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Centri d’asilo, una lista di richieste per Baume-Schneider

Le autorità di Chiasso, Balerna e Novazzano si presenteranno all'incontro con rivendicazioni puntuali. Colombo Regazzoni: ‘A cominciare dal Paf’

‘Accettiamo solo 350 posti’
(Ti-Press)
28 ottobre 2023
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La Segreteria di Stato della migrazione (Sem) si limita a confermare: giovedì sera a Pasture vi è stata una operazione di polizia. Di più per ora non si dice. I nodi della pressione migratoria e dell’ordine pubblico nelle realtà a ridosso della frontiera sud del Paese saranno messi nel piatto lunedì 6 novembre, in occasione della visita della consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider a Chiasso. Solo durante l’incontro, ci conferma il portavoce Samuel Wyss, si affronteranno «questioni quali la sicurezza del territorio e l’interazione tra richiedenti asilo e società civile». Al tavolo con la responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia siederanno i consiglieri di Stato Norman Gobbi e Raffaele De Rosa e i sindaci di Chiasso (Bruno Arrigoni), Balerna (Luca Pagani) e Novazzano (Sergio Bernasconi), presente pure Sonia Colombo Regazzoni, a capo del Dicastero sicurezza pubblica di Chiasso. Un’ora di dialogo-confronto che si annuncia intensa. Le autorità comunali, del resto, arriveranno alla riunione con le idee ben chiare e una lista puntuale di richieste – attese risposte soddisfacenti – che si carica di aspettative proprio dopo i fatti di giovedì, che hanno portato all'arresto di due 16enni richiedenti l’asilo, un cittadino tunisino e un marocchino. I due infatti hanno reagito in modo violento alla perquisizione da parte della polizia del loro alloggio al Centro federale d’asilo. Risultato: tre agenti feriti. Polizia condotta alla struttura da una inchiesta a seguito della denuncia di alcuni furti.

«Quanto è successo è semplicemente inaccettabile». Basta poco a Sonia Colombo Regazzoni per bollare gli avvenimenti dell’altra sera. «Mi chiedo – aggiunge – quanti uomini occorre far intervenire per una denuncia. Non chiedo l’esercito, come altri, ma bisogna prendere delle misure. Ormai la Polizia di Chiasso lavora esclusivamente per i richiedenti l’asilo: a oggi si contano 530 interventi. Ciò che un po’ mi infastidisce è comunque la sommarietà dei commenti, agli antipodi: si va da chi evoca il caos asilo a chi nega l’esistenza di un problema». Commenti che l’ultimo episodio di Pasture non ha fatto altro che rinfocolare tra vignette di dubbio gusto – «che deploro» – e post sui social.

‘Si sottovaluta la situazione chiassese’

Sta di fatto, richiama ancora Colombo Regazzoni, che «la problematica non interessa il Ticino intero, ma è qui a Chiasso. Quindi invito chi tra i ticinesi lo volesse a farsi avanti e farsi carico di una parte di queste persone. E qui mi domando anche dove sia l’autorità cantonale. Insomma, tutto è stato riversato su Chiasso». Cittadina che si sente dimenticata, come esternato pure dall’ex sindaco Moreno Colombo in una riflessione personale indirizzata ieri ai media. «L’impressione – rincara la municipale – è che vi sia la volontà di sottovalutare la situazione. Intanto, certe prese di posizione, come quelle recenti, fanno presa sull’opinione pubblica, a discapito della popolazione chiassese e al contempo dei residenti stranieri. Restando con i piedi nella realtà, è un anno giusto che il Comune si misura con il tema migratorio, ma di interventi incisivi non ne abbiamo visti. Mentre da parte nostra continuiamo a porre la questione: l’ho fatto io un paio di settimane fa alla Conferenza consultiva e lo ha ribadito il sindaco Arrigoni al tavolo della piattaforma 2020». Il rischio, come evidenzia Colombo Regazzoni, è altresì di confondere due piani distinti, mostrando scarsa conoscenza del contesto chiassese: si mischia la pressione migratoria – in questi giorni i richiedenti l’asilo presenti nelle strutture federali superano i 600 – con i rifugiati già parte della comunità locale, composta, fa notare, per quasi un terzo da persone con una provenienza migratoria. «Nessuno in Ticino, credo, accolga a scuola 53 nazionalità diverse».

Quei patti da rispettare

Tornando al punto della politica d’asilo e della gestione delle strutture federali, come detto, le autorità locali si presenteranno davanti alla consigliera federale con un lista puntale di richieste. E il tema centrale sarà il rispetto dei patti, tradotti dai 350 posti iniziali previsti nel futuro Centro federale d’asilo a Pasture, pronto per la primavera del 2024. I tre Comuni, in altre parole, non vogliono sentire parlare di ampliamento della nuova struttura (ipotizzati altri 250 letti nell’attuale sede provvisoria). «Chiasso ha mostrato massima disponibilità e apertura: abbiamo accettato Pasture – chiarisce Sonia Colombo Regazzoni –, ma non oltre le cifre previste a progetto. Si trovino altre soluzioni logistiche o in Ticino o Oltregottardo. Concentrare 600 persone in un unico sito a Pasture potrebbe, del resto, rivelarsi una ‘polveriera’».

Nelle scarpe dei migranti

La capadicastero è pronta, comunque, a mettersi nelle scarpe dei migranti. «Io mi metto anche nella loro posizione: li capisco – ci dice –. Pensiamo alla condizione dei due centri, a Chiasso e Pasture. Quanto al Paf, il Punto di affluenza alla stazione cittadina, è indecente. Non dobbiamo dimenticare le origini di questa struttura, nata per fronteggiare un numero importante di arrivi. Poi dopo la pandemia è diventato un terzo centro a tutti gli effetti. Ora però la convenzione del 2016 giungerà a scadenza il 31 dicembre prossimo». E agli occhi della municipale il destino dovrebbe essere segnato, anche se ci si attende una richiesta di proroga da Berna. Anzi il tema, ci fa sapere, verrà affrontato dai tre Comuni toccati per territorio in un incontro già fissato per settimana prossima. «Da parte mia – anticipa – mi opporrò fermamente a una possibile proroga. Ribadisco: ritengo indecente tenere quasi 300 persone in un luogo simile».

Agli occhi di Colombo Regazzoni oltre ai patti, da mantenere, nella lista da presentare alla consigliera federale Baume-Schneider figura una necessaria ridistribuzione dei richiedenti l’asilo sul territorio cantonale e della Regione d’asilo di riferimento (Svizzera centrale e meridionale) – «a beneficio di tutti» – e l’applicazione, fa memoria, delle misure accompagnatorie, a suo tempo promesse. «Mi riferisco al fatto che le persone che si comportano male vengano trasferite nei centri per recalcitranti». Come dire che da Berna ci si aspetta ben più di una visita.

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