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La rigenerazione urbana tra gli Archi di Chiasso

Il bimestrale di architettura, ingegneria e urbanistica dedica un numero alla cittadina di confine con l’obiettivo di presentare i progetti in corso

C’è fermento in corso
(archivio Ti-Press)
29 maggio 2024
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Chiasso si prepara al futuro. Da ormai diversi anni gli investimenti pubblici e privati vanno a braccetto, con l’obiettivo di disegnare quella che sarà la cittadina di domani. Il fermento pianificatorio in corso ha attirato l’attenzione della rivista specializzata Archi. Il bimestrale di architettura, ingegneria e urbanistica ha infatti dedicato il secondo numero del 2024 proprio a Chiasso. Come si legge nell’editoriale firmato da Mercedes Daguerre, “occupandosi di rigenerazione urbana a Chiasso, Archi riprende un fil rouge che ha documentato dall’inizio del millennio soffermandosi sulle diverse fasi in cui il Municipio si è misurato con le criticità dell’abitato. Un approccio che ha registrato le specificità di questa ‘città di confine’ colpita dalla globalizzazione, cercando di ricollegarle alla dimensione spaziale e alle problematiche della mobilità in un quadro geopolitico di riferimento che oscilla tra la scala regionale e quella insubrica della ‘Città dei Laghi’, dalle relazioni inter-metropolitane alla Macroregione Alpina”. Dopo l’apertura delle gallerie di base del San Gottardo e del Ceneri, la “collocazione strategica” tra Zurigo e Milano “risulta penalizzata dall’incompiuto tracciato ferroviario di AlpTransit nella tratta meridionale Lugano-Chiasso”. Anche in questa fase di grandi cambiamenti, si legge ancora nell’editoriale, “si conferma dunque una programmatica continuità progettuale e la consapevolezza del Comune di Chiasso dell’importanza del proprio suolo nel portare avanti un processo di riqualificazione urbana capace di recepire proposte innovative attraverso gli strumenti della progettazione, con il coinvolgimento del settore privato come indispensabile agente trainante di rinnovamento”.

Verso il cambiamento

La pubblicazione, commenta l’architetto Silvia Passiglia, caposezione pianificazione e trasporti pubblici per il Comune di Chiasso, «riflette l’attività di un Municipio che ha promosso una visione di Chiasso volta a un cambiamento». Il vicesindaco e capodicastero Davide Lurati aggiunge che «affrontare la sfida pianificatoria con visioni, lungimiranza e pazienza è ciò che il dicastero Pianificazione, insieme al Municipio ha fatto in questi ultimi otto anni. Oggi siamo a commentare diversi progetti che stanno cambiando o cambieranno il volto della nostra cittadina e che hanno destato l’interesse della rivista Archi, motivo per il quale siamo ovviamente contenti». Chiasso continua quindi a essere anche un tema di studio. Come si ricorderà, nel 2020 Chiasso e Ponte Chiasso hanno fatto da sfondo a 141 progetti di Diploma realizzati dagli studenti dell’Accademia di architettura di Mendrisio

Il punto dei vari progetti

Il Municipio di Chiasso, aggiunge Passiglia, «ha colto l’opportunità per fare il punto dei vari progetti promossi in questi anni ed evidenziare tutto il lavoro svolto in tal senso. Alcuni progetti che sono già in cantiere, vanno a riqualificare i comparti centrali di Chiasso per migliorarne ulteriormente la vivibilità e l’attrattività, con una strategia orientata alla volontà di vivere in una città a misura d’uomo con spazi di qualità». Scorrendo i testi redatti da vari professionisti del settore si parla per esempio della riconversione a uso edificatorio di oltre 14mila metri quadri di area ferroviaria nel centro cittadino (per realizzare il Gleis 4; l’area di svago della Piccola velocità non ha incontrato opposizioni, «ci stiamo coordinando con il Cantone per gli ultimi dettagli per completare il dossier in vista della preparazione del messaggio municipale», mentre il Centro del tessile è fresco di voto positivo in Gran Consiglio), il progetto di rinaturalizzazione del torrente Faloppia e i progetti di riqualifica di diversa natura. Alcuni di questi sono attualmente in corso (come quello nella parte alta di Corso San Gottardo) e riguardano le zone 30. Un concetto, come descritto nel testo dell’architetto Laura Magri, che “non è solo un nuovo limite di velocità, quanto una nuova scala di progettazione urbana. Il punto di vista con cui la città ripensa se stessa, è una nuova prospettiva, orientata al miglioramento della qualità di vita attraverso la mobilità più sostenibile e la creazione di spazi pubblici più accoglienti”. Nel complesso, «trovo interessante che i progetti presentati siano a diversa scala – sottolinea ancora Silvia Passiglia –. L’attenzione è posta sia al recupero di spazi residuali con l’identificazione di piccole aree dove è previsto l’inserimento di sedute, arredo urbano e verde lungo le strade, in alcuni casi anche grazie alla collaborazione con privati; che alla visione del singolo comparto cittadino; e poi a una visione più ampia che va ad abbracciare l’intero territorio attraverso l’identificazione di assi o, nel nostro caso, anelli come quello degli spazi pubblici e della mobilità lenta, del verde e anche dell’elemento dell’acqua».

Si sviluppa un ‘piano d’insieme’

Da qualche anno Chiasso si è dotato del suo Piano d’azione comunale (Pac) che ha portato all’analisi di tre comparti ritenuti prioritari (viale Stoppa, viale Volta-via Comacini e Crocione-Molino del Bosco). «Nel 2013 la popolazione ha espresso la volontà di una crescita qualitativa e non solo quantitativa in ambito di politica di sviluppo territoriale – ricorda Passiglia –. Le linee guida del Pac obbligano i Comuni a chinarsi sul tema». Chiasso l’ha fatto, «anticipando i tempi in parallelo alla verifica del dimensionamento del Piano regolatore e, in un secondo momento, con i mandati di studio in parallelo analizzando i tre comparti ritenuti prioritari». Ora sta sviluppando «un piano d’insieme che raccolga i suggerimenti del Collegio di esperti, estrapolando gli indirizzi in ambito ambientale, paesaggistico, urbanistico e di mobilità». Una prima fase che «permetterà poi di riproporre questi principi anche sugli altri comparti che non sono stati oggetto dei Mandati di studio in parallelo, armonizzando così l’azione su tutto il territorio – conclude Silvia Passiglia –. Siamo già all’opera in tal senso e appena pronti la volontà è di attivare un processo partecipativo con la popolazione e soprattutto con i proprietari interessati».

C’è anche l’obiettivo regionale

La strada scelta dal Municipio di Chiasso è tracciata. «Pianificare significa futuro, ovvero cercare di creare le migliori condizioni di vita per le generazioni appunto future ed è con questo approccio che si continuerà a lavorare – conferma Davide Lurati –. In questo contesto si intuisce la chiara e grande opportunità che si avrebbe nel poter svolgere un simile lavoro per tutta la realtà del Basso Mendrisiotto, non più divisi da confini territoriali sulla carta ma che in ottica strategica sono penalizzanti, soprattutto per chi verrà dopo di noi». Toccherà infatti alla popolazione dei cinque comuni coinvolti nello studio «votare sul progetto aggregativo, stabilire la possibilità di una pianificazione futura unica per la nostra regione o restare nella non ideale situazione attuale», conclude Davide Lurati. La rivista può essere consultata sui siti www.chiasso.ch o www.espazium.ch/it/archi.

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