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Traffico e PoLuMe: ‘Prima si coinvolgano le regioni’

Alla luce del mandato al Politecnico di Zurigo, i contrari alla terza corsia chiedono maggiore attenzione per le realtà locali. Svincolo, ecco le misure

Per Ustra si tratta di ‘leggeri adattamenti’
(Ti-Press)
4 febbraio 2025
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La planimetria restituisce un'immagine puntuale di come potrebbe cambiare l'intreccio viario nell'area dello svincolo autostradale di Mendrisio. E questa ‘fotografia’ è bastata a far sobbalzare sulla sedia la capa dicastero Pianificazione e spazi pubblici Francesca Luisoni e con lei il Municipio della Città. Gli interventi ipotizzati dall'Ufficio federale delle strade (Ustra), presentati in occasione dell'ultima riunione del Gruppo tecnico di lavoro sul PoLuMe sono sei e in altrettanti punti del comparto. Traendone un elenco, si prefigura la soppressione della rotonda Laveggio e si prospetta una modifica – definita ‘geometrica-funzionale’ – dell'uscita nord-sud dell'A2. Due gli adeguamenti in due rondò, in zona Borromini e a Rancate, due i bypass inseriti alla rotatoria di Mendrisio e ancora una volta a Rancate, dove si prevede di mettere mano pure al nodo di interscambio. La riproduzione dei vari ‘accorgimenti’, a prima vista, non appare poca cosa. Ustra, dal canto suo, minimizza e parla di "leggeri adattamenti"; e ribadisce che lo snodo dell’autostrada si dimostrerà "all'altezza anche degli scenari 2050", verso i quali ci si proietta. Sta di fatto che le preoccupazioni dell'autorità comunale per l'impatto che queste misure potrebbero, se confermate, avere sul territorio restano, eccome.

I limiti della rete locale

C‘è un aspetto, però, sul quale anche i tecnici federali non possono non attirare l'attenzione. Guardando al futuro, a mostrare dei problemi, sullo sfondo appunto il progetto PoLuMe, è semmai il sistema della viabilità locale, già oggi sovraccarico. In effetti, dà atto Ustra, "le analisi svolte dimostrano che anche alcuni raccordi alla rete locale dello svincolo di Mendrisio, già oggi sofferenti, nel 2050 non saranno più in grado di assorbire il traffico in uscita dall’autostrada per servire l’agglomerato; e questo non per una conformazione errata dello svincolo, ma per una mancanza di capacità di assorbimento della rete locale". Il riferimento è a "limitazioni e moderazioni del traffico che riducono le possibilità di entrata nel borgo". Sebbene in parte comprensibili, si annota, "vanno accompagnate da misure fiancheggiatrici (strade alternative o posteggi) per evitare che le colonne di rigurgito mettano a repentaglio la sicurezza dell’utenza autostradale".

Quella petizione ‘quasi profetica’

Le rassicurazioni e i rimedi calati da Berna, d'altra parte, non fanno altro che rafforzare la posizione di chi, da subito, si è detto contrario alla terza corsia dinamica fra Lugano e Mendrisio, ovvero il progetto PoLuMe. A dire ’no‘ quattro anni or sono al grido ’Salviamo Mendrisiotto e Basso Ceresio‘ erano stati 6'308 cittadini e cittadine. Riletta oggi, quella raccolta firme per i promotori si conferma «largamente in anticipo sui tempi», di più «quasi profetica». Già allora a motivare il dissenso vi era proprio il fatto che il potenziamento del tratto sud dell'autostrada "non risolve il problema attuale del traffico e avrà un forte impatto sul territorio, sia durante la realizzazione di cantiere, sia a opera conclusa".

Quanto basta per sollecitare, sin dagli esordi, la necessità di pianificare in modo coordinato i grandi progetti – con le opere sull'A2 anche AlpTransit – così come la circonvallazione in galleria e/o la copertura dell'autostrada nei centri abitati del Mendrisiotto e Basso Ceresio. Ecco che la decisione del Datec (Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni) di dare mandato al Politecnico di Zurigo di approfondire i progetti sulle infrastrutture dei trasporti – ferroviarie e stradali – e indicare le priorità nel solco di una ‘visione d'insieme’, nella lettura dei contrari «non fa che avvalorare gli obiettivi della petizione».

‘Coinvolgerci è imperativo’

E allora per il Comitato del ‘no’ è bene, una volta di più, cogliere questa opportunità per ribadire un concetto che da tempo viene evocato. «Nella realizzazione di questo studio – ci sottolineano – riteniamo fondamentale che si coinvolgano in modo concreto le popolazioni toccate dai vari progetti per conoscere e tenere conto degli interessi delle varie regioni. Insomma, nessun progetto di tale portata potrà in futuro essere ‘cucinato’ da studi ingegneristici privati su mandato di uffici federali e cantonali. Non si dovrà più progettare nulla per le regioni senza coinvolgere concretamente le regioni stesse».

AlternativA: ‘Giù la maschera’

Per conoscere il piano d'azione federale sui principali assi di collegamento – quindi anche il tratto a sud dell'A2 – bisognerà, dunque, attendere lo studio degli esperti. Sta di fatto che il potenziamento dell'autostrada tra Lugano e Mendrisio continua a essere iscritto tra i progetti, anche se, per ora, rimane in un cassetto. Costretto dalla valanga di ‘no’ pronunciata il 24 novembre scorso dalla cittadinanza a prendersi una pausa di riflessione, a Berna si è comunque decisi a tirare dritto. Anzi, agli occhi dell'area progressista di Mendrisio, Ustra dovrebbe togliersi la maschera. In effetti, si rilancia, sta portando avanti "sistematicamente i suoi progetti senza curarsi di elementi – che sembra considerare dettagli collaterali trascurabili – come utilizzo del territorio, sostenibilità ambientale, salute, qualità della vita". E questo vale per la terza corsia dinamica come per l'area di sosta dedicata ai Tir sull'autostrada fra Coldrerio e Balerna. In realtà, rilancia l'AlternativA di Mendrisio, oggi "si tratta di promuovere un chiaro cambio di paradigma nel segno di maggiore sostenibilità".

Per il gruppo che riunisce Verdi e Sinistra, in altre parole, in cima alla lista non ci sono più strade bensì delle risposte diverse. A essere basilari, si ribadisce in una nota, sono "soluzioni che non impattano sulla qualità della vita della popolazione e sul territorio, già ampiamente compromesso nel fondovalle. Incentivare la mobilità aziendale, la mobilità dolce e continuare a potenziare il trasporto pubblico deve essere prioritario. Perché, come detto, più strade si creeranno, più il traffico troverà nuovi sbocchi e maggiori saranno i disagi".

A essere emblematico è quanto capitato la settimana scorsa attorno allo svincolo autostradale della città, già ridisegnato fra il 2014 e il 2018 e costato circa 100 milioni di franchi. Gli interrogativi per l'AlternativA, quindi, rimangono aperti. Tanto da sollecitare in una interpellanza dei chiarimenti allo stesso Municipio della Città. L'obiettivo? Conoscere nel dettaglio la proposta federale e capire quali siano gli "aspetti problematici" e i costi dell'operazione. Del resto, durante la campagna per la votazione del 24 novembre, nel Mendrisiotto, fa notare il gruppo, è emerso in modo evidente che i contrari alla strategia federale contestassero pure il PoLuMe, per loro stessa ammissione. Non solo, se l'ipotesi di lavori supplementari sullo snodo dell'A2 fossero stati di dominio pubblico prima della consultazione, rimarca l'AlternativA, "a Mendrisio il potenziamento delle autostrade svizzere sarebbe probabilmente stato bocciato non con il 64% dei voti ma con il 70% e forse più. Lo stesso sarebbe successo nel Mendrisiotto, dove la percentuale dei ‘no’ è stata del 62,8%".