Mendrisiotto

Un festival a Casvegno per ‘educare alla bellezza’

La seconda edizione di DiversaMente, sarà incentrato sul rapporto tra l'uomo e la natura

Un luogo protetto dove scoprire le proprie potenzialità
8 agosto 2023
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‘Umanità e natura - salviamo il salvabile: l'acquisizione di un sentimento ecologico’. È questo il tema della seconda edizione del festival socioculturale di Casvegno, battezzato DiversaMente. Per quanto possa sembrare un argomento basato sull'attualità e sulla cronaca – come d'altronde appariva quello dell'anno precedente, dedicato alla diversità –, i temi vengono scelti democraticamente dagli utenti della comunità. Ed è appunto l'incontro e la condivisione dei propri vissuti a essere la vera colonna portante dietro questo festival, nato come evoluzione del concorso letterario che si è tenuto per la prima volta nel 2010. «L'incontro tra storie può aiutare, formare, far crescere ed educare alla bellezza – afferma Sergio Perdonati, responsabile animazione del Centro abitativo, ricreativo e di lavoro (Carl) dell’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale (Osc) –. Mi vien da dire che la bellezza sta in quello che c’è dentro di noi».

Creatività terapeutica

Il centro del progetto rimane però la comunità di Casvegno, ossia persone affette da disturbi psichici. La maggioranza delle persone che partecipa al festival, vive all'interno delle unità abitative del Centro stesso, oppure proviene da altri luoghi ma frequenta le aree professionali inclusive (Api - ex Laboratori protetti), o lo Spamm, lo spazio aperto multimediale. «Da noi si segue un percorso – spiega Sabrina Livio Moretti, anche lei operatrice al Carl e organizzatrice del festival –, durante il quale queste persone possono ritrovare le proprie risorse, anche attraverso l'incontro. Ad esempio allo Spamm possono fare radio o altre attività creative, e qui possono incontrare altre persone e mettere in comune le loro idee, i loro pensieri attraverso queste attività. Così facendo acquisiscono sicurezza, e riprendono in mano anche un'immagine di sé, scoprendo di avere degli strumenti che magari fino a quel momento non pensavano neppure di avere».

Da concorso letterario a festival

«Tutto nasce da uno spazio di scrittura che abbiamo ormai da poco meno di vent'anni – spiega Perdonati – e che si tiene tutti i giovedì pomeriggio. Qui vengono raccolte le storie di queste persone che frequentano gli spazi di Casvegno». A partire dal 2022, il concorso si è tramutato in un festival, espandendosi ad altre forme di comunicazione come la radio, il cinema e altri linguaggi di espressione creativa, ma la componente letteraria è rimasta. Come si legge nel comunicato del festival infatti “alla base del progetto vi è il presupposto che le pratiche di scrittura, e più in generale la produzione narrativa e artistica, siano strumenti efficaci per la condivisione dei vissuti e delle emozioni, per lo sviluppo e l’arricchimento delle relazioni umane, per il rafforzamento dei legami sociali e comunitari”.

Chiunque volesse inviare il proprio scritto, sia esso un racconto o una poesia, potrà infatti farlo entro il 15 settembre, ma chi intende partecipare dovrà mettere da parte il proprio spirito competitivo. «Abbiamo pensato che la competizione non era più ciò che volevamo – dice –, ma volevamo invece creare un punto d'incontro dove scrittori dilettanti potessero partecipare e appunto condividere i loro scritti. Oltre che a tutta la popolazione il Festival è rivolto anche ad altre istituzioni sociali e culturali ticinesi».

Un percorso lungo diversi mesi

Il festival, iniziato a maggio, si concluderà nella serata finale del 21 ottobre a Coldrerio, nel nuovo quartiere intergenerazionale della Fondazione San Rocco, dove verranno letti alcuni dei testi inviati dai partecipanti. Durante questi mesi hanno e avranno luogo “degli atelier di scrittura poetica a più mani; degli eventi tra musica e cinema, sempre connessi alla tematica del rapporto tra uomo e natura, e delle attività ludico-espressive attraverso il riutilizzo di materiali di scarto”. Il lavoro per gli organizzatori, inizia però molto prima. «Il festival ci tiene impegnati già da febbraio – afferma Livio Moretti –. Chiediamo anche a molte persone di collaborare con noi, in modo da creare un ‘humus’ per il festival. Poi allo stesso tempo abbiamo altre attività da svolgere che non sono direttamente collegate al festival, ma da cui possono arrivare degli spunti».

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