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Con fine gennaio chiude a Chiasso la sede dell’ex Credit Suisse

Una quindicina di dipendenti vi resterà un paio di mesi fino al trasferimento a Manno, un centinaio approderà a Palazzo Mercurio

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(Ti-Press)
20 gennaio 2025
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Venerdì, 31 gennaio, sarà l’ultimo giorno di apertura della storica sede del Credit Suisse (ormai ex) di Chiasso. Dopo una storia trentennale, la sede di piazza Indipendenza chiuderà casse e uffici, trasferendo interamente il suo attuale personale, circa 120 persone. Una decisione, cosiddetta dovuta e quantomeno attesa, dopo la fusione, avvenuta il 1° luglio dello scorso anno, fra Cs e Ubs.

Fra i dipendenti però pare aleggiare un po’ di malcontento, soprattutto fra chi vedeva in questa struttura una posizione ideale e centrale. Solo in una quindicina, infatti, continuerà a lavorarvi, ma solo in attesa, si parla di un paio di mesi, di essere trasferiti a Manno, nel mastodontico palazzo Suglio, acquistato nel 2020 dal gruppo Artisa. Ben 20mila metri quadrati, oggi di proprietà dell’imprenditore Stefano Artioli, realizzati nella seconda metà degli anni Novanta su progetto degli architetti Schneebeli, Amman e Ruchat. Malcontento, dicevamo, perché confrontati con un luogo altamente trafficato e caotico, tanto che recentemente diverse aziende hanno deciso o stanno decidendo di dislocarsi.

La scelta su Palazzo Mercurio

Ma non tutti approderanno nel Luganese. Dopo la conferma dataci dal direttore regionale Ticino di Ubs, Luca Pedrotti, «di un reintegro del centinaio circa restante di collaboratori nelle loro rispettive funzioni, essi rimarranno a Chiasso e saranno trasferiti a Palazzo Mercurio, in piazza Colonnello Bernasconi 5», di proprietà del fondo di investimento che fa capo alla Cassa pensioni di Ubs e dove troveranno ufficio anche 150 dipendenti della Cornèr Banca. Una scelta quella di Ubs dettata da più elementi: «Ha pesato la decisione di mantenere questa sede non solo per il suo posizionamento ma anche per la necessità di sfruttare al massimo le potenzialità degli spazi. C’è poi il fatto che l’edificio ex Cs presenta costi di mantenimento più elevati e necessitava per un miglior sfruttamento degli spazi interni investimenti importanti, ciò che non è necessario per Palazzo Mercurio» ci fa sapere Pedrotti.

Sul mercato con potenziali acquirenti

E se, dunque, pare chiaro il quadro relativo al personale e alla sede Ubs, nulla è deciso per quella che è a questo punto la ‘vecchia’ location: «È stata messa sul mercato attraverso l’indizione di un bando attraverso il quale si sono raccolti i potenziali interessati» sono le poche informazioni che trapelano da Pedrotti. Bocche cucite sull’entità delle offerte di acquisto e sul settore dei potenziali acquirenti: «Posso dirle che c’è un po’ di tutto, anche perché il palazzo si presta a funzioni svariate, dalle attività commerciali a quelle amministrative, fino anche, in parte, a condominio. Insomma, le possibilità di utilizzo, ripeto, sono variegate». Nessun passo avanti, invece, come puntualizza il direttore regionale, è stato fatto con il Consiglio di Stato per proporre lo stabile quale futuro quartier generale della giustizia ticinese.

Uno stabile che ha, del resto, tutte le carte in regole in quanto era stato ristrutturato solo quattro anni fa. Dopo la riapertura nel gennaio del 2021, per la rinnovata succursale dell’allora Credit Suisse di Chiasso si era tenuta nel settembre successivo l’inaugurazione ufficiale. Il sindaco di Chiasso Bruno Arrigoni e il presidente del Consiglio d’amministrazione di Credit Suisse (Svizzera) Sa Peter Derendinger avevano tagliato il nastro insieme a Matthias Anderegg, responsabile del Local Management Team di Chiasso e Marzio Grassi, responsabile Regione Ticino di Credit Suisse.

Era stato lo stesso Matthias Anderegg che, durante la cerimonia, aveva ribadito che “Credit Suisse ha voluto investire circa 10 milioni di franchi per ristrutturare completamente l’edificio risalente agli anni 90. Ciò è una chiara testimonianza dell’importanza della piazza di Chiasso, dove siamo presenti dal 1956, e della volontà di restarci anche in futuro”. Evidentemente poi le carte in gioco sono diametralmente cambiate. Quella di Chiasso era stata, peraltro, la prima succursale in Ticino ristrutturata secondo il nuovo concetto di consulenza orientato alle mutate esigenze della clientela, in particolare in ambito digitale. Agli sportelli, rimasti al primo piano, era stato aggiunto un ‘Digital Bar’ per la consulenza e la dimostrazione pratica delle nuove applicazioni della banca come Ccx, il conto interamente digitale. Inoltre, due piani superiori erano stati separati per essere messi a disposizione di futuri inquilini esterni. Qui forse già il segnale di... un nuovo ‘corso’.

La città e il futuro

Quale futuro, quindi, per il settore e per Chiasso? Il sindaco Bruno Arrigoni è ottimista: «Sono convinto che l’ex Cs troverà presto un inquilino, anche, e non solo, per la sua posizione fortemente interessante. Noi peraltro l’abbiamo segnalato mesi fa al Consiglio di Stato, almeno per gli uffici amministrativi di Palazzo di Giustizia, ma non abbiamo mai avuto alcuna risposta. Già in passato peraltro abbiamo avuto, come Municipio, sollecitazioni per spazi disponibili da parte di importanti gruppi, penso al marchio di moda Guess, oggi a Manno, un gruppo desideroso di trovare soluzioni sul confine, quantomeno per favorire i suoi dipendenti per la maggior parte frontalieri. Da parte nostra, anche solo quale tramite, non mancheremo occasione di segnalarlo».