Mendrisiotto

In aula il traffico illegale di sette tonnellate d'oro

Alla sbarra un 66enne che respinge ogni addebito. Per l'accusa era lui il referente dell'organizzazione

C’erano lastre, lingotti, gioielli e monete
(Foto Udsc)
9 dicembre 2025
|

Lui, il 66enne cittadino italiano, finito martedì alla sbarra davanti alla Corte delle Assise Correzionali, presieduta dal giudica Amos Pagnamenta, si dichiara ‘non colpevole’. Su di lui, però, pende l'accusa di essere la figura di riferimento di uno dei casi di contrabbando d'oro più importante degli ultimi anni in Ticino, secondo gli inquirenti. È giunto infatti in un'aula penale, come riferito dal CdT online, il traffico di oltre sette tonnellate di metallo giallo venuto alla luce, il febbraio scorso, a seguito di una inchiesta condotta dall'Ufficio federale della dogana e della sicurezza dei confini (Udsc). Stando all’accusa, sostenuta dal procuratore generale sostituto Andrea Maria Balerna, tra il 2016 e il 2021 l'uomo avrebbe commerciato lastre, lingotti, gioielli e monete d'oro per un valore commerciale di poco inferire ai 280 milioni di franchi, facendo capo a tre società di Lugano, Chiasso e Roveredo Grigioni. Metallo che sarebbe poi finito in Germania, passando dal Liechtenstein, e sarebbe approdato in Ticino attraverso i valichi del Mendrisiotto. Un passaggio durante il quale avrebbe eluso il pagamento dell'imposta per l'importazione, sino a quasi 22 milioni di franchi. Quanto basta, in altre parole, per convincere Laura Peci, che patrocina l'Udsc, a chiedere la condanna del 66enne a due anni di carcere, oltre a una pena pecuniaria e a una multa di 600mila franchi e all’espulsione dalla Svizzera per almeno dieci anni. L'imputato, difeso dall'avvocato Filippo Ferrari, come detto respinge ogni contestazione. La sentenza, annota il quotidiano di Muzzano, è attesa nei prossimi giorni. A carico del 66enne, del resto, oltrefrontiera c'è un precedente specifico e una inchiesta. Ecco che per la Procura il suo modus operandi è stato applicato al di qua del valico, divenendo il referente di una vera e propria organizzazione dedita all'importazione illegale di oro.

Leggi anche: