Dopo i progetti di Mendrisio e Balerna, ci sono altri due Comuni pronti a mettere le fondamenta di altrettante strutture
A Mendrisiotto e Basso Ceresio mancano posti letto. Nelle residenze per anziani della regione oggi non ve ne sono a sufficienza: è un dato di fatto. A un fabbisogno conclamato e già certificato dalla Pianificazione integrata cantonale (orizzonte il 2030), le istituzioni del territorio hanno già mostrato, però, non solo di reagire ma pure di essere pronte a rimboccarsi le maniche e a rispondere alle necessità della popolazione. La Città di Mendrisio ha messo in cantiere la costruzione della Torriani 3. E Balerna non solo ha scelto di ampliare il suo Centro comunale, ma altresì di imboccare la strada della messa in rete, alleandosi con Ecam, l’Ente case anziani Mendrisiotto. Non sono, però, i soli Comuni a prendere in seria considerazione l’opportunità di realizzare una nuova struttura. Tra chi si sta mettendo in gioco si iscrivono anche Riva San Vitale e Breggia.
Soffermandosi sul Borgo che affaccia sul Ceresio, il Municipio guidato da Antonio Guidali sta procedendo un passo alla volta. In questo momento l’obiettivo è ancorare le intenzioni al Piano regolatore. Del resto, nei piani del Comune la realizzazione di una casa per anziani c’è da tempo. Un progetto che, a un decennio di distanza, ha ripreso vigore quando i cittadini e le cittadine di Val Mara hanno affossato (seppur di misura) la proposta sul tavolo a Melano. Una opzione che, cercati subito i contatti con il Dss, il Dipartimento sanità e socialità, ha fatto breccia a livello cantonale. «Attualmente ci troviamo in una fase preliminare: stiamo verificando il quadro pianificatorio – ci aggiorna il sindaco Antonio Guidali –. In effetti, prima di passare all’azione saremo chiamati a elaborare una variante di Piano regolatore e l’iter può essere lungo». Sul luogo deputato ad accogliere la futura casa per anziani, però, non aveva cambiato idea. «I terreni identificati sono gli stessi. Ovvero quelli di proprietà comunale nelle vicinanze della scuola media. Ora va definito formalmente il loro utilizzo».
Da quanto abbiamo potuto appurare l’Esecutivo di Riva ha preso contatto con Ecam. «Vi sono stati, sì, dei contatti, ma di carattere conoscitivo – conferma il sindaco –. Si è trattato di incontri informali con i rappresentanti dell’Ente, utili a capire meglio la situazione. Riunioni nel corso delle quali ci hanno comunicato che sono concentrati sul progetto della Torriani 3. Sia chiaro, per quanto ci riguarda non parliamo di una iniziativa a breve termine. Se tutto va bene lungo il cammino procedurale – in altre parole, la preparazione della variante di Pr e la presentazione del credito di costruzione in Consiglio comunale, ndr - ci vorranno almeno dai 3 ai 5 anni, a essere fortunati». Il Municipio non intende, quindi, lanciarsi in questa iniziativa da solo. «A fronte dei costi di simili operazioni (a Mendrisio per la Torriani 3 si stimano oltre 47 milioni), Riva San Vitale non può fare tutto da solo: è impensabile per noi costruire in autonomia. Ci vuole un partner – ci spiega Guidali –. Sarà importante, dunque, comprendere se una proposta del genere possa rientrare nei progetti dei potenziali interlocutori. Se, insomma, arriviamo al momento giusto».
E il Dss come ha accolto la vostra proposta? «Il Dipartimento ci appoggia – tiene a far sapere il sindaco –. Siamo già stati rassicurati in tal senso. Se in futuro avremo bisogno di una mano nel preparare il dossier, hanno promesso che ci aiuteranno ad abbreviare i tempi». Avere il sostegno del Dipartimento è un buon punto di partenza. «Anche perché qui nella regione del Basso Ceresio la carenza di posti letto c’è – ribadisce il sindaco di Riva –. Del resto, ce l’ha confermato lo stesso Dipartimento. Detto altrimenti, ogni nuova casa per anziani che verrà costruita, è la benvenuta».
Sul calendario di Breggia il mercoledì 19 febbraio è già segnato in bella evidenza. In quella data si riunirà per la prima volta il Gruppo di lavoro operativo chiamato a ragionare sul futuro quartiere intergenerazionale. Il progetto che ha preso forma nelle intenzioni della Fondazione Parco San Rocco – la stessa che sovraintende alle strutture di Morbio Inferiore e Coldrerio – e che è stato condiviso dal Municipio di Breggia. Al tavolo, allargato, del Gruppo non siederanno solo i rappresentanti istituzionali ma pure i cittadini del comune, ai quali si è fatto appello per dare vita a due gremi di discussione. «In effetti, il 19 febbraio daremo il via alla fase di studio e avremo il primo incontro del Gruppo di lavoro operativo, con i cittadini che si sono messi a disposizione con buona volontà, che coinvolgerà a sua volta il Gruppo di accompagnamento e i vari ‘stakeholder’, i cosiddetti ‘portatori di interesse’ – ci spiega Michaela Marmotta, a capo del Dicastero sanità –. A breve, insomma, daremo definitivamente il via al lavoro concreto». Quale sarà il ruolo dei due Gruppi di lavoro? «Innanziutto, ci daranno modo di capire quali sono le esigenze della comunità, coinvolgendo appunto gli stessi cittadini», ci risponde la municipale. Infatti, avete scelto in modo dichiarato di percorrere la via del processo partecipativo. «Una strada che potrebbe allungare i tempi, ma che rappresenta l’approccio corretto».
Con la Fondazione Parco San Rocco come siete rimasti? «In un comportamento di stretta collaborazione, perché per edificare una simile struttura abbiamo bisogno di unire le forze e di andare di pari passo nella stessa direzione. All’interno del Gruppo di lavoro operativo, infatti, saremo presenti noi come rappresentanti del Municipio, ma pure la Fondazione Parco San Rocco». Sul piano logistico si guarda a Morbio Superiore: è deciso? «Questa è l’idea iniziale, ma non si escludono altre proposte da parte dei cittadini – annota Michaela Marmotta –. L’Esecutivo ha individuato il terreno a Morbio Superiore, vicino alla Casa comunale. Se ci dovessero, però, essere altre proposte valide da intavolare, sicuramente se ne discuterà. Tutte le valutazioni che sarà chiamato a fare il Gruppo di lavoro saranno condivise con i diretti interessati e con chi dovrà prendere la decisione finale».
Vi siete dati una tempistica? «Come tempistica facciamo riferimento a quanto successo a Coldrerio: dall’idea alla concretizzazione sono passati 8 anni, senza intoppi. Lo prendiamo a mo’ di paragone», conclude la capodicastero. Non resta che mettersi all’opera, consapevoli dell’impegno che attende tutti.