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‘Al Casinò di Mendrisio è in atto una guerra’

Ocst e Unia criticano la disdetta del Ccl e prefigurano un peggioramento delle condizioni di lavoro dei circa 200 dipendenti

Schierati davanti all’Admiral
(Ti-Press)
17 gennaio 2025
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Schierati davanti al Casinò Admiral di Mendrisio, come i quattro moschettieri, dove solo qualche giorno fa la direzione ha annunciato, dopo diciotto anni, la disdetta del contratto collettivo di lavoro. Ocst e Unia, a braccetto, per ricordare che «non è mai qualcosa di buono e per i 200 collaboratori circa la preoccupazione è molta – ha esordito Nenad Jovanovic (Ocst) affiancato dal collega Bojan Nikolic –, malgrado le rassicurazioni giunte dalla direzione stessa. In questi casi, senza più l’avallo dell’assemblea del personale e dei sindacati, si va sempre verso qualche forma di peggioramento delle condizioni di lavoro, questo è certo. L’aspetto positivo è che essendo la disdetta stata comunicata con largo anticipo, rispetto alla data del 30 settembre precedentemente concordata, ci lascia spazio e tempo per valutare una proficua, si spera, discussione con i vertici della casa da gioco».

‘Comunicazione-bluff’

Un impegno sottoscritto anche da Unia: «È da mesi che stiamo collaborando con Ocst in quanto anche noi abbiamo degli iscritti – rimarca Vincenzo Cicero – ed è dal 2022 che avevamo subodorato questa possibilità poi realizzata. Siamo qui dunque per smascherare in primo luogo quella che non è altro che una comunicazione-bluff, il voler cioè presentare come un’evoluzione naturale una disdetta che non ha giustificazioni, soprattutto da quello che è il primo dei casinò della Svizzera italiana. Lo capisce anche un bambino che vi è la volontà di peggiorare le condizioni di lavoro. Perché, ci chiediamo, se vi era la volontà di mantenere le stesse condizioni di lavoro perché non accettare la nostra richiesta di trasporlo in un contratto aziendale? Non c’è, infatti, un solo caso in qualsiasi settore professionale dove una disdetta abbia portato a mantenere lo status quo».

Frecciata alla direzione

Poi la bordata alla direzione: «I protagonisti sono le stesse persone che c’erano al casinò di Lugano, dopo la disdetta del Ccl, e che hanno poi tagliato i salari dei dipendenti del 30%. Se il buongiorno si vede dal mattino quanto succede è preoccupante. Solo il 20 dicembre scorso avevamo avuto un incontro, ma il clima è andato poi deteriorandosi con la volontà di reprimere qualsiasi voce critica, anche i nostri stessi delegati sindacali, registrando le assemblee e poi licenziando le voci fuori dal coro. “Questa è una guerra”, ha detto qualcuno lì dentro. Non si dica, perciò, che è una decisione dovuta e imposta dall’evoluzione del mercato. Qui l’online non c’entra niente. Lo dimostra il fatto che Mendrisio è il secondo casinò per i giochi terrestri su 21 in tutta la Svizzera e quarto se si considera anche l’online».

La richiesta

‘Devono tornare sui propri passi’

Da qui la richiesta unanime al consiglio di amministrazione: «Devono tornare sui propri passi, sulle loro decisioni, non possiamo accettare questa situazione».

Rischio licenziamenti

Sindacati che paventano grossi rischi, «in particolare per i dipendenti con più anzianità, che potrebbero essere sostituiti da nuovi e giovani dipendenti con salari più bassi – non manca di annotare Matteo Poretti (Unia) –. Va anche ricordato che Mendrisio non ha neppure subìto la riapertura del casinò di Campione e che nel 2024 registra un ulteriore aumento della cifra d’affari. Togliere il Ccl significa semplicemente che vogliono guadagnare ancora di più dell’utile d’esercizio medio annuale che fra il 2022 e il 2023 è stato di oltre 8 milioni di franchi. Un regolamento non è sufficiente, serve, ribadiamo, un contratto aziendale».

Cifre importanti

Nel corso della conferenza stampa volante è stato consegnato anche un volantino su cui era scritta, a chiare lettere, la cifra d’affari dell’Admiral nel periodo fra il 2002 e il 2023: 72,765 milioni di franchi. Un crescendo dal 2021 quando era stata di oltre 40 milioni, passando al 2022 con 66,799 milioni e al 2023 con i suoi 74,11 milioni. Numeri importanti se vi affianchiamo anche l’utile d’esercizio cumulato tra il 2002 e il 2023 che ha rasentato i 180 milioni (4° casinò in Svizzera).

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