La Società Commercianti del Mendrisiotto (Scm) è nell’anno del 50esimo. L’appello del presidente: ‘Non denigriamo quello che si fa o il territorio’
Il 2025 è l’anno del cinquantesimo per la Società commercianti del Mendrisiotto (Scm). Un anno dove non mancheranno i festeggiamenti ma anche le sfide per le quali l’ente presieduto da Davide Rampoldi deve farsi trovare pronto dopo un periodo natalizio durante il quale «come dappertutto si è vista una flessione, non tanto nella frequenza ma nello scontrino – spiega il presidente –. La spesa è più bassa: la gente acquista solo quello di cui ha bisogno ed è meno incline a lasciarsi andare». La Scm ha archiviato due mercatini di Natale di successo. «Per Chiasso siamo molto contenti: la frequenza è stata ottima sull’arco di tutta la giornata». Una giornata culminata con il concerto dei The Vad Vuc in piazza Bernasconi. «Un evento che ha dato un segnale – sottolinea Rampoldi –. I festeggiamenti si sono protratti in un modo diverso e per questo stiamo valutando di prolungare l’orario del mercatino e chiuderlo alle 20». A Mendrisio il tema andrà approfondito. «Dobbiamo costruire la cultura, che al momento manca o comunque è diversa rispetto a Chiasso, del mercato del Borgo. C’è stata una buona frequenza, ma manca proprio il vivere un Borgo molto bello e che si presta».
L’anno si è aperto con una chiusura di peso: la Manor ha lasciato il Centro Breggia di Balerna e, di conseguenza, il Mendrisiotto. «Oggi tutti piangiamo la Manor e va bene – continua il presidente –. Ma forse bisognava andarci prima: sono io il primo a dire che il livello dei prezzi è medio-alto, anche commisurato a un’alta qualità dei prodotti e, probabilmente, non ha attecchito su un territorio come il nostro confrontato con l’Italia e i discount». Per Davide Rampoldi «oggi è inutile piangere: siamo noi che diamo il termometro se non spendiamo i soldi». Questo vuole essere «un richiamo a tutti coloro che sono attori sul nostro territorio e che fanno fatica: evitiamo di continuare a piangere o denigrare quello che si fa o il territorio: dobbiamo essere i primi sostenitori di noi stessi, perché se non lo siamo non ci sosterrà nessuno». Rampoldi riprende anche un concetto pronunciato dal sindaco di Chiasso durante la cerimonia di inizio anno. «Ben vengano le critiche, basta che non siano fini a sé stesse ma costruttive. Quando ci si mette alla tastiera bisogna pensare che quello che scrivo oggi può fare molto male domani. L’ho già detto anche in altre interviste: anche a livello comunale l’esclusiva delle buone idee non esiste, per cui occorre dialogare e scambiarsele».
Per rilanciare il territorio, sono stati avviati vari progetti di marketing. Un esempio su tutti è quanto successo a Como, una realtà che «può piacere o non piacere ma che sta vivendo un overbooking di turisti, soprattutto americani, grazie alle operazioni di marketing». Quella del Mendrisiotto, pur essendo più piccola, è una realtà che offre molti spunti. «Proprio per questo – sottolinea Rampoldi – bisognerebbe ragionare a livello di marketing distrettuale per poter vendere un pacchetto di cui tutta la regione potrebbe beneficiare». In una situazione di ristrettezza economica come quella attuale «lavorare a compartimenti stagni è un po’ triste e non funziona più. Abbiamo un comprensorio ricco di proposte, si pensi solo al Borgo di Mendrisio, alle due montagne e alla facilità dei trasporti per arrivare a Chiasso, dove tutti cercano di fare il loro piccolo. Ma il respiro deve essere ampio: ascoltiamoci e diamoci una mano perché le associazioni sul territorio ci sono».
Da inizio anno sono entrate in vigore le nuove disposizioni federali che hanno abbassato, da 300 a 150 franchi, la soglia per lo sdoganamento delle merci importate dai privati. Anche se sono passati solo due mesi, è già possibile capire se il commercio nel Mendrisiotto ne ha risentito? «Non mi sembra abbia avuto impatto come dicono in molti – risponde il presidente –. È un passo, secondo me bisognerebbe arrivare a zero. Come sempre ci sono commercianti e acquirenti contenti e quelli che lo sono meno. È chiaro che bisogna guardare al benessere della popolazione: nessuno può pretendere che una famiglia in difficoltà faccia i suoi acquisti solo in Ticino, ma è chiaro che per determinati prodotti bisogna porsi delle domande sul rapporto tra qualità e prezzo». L’esempio portato da Davide Rampoldi è quello delle macellerie. «A Chiasso non ce ne sono più, mentre a Mendrisio resistono. Potranno anche essere negozi di paese e avere prezzi alti, ma sono comunque sempre piene. E questo mi porta a dire che c’è della qualità e che sono legate al territorio. Ormai è chiaro: il ticinese che vent’anni fa stava bene, oggi sta un po’ meno bene e deve per forza di cose stare attento alle spese».
Come detto in apertura, la Scm festeggia quest’anno il suo primo mezzo secolo di attività. Ci sono appuntamenti particolari in calendario? «Stiamo pensando a una caccia al tesoro nel Borgo, a un evento musicale su Mendrisio e a una collaborazione con Facciamo Chiasso – aggiunge ancora Rampoldi –. Ci piacerebbe inoltre organizzare qualche evento negli spazi dell’Ellipticum». Tra i progetti al vaglio c’è anche il ritorno della lotteria dei commercianti che, però, non verrebbe riproposta a Natale ma in «un altro periodo, che potrebbe essere tra aprile e maggio, ovvero in un momento in cui il commercio generalmente è frenato, per promuovere al meglio la stagione estiva». Una parte verrà infine dedicata anche ai corsi di formazione. «Stiamo collaborando con Federcommercio perché nell’ambito del nuovo contratto collettivo di lavoro – conclude Davide Rampoldi – ci sono anche una serie di finanziamenti che sostengono i progetti di formazione. È importante che i nostri soci capiscano che bisogna formarsi anche per le piccole cose e che accettino consigli».
Così come fatto da Chiasso, Mendrisio e dalle principali città ticinesi, anche la Scm ha aderito al progetto ‘La Città che include’ che intende coinvolgere esercizi e servizi pubblici nella creazione di luoghi ‘amici dell’autismo’ in cui una persona con autismo e la sua famiglia possono recarsi con la sicurezza di trovare interlocutori informati, che sappiano riconoscere e accogliere i loro bisogni speciali. Il progetto della Fondazione Ares, sviluppato in collaborazione con le persone che vivono la condizione dell’autismo, con la Scm e il sostegno delle due città, lavorerà su quattro punti principali. Ovvero la sensibilizzazione di esercizi ed enti pubblici nei due centri, la formazione di base sulle modalità da adottare nell’accoglienza di persone con autismo e, infine, l’elaborazione di un documento di raccomandazioni da distribuire e implementare presso esercizi ed enti pubblici di Mendrisio e Chiasso. Il modello verrà in seguito esteso ad altre città del Cantone.