A Chiasso Consuelo Chiesa ci racconta l’impegno di tramandare radici e amore per il proprio paese, soprattutto nelle nuove generazioni
Si è affacciata al Consiglio direttivo nel gennaio 1977 – da poco diventata ventenne e prima donna a farne parte –, nel 2024 Consuelo Chiesa, forte di radici nella cittadina di confine, esperienza e impegno, ne è diventata presidente. Nella sua prima assemblea, a capo dell’Associazione patrizi chiassesi, ha rimarcato il riavvicinamento di molte persone e soprattutto la presenza anche di diversi giovani patrizi che hanno già aderito all’associazione: «Un bel successo anche a livello personale» ci fa sapere.
Un successo che raccoglie appena preso in mano il testimone da Sergio Bernasconi, presidente per 34 anni. A lui, peraltro, è stato dedicato un discorso ricco di emozione, così da rendergli il giusto merito, si legge sul sito, “per quanto fatto in tutto questo tempo. In omaggio gli è stata consegnata una piccola pianta di castagno che prenderà posto nella selva del Penz che porterà una targa a lui dedicata”.
Il 2025 sarà del resto un anno impegnativo, essendo quello, teoricamente, del sessantesimo. Fu proprio il 14 gennaio 1965, infatti, che alcuni patrizi, riuniti al Ristorante Carlino, lanciarono l’idea di ricostituire il nucleo delle famiglie patrizie, dopo che la Vicinanza di Chiasso era stata disciolta nel 1932 con la donazione di beni al Comune, e lo fecero con il desiderio di riprendere la tradizione di incontrarsi nel giorno (il 20 gennaio) di san Sebastiano, patrono dei nuclei patriziali chiassesi: “La necessità avvertita – non manca di ricordare il sodalizio – era quella di riunirle proprio nello spirito degli antichi vincoli e delle tradizioni, nei valori di solidarietà e attaccamento al paese, con la collaborazione ad attività culturali e benefiche e con l’impegno di conservare e valorizzare i beni locali”.
Poi, si sa, i tempi cambiano, così nel 1995, tramite la revisione degli statuti, “abbiamo segnato – ci illustrano gli anni successivi – un’apertura anche verso le donne e persone o famiglie non patrizie che dimostrano comunque un attaccamento alle proprie radici. Tale apertura è risultata bene accolta e ha scaturito dinamiche positive”. Ma è solo nel 1968 che l’associazione, come la conosciamo oggi, è stata costituita: «Ed è per questo – ci rende attenti la presidente – che si è deciso di aspettare tre anni per celebrare l’importante traguardo».
E se non è ancora tempo per impegnarsi per i festeggiamenti, c’è a ogni modo lavoro all’interno del Consiglio direttivo: «Stiamo preparando tutta la documentazione per ottenere il passaggio di entità da associazione a patriziato. C’è tanto da raccogliere e catalogare prima di presentare la richiesta al Consiglio di Stato. Un grosso lavoro che ci sta portando anche a ricostituire tutti i nuclei familiari. Del resto, a parte Mendrisio dove i patrizi sono una corporazione, in Ticino si hanno dei patriziati» evidenzia Consuelo Chiesa. Una necessità che si affianca alla sfida di «invogliare maggiormente i giovani a farvi parte. In passato le nuove generazioni si sono un po’ allontanate, ora auspichiamo che possano ritrovare entusiasmo e interesse».
Sono circa 150 i soci (160 se si includono anche coloro che ricevono la tassa), otto le famiglie storiche considerate patrizie di Chiasso, ovvero gli Agustoni, Bernasconi, Calvi, Canova, Chiesa, Corti, Pedroni e Regazzoni. Del comitato fanno parte: Elvezio Chiesa (segretario/cassiere), Rolando Agustoni, Marzio Bernasconi, Sergio Bernasconi, Marzio Canova, Laura Chiesa, Luciano Chiesa, Floriana Castelletti-Pedroni, Nicola Castelletti, Sonia Colombo-Regazzoni, Michela Pagani-Tresoldi e Giancarlo Ticozzi. Soci onorari: Giuseppe Chiesa, Osvaldo Chiesa e Sergio Bernasconi nominato lo scorso anno anche presidente onorario.
La sede si trova all’interno della Biblioteca comunale, “frutto della dedizione che tutti i soci hanno sempre dimostrato verso la loro città d’origine – leggiamo sul sito www.patrizichiasso.ch –. La storia inizia infatti sul finire degli anni Ottanta quando il colto patrizio Carlo Chiesa decide di donare la sua preziosa collezione di ex-libris al Comune di Chiasso. Proprio in quegli anni lo stesso Comune sta sistemando Villa Ginella per ricavarne una biblioteca; una bella casa edificata all’inizio del Novecento nei pressi della Breggia e successivamente donata al Comune dai coniugi Amelia ed Enrico Ginella Camponovo. Nel 1989, l’assemblea dei patrizi vota un credito di 40mila franchi, pari alla metà del capitale sociale, per la realizzazione di un arredo specifico che possa conservare, ma anche rendere disponibile una tra le maggiori e preziose collezioni in Europa. Nel 2014 ne diventa la sede”.