelta che altrove funziona

Il modello diffuso oltralpe, arriva anche in Ticino. Permette di vivere in un ambiente sociale più solidale e sostenibile economicamente

17 gennaio 2018
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Associarsi in una cooperativa, trovare uno stabile e viverci creando un nuovo modo di abitare? In Svizzera tedesca, in particolare a Zurigo e Lucerna, ma anche a Losanna, si può. Le cooperative d’abitazione Oltralpe sono molto diffuse, essendo circa 20mila. Da oggi chi in Ticino vorrà crearne una – o semplicemente ricevere consulenza – potrà contare sul supporto di Cooperative d’abitazione svizzera - sezione Svizzera italiana (Cassi). «Costituire una cooperativa di questo tipo offre non pochi vantaggi – spiega Monique Bosco-von Allmen, presidente di Cassi –, tra cui una pigione più bassa in media del 20 per cento, la possibilità di ricevere fondi federali non essendo a scopo di lucro, essere comproprietari e non solo inquilini, vivere in un ambiente dove valori come solidarietà e collettività sono protagonisti». Un nuovo concetto di abitare insomma, che non ha al centro la semplice transazione economica o un contratto d’affitto, ma che pone l’accento anche su tutto ciò che ruota attorno al vivere in una casa, in un condominio, in un vicinato. «In queste esperienze si vengono a creare scambi e sostegni reciproci, le persone si conoscono, si aiutano, creano nuovi meccanismi sociali – continua Bosco-von Allmen – e spesso diventano protagonisti proponendo nuove tipologie abitative, sovente scegliendo di utilizzare energie rinnovabili».

Un progetto che viene visto di buon occhio anche dalla Confederazione. A confermarlo è Pierre Heegaard, rappresentante dell’Ufficio federale delle abitazioni: «Crediamo molto in questi progetti, che finanziamo in maniera indiretta. Innanzitutto perché tenendo fede alla nostra Costituzione il Consiglio federale si impegna affinché abbienti e meno abbienti possano tutti disporre di un’adeguata abitazione. In secondo luogo – continua Heegaard – perché gli alloggi sovvenzionati dalla Legge federale che promuove la costruzione d'abitazioni e l'accesso alla loro proprietà scendono di circa il 20 per cento ogni anno. E bisogna trovare altre strade».

«L’associazione offre anche aiuti giuridici e organizza molti corsi di formazione – ricorda Louis Schelbert, consigliere nazionale dei Verdi e presidente dell’associazione a livello nazionale – aiutando pure i suoi membri per le questioni finanziarie, con consigli o crediti». Ma è soprattutto la questione abitativa a muovere la Cassi, infatti anche Schelbert sa che «a Lugano o Bellinzona mancano appartamenti a pigione moderata». Non a caso Mario Branda, sindaco di Bellinzona, vede di buon occhio queste cooperative per almeno tre motivi: «L’aggregazione che abbiamo appena avuto serve anche per riprendere i progetti di pianificazione, dove speriamo che le cooperative abbiano un posto. Ma non va dimenticato come AlpTransit stia portando molta gente nella nostra città, non solo turisti, ma anche come questi siano validi esperimenti di vita sociale. La nostra nuova Bellinzona è una città che guarda al futuro senza rimanere indifferente». Al futuro guarda anche Cristina Zanini Barzaghi, municipale di Lugano e capodicastero Immobili, che afferma come «nei prossimi dieci anni in città avremo bisogno di 2mila alloggi a pigione accessibile. Siamo in ritardo, ma speriamo che questo bisogno faccia partecipare le cooperative ai concorsi che apriremo per i futuri progetti». Futuri progetti cui tende l’orecchio anche Paolo Beltraminelli, direttore del Dipartimento della sanità e della socialità: «Le nostre case ad affitto moderato sono vecchie, più del 50 per cento ha bisogno di interventi. Oggi la situazione non è acuta, ma può diventarlo. Quindi ben venga questo progetto».

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