A Mendrisio il gruppo dell'AlternativA invoca un cambio di paradigma, chiama in causa Ustra e chiede chiarimenti sugli interventi attorno allo svincolo
Per conoscere il piano d'azione federale sui principali assi di collegamento – quindi anche il tratto a sud dell'A2 – bisognerà attendere lo studio affidato al Politecnico di Zurigo. Sta di fatto che il potenziamento dell'autostrada tra Lugano e Mendrisio continua a essere iscritto tra i progetti, anche se, per ora, rimane in un cassetto. Costretto dalla valanga di ‘no’ pronunciata il 24 novembre scorso dalla cittadinanza a prendersi una pausa di riflessione, l'Ufficio federale delle strade (Ustra) sembra comunque deciso a tirare dritto. Anzi, agli occhi dell'area progressista di Mendrisio, Ustra dovrebbe togliersi la maschera. In effetti, si rilancia, sta portando avanti "sistematicamente i suoi progetti senza curarsi di elementi – che sembra considerare dettagli collaterali trascurabili – come utilizzo del territorio, sostenibilità ambientale, salute, qualità della vita". E questo vale per la terza corsia dinamica come per l'area di sosta dedicata ai Tir sull'autostrada fra Coldrerio e Balerna. In realtà, rilancia l'AlternativA di Mendrisio, oggi "si tratta di promuovere un chiaro cambio di paradigma nel segno di maggiore sostenibilità".
Per il gruppo che riunisce Verdi e Sinistra, in altre parole, in cima alla lista non ci sono più strade bensì delle risposte diverse. A essere basilari, si ribadisce in una nota, sono "soluzioni che non impattano sulla qualità della vita della popolazione e sul territorio, già ampiamente compromesso nel fondovalle. Incentivare la mobilità aziendale, la mobilità dolce e continuare a potenziare il trasporto pubblico deve essere prioritario. Perché, come detto, più strade si creeranno, più il traffico troverà nuovi sbocchi e maggiori saranno i disagi".
A essere emblematico è quanto capitato la settimana scorsa attorno allo svincolo autostradale della città. Come confermato su queste colonne da Francesca Luisoni, a capo del Dicastero pianificazione e spazi pubblici di Mendrisio, nonché tra i delegati al tavolo dei Gruppi di lavoro e di accompagnamento al progetto PoLuMe, proiezioni dei dati sul viavai veicolare alla mano, lo snodo dell'A2 non riuscirebbe a reggere i flussi di traffico previsti. Uno scenario che ha indotto Ustra a presentare delle ipotesi di intervento (in più punti) che preoccupano il Municipio di Mendrisio soprattutto per l’impatto che queste modifiche avrebbero sul territorio.
Secondo l'Ufficio federale delle strade, invece, non si può parlare di un ripensamento dello svincolo, già ridisegnato fra il 2014 e il 2018 e costato circa 100 milioni di franchi. Gli interrogativi in ogni caso rimangono aperti per l'AlternativA, la quale ora in una interpellanza sollecita dei chiarimenti allo stesso Municipio della Città. L'obiettivo? Conoscere nel dettaglio la proposta federale e capire quali siano gli "aspetti problematici" e i costi dell'operazione.
Del resto, durante la campagna per la votazione del 24 novembre, nel Mendrisiotto, fa notare il gruppo, è emerso in modo evidente che i contrari alla strategia federale contestassero pure il PoLuMe, per loro stessa ammissione. Non solo, se l'ipotesi di lavori supplementari sullo snodo dell'A2 fossero stati di dominio pubblico prima della consultazione, rimarca l'AlternativA, "a Mendrisio il potenziamento delle autostrade svizzere sarebbe probabilmente stato bocciato non con il 64% dei voti ma con il 70% e forse più. Lo stesso sarebbe successo nel Mendrisiotto, dove la percentuale dei ‘no’ è stata del 62,8%".