Mendrisiotto

Riforma tributaria, Mendrisio delusa dal non coinvolgimento

La Città teme che possano essere intaccate le riserve dei servizi stazionari e ambulatoriali per la cura degli anziani

Municipio vigile
(Ti-Press)
25 marzo 2024
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Anche il Municipio di Mendrisio è rimasto deluso dal fatto che la Commissione della gestione non abbia consultato i Comuni prima di arrivare alla proposta definitiva per la modifica della Legge tributaria, approvata poi dalla maggioranza del Gran Consiglio. A dirlo è l’esecutivo stesso, rispondendo a un’interrogazione dell’Alternativa sul tema. Secondo la Città, infatti, “poteva essere l’occasione per poter avviare un dialogo fra lo Stato e gli enti locali per trovare delle misure di compensazione per la riduzione del gettito base comunale”.

A tal proposito, nella risposta si ricorda che la riforma votata dal legislativo cantonale prevede una riduzione complessiva del gettito base comunale di circa 1,9 milioni di franchi nel periodo 2024-30, mentre per il biennio 2024-25 l’impatto è stimato in circa 1,2 milioni. Proprio questo impatto è l’aspetto più critico della riforma secondo il Municipio, che la condivide per contro a livello cantonale. Sebbene vi siano delle criticità, la Città ha deciso di allinearsi con l’Associazione Comuni ticinesi e cioè di non promuovere direttamente un referendum dei Comuni.

Tuttavia, come noto, è riuscito il referendum popolare e sul tema si andrà a votare. “Il Municipio ritiene importante che gli effetti della riforma fiscale sulle finanze comunali debbano essere compensati o tenuti in debita considerazione nella determinazione dell’impatto economico generato dal progetto Ticino 2020”. Pertanto, “in funzione del voto popolare l’esecutivo continuerà a vegliare sull’esito della riforma, nonché assicurare il suo massimo impegno per eventualmente trovare le dovute misure compensatorie a una possibile riduzione del gettito base comunale”.

Infine, sebbene le misure adottate con il Preventivo 2024 non abbiano una ripercussione diretta sui costi della Città – eccezion fatta per quelli legati all’indicizzazione dei salari che soggiacciono alla scala stipendi cantonale –, vi sono comunque dei rischi indiretti. Il Cantone prevede infatti delle misure nei mandati di prestazione degli enti che operano nella presa a carico degli anziani o degli asili nido. Inoltre, per le case per anziani e per i servizi di cure a domicilio sono previsti dei prelievi dalle riserve accumulate negli anni. Misure che possono generare dei maggiori costi a medio termine a carico dei Comuni. In particolare sul tema delle riserve dei servizi stazionari e ambulatoriali per anziani, il Comune e come lui le altre Città ticinesi, “ha sostenuto un’azione di Acas (Associazione dei Comuni in ambito socio-sanitario, ndr) che mira appunto a non intaccare le riserve degli enti, almeno per la parte di finanziamento garantito dai Comuni (l’80% delle spese, ndr)”.

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