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Tra viabilità e terza corsia, a sud si esplorano due piste

Partito il sottogruppo di lavoro Mendrisiotto sul PoLuMe. Mentre si attende di varare una analisi sul territorio fra il Ponte diga e Chiasso

Flussi che vanno, flussi che vengono
(Ti-Press/Infografica laRegione)
27 febbraio 2024
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Auto a migliaia, questa tendenza non cambierà. Con o senza il potenziamento dell’A2 fra Lugano e Mendrisio, sul tracciato meridionale dell’autostrada continueranno a sfrecciare migliaia di veicoli. A conti fatti, nelle proiezioni dell’Ufficio federale delle strade (Ustra) per il 2040 si valuta che nel tratto in cui correrà la terza corsia dinamica (nelle ore di punta) si supereranno i 5mila passaggi (5’025 per la precisione), ovvero mille in più circa rispetto a un asse autostradale senza il cosiddetto progetto PoLuMe. Un aumento di traffico che si andrà a riverberare anche sulla tratta più meridionale, verso Chiasso. In compenso, si prospetta, la strada cantonale (anche in direzione dei principali valichi di confine) verrà sgravata. Ustra, quindi, non cambia direzione; nonostante le resistenze incontrate sul territorio.

Si procede dunque con quello che è stato proposto come un piano anti-colonne sull’A2. Non di meno i tecnici federali il giugno scorso hanno lanciato nuovi studi capaci di immaginare come cambierà un territorio attraversato dalle grandi direttrici di collegamento tra nord e sud, AlpTransit inclusa. Un esercizio per certi versi affascinante ma che, di fatto, giunge quando il dado progettuale del PoLuMe appare ormai tratto. Un motivo sufficiente per convincere la Commissione regionale di trasporti del Mendrisiotto e Basso Ceresio (Crtm), ma soprattutto il suo presidente, Andrea Rigamonti, a restare vigili.

Due tavoli di lavoro

Tornati al tavolo di lavoro, di fatto, sono due le piste che si intendono esplorare: la prima allarga lo sguardo alla parte meridionale del cantone, la seconda si focalizza sulla realtà distrettuale. «Si tratta in ogni caso di tematiche che dialogano tra loro, seppur con orizzonti temporali purtroppo molto distanti l’uno dall’altro – ci conferma Andrea Rigamonti, alla guida della Crtm –. Da un lato, in effetti, si sta ragionando su uno studio promosso dall’Are, l’Ufficio federale dello sviluppo territoriale, sul Ticino del sud. Ovvero un’analisi territoriale tra il Ponte diga di Melide e Chiasso che definisca uno sviluppo territoriale coordinato, tra 25 anni e più, fra le diverse opere infrastrutturali presenti o previste nel comparto. Quindi autostrada, AlpTransit, strade cantonali, il completamento della Stabio-Gaggiolo, ma pure l’attraversamento del confine. Questo studio è governato da Berna, che prevede un coinvolgimento diretto del Cantone e, a cascata, della Commissione e dei Comuni». Una missione non da poco; a che punto siamo? «Al momento, a mia conoscenza (non sono ancora stato coinvolto direttamente) siamo alla costituzione del gruppo di lavoro».

Si riflette sul Distretto

Vi è poi un secondo sottogruppo che accende i riflettori sul Mendrisiotto e che, come ci fa notare Rigamonti, è stato messo in campo nell’ambito del PoLuMe in questi mesi, con la Commissione e i Comuni da una parte e il Cantone dall’altra. «Sin qui – spiega – si sono fatte delle riflessioni in vista di un primo incontro, che è previsto a breve. Come ho già ribadito in altre occasioni, il compito della Commissione in questa fase, indipendentemente da quello che succederà al progetto di potenziamento dell’autostrada a sud visto il clima politico attorno al dossier, è quello di assolvere la propria missione, mantenendosi quale sentinella critica del territorio ma al contempo mostrandosi propositiva».

Detto altrimenti, «se il progetto continua ad avanzare, è giusto che la Commissione partecipi in maniera propositiva, portando idee e opere a favore del territorio, piuttosto che limitarsi a un ostruzionismo fine a sé stesso». In ogni caso qualche idea Rigamonti già ce l’ha. Certo è che sullo sfondo vi è sempre la possibilità di un referendum federale, sulla scia di quanto sta avvenendo Oltregottardo. «Staremo a vedere cosa succederà – chiosa il presidente –. Questo test di sicuro è importante per capire come è vista dalla popolazione la politica in materia autostradale messa in atto dal Consiglio federale».

2040: traffico che sale, traffico che scende

L’aritmetica non mente. E le proiezioni numeriche messe in fila nei mesi scorsi, questa volta dallo stesso Ufficio federale delle strade (Ustra), restituiscono, come detto, uno scenario inequivocabile: potenziare il tratto autostradale fra Lugano e Mendrisio farà aumentare i flussi di traffico lungo l’A2 e lo snodo per lo svincolo di Mendrisio, verso i valichi di Chiasso Brogeda e Stabio Gaggiolo, in prima battuta, ma pure in direzione della dogana di Brusata a Novazzano. I contrari alla terza corsia dinamica, insomma, sentono di essere stati facili profeti. Anche se un dato da leggere in positivo c’è. Mentre l’andirivieni di veicoli sulla strada nazionale lievita, quello sulla strada cantonale segnala un calo, sebbene le due tendenze sommate consegnino comunque una crescita. Le conclusioni di Ustra portate davanti alla Commissione di accompagnamento politico? “Nella previsione 2040, PoLuMe non fa aumentare ulteriormente il traffico nell’ora di punta, ma lo sposta dalla strada cantonale all’autostrada”. Basterà a consolare la popolazione locale?

La mappa in dettaglio

Alla lente i dati mostrano come, attivata la terza corsia, lungo l’autostrada la viabilità a sud di Mendrisio segnerebbe quasi un migliaio di passaggi in più, crescendo da 4’060 a 5’025. Allo stesso modo nella tratta che dallo svincolo punta a sud verso Chiasso e Brogeda, il carico stradale salirà da 2’933 a 3’505, con un balzo in avanti di 572 veicoli. Più contenuto ma evidente è pure l’incremento che, nella visione di Ustra, si registra verso il Gaggiolo, a Stabio, dove si prospetta un aumento di 80 transiti, da 1’265 a 1’345. Il documento federale mette un segno ‘più’ pure davanti ai passaggi dei tre valichi del Mendrisiotto, ovvero Brogeda (da 2’125 a 2’365), Gaggiolo (da 1’080 a 1’145) e Brusata (da 1’140 a 1’165).

Di segnale inverso, come detto, sono i flussi previsti lungo la strada cantonale. Su Mendrisio si indica, infatti, una flessione di 215 veicoli, passando da 1’165 a 950, mentre sul tratto in direzione di Chiasso il calo in proiezione è di 250, scendendo da 1’880 a 1’630. In linea, anche se con una differenza lieve, pure i numeri al valico di Chiasso strada, dove si valuta di passare da 885 a 880 transiti.

Per i tecnici la rete stradale terrà

Volendo schematizzare, stando a Ustra davanti al nuovo scenario l’autostrada da Mendrisio a Chiasso sarà in grado di sopportare il conseguente maggior traffico, stimato del 19 per cento. Quanto alla Superstrada (N24) da Mendrisio a Stabio Gaggiolo riceverà invece un aumento del viavai di veicoli del 4 per cento, che potrà essere “assorbito dalla strada attuale”. Spostandosi sulla strada cantonale, quella tra Mendrisio e Chiasso sarà alleggerita del 13 per cento dei transiti. Resta, si ammette, una criticità da risolvere – da Ustra, Cantone e Commissione regionale dei trasporti –, quella in coincidenza con la rotonda A2 Laveggio-Rancate-Genestrerio-Brusata di Novazzano.

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