Mendrisiotto

Mendrisio, sette dicasteri per sette municipali

Presentata la riorganizzazione dell'amministrazione comunale che entrerà in vigore il 1° gennaio 2024. Personale e servizi non saranno tagliati

Dal prossimo 1° gennaio
(archivio Ti-Press)
18 luglio 2023
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Aumentare l'efficienza dell'amministrazione cittadina. È questo il principale obiettivo della riorganizzazione amministrativa della Città di Mendrisio che entrerà in vigore da inizio 2024. Un processo studiato dal Municipio in collaborazione con la ditta Consavis Sa tra il 7 marzo 2022 e il 22 giugno 2023, data in cui l'autorità comunale ha adottato il nuovo concetto organizzativo e lo ha comunicato alle persone coinvolte. «La riorganizzazione era uno di quei temi presenti da tempo sul tavolo del Municipio e che ha richiesto non poco lavoro – ha spiegato il sindaco Samuele Cavadini, affiancato dal Municipio in corpore –. Mendrisio ha raggiunto quest’anno i 10 anni dall'ultima tappa aggregativa e ci siamo resi conto che non abbiamo mai fatto quel salto di qualità verso la Città che vogliamo diventare». Da qui il processo che ha portato a un ripensamento dell'amministrazione per offrire servizi sempre più efficienti e meno dispendiosi. «Riorganizziamo i dicasteri e i servizi comunali con l'obiettivo di contenere la spesa pubblica per mantenere un moltiplicatore d'imposta attrattivo a livello cantonale», ha aggiunto Cavadini. È bene subito sottolineare che la riforma amministrativa non porterà riduzioni di organico, tagli ai servizi e modifiche logistiche. «Avremo un'unica linea diretta di conduzione che collega l'apparato politico con l'amministrazione per ottenere maggiori efficacia ed efficienza. Dal punto di vista dei costi si tratta di un modello neutrale e, nell'immediato, non ci saranno costi maggiori. Per il futuro bisognerà capire come evolverà la presenza dei collaboratori e la loro carriera, ma uno degli obiettivi che ci siamo fissati è di non farlo costare di più. L'idea è di cercare di ottenere dei risparmi, che non abbiamo volutamente quantificato perché sarebbe stato difficile farlo, organizzandoci meglio».

Arriva la figura del Coordinatore operativo

Cosa succederà, quindi, dopo la riforma? Il Municipio continuerà a essere composto da sette membri. Cavadini ha spiegato che «qualche riflessione sul portarli a cinque c’è stata, ma dal punto di vista dell'equilibrio e del lavoro, visto che siamo politici di milizia, la forma è risultata essere corretta». A cambiare sarà il numero dei dicasteri che, dagli attuali 13 diventeranno 7 con «ogni municipale che assume la responsabilità della conduzione politica di un solo dicastero», il quale avrà un ‘Coordinatore operativo’, una mansione aggiuntiva al compito di conduzione principale affidato al singolo direttore. Grazie alla creazione di queste figure «si creano le premesse per istituire un ‘Gruppo di coordinamento e conduzione operativa’, coordinato dal segretario comunale e composto dai sette coordinatori, se necessario integrati puntualmente da quadri specifici». I temi di carattere trasversale che coinvolgono più dicasteri «saranno trattati come progetti strategici», la cui definizione dovrà «essere coerente con il Piano di sviluppo della Città e approvata dal Municipio». In certi ambiti, ha precisato il sindaco, «ci rendiamo conto di perdere tempo perché vengono coinvolti più uffici e il lavoro viene rallentato, generando maggiori costi». Pensando per esempio all'Ufficio tecnico, con la citata introduzione del coordinatore operativo la struttura dell'ultimo decennio con un direttore e due vicedirettori che toccano varie aree, non esisterà più.

‘Istituzioni e risorse’ va al sindaco, gli altri saranno definiti

Al momento c’è un solo dicastero – ‘Istituzioni e risorse’ – che ha già un destinatario. «Per legge spetta al sindaco, quindi sono l'unico che sa quale sarà il suo dicastero – ha sottolineato Cavadini – per gli altri il Municipio non ha ancora deciso la ripartizione». Tra i compiti ci saranno le finanze, che saranno quindi di competenza del sindaco, «e per la storia di Mendrisio è un po’ una novità». L'area più tecnica sarà quella del dicastero ‘Pianificazione e spazi pubblici’ che «si occuperà del ragionamento sul territorio, applicando delle visioni e portandole a termine. Avere al suo interno una filiera dove c’è anche l'edilizia privata aiuta a rendere più efficace la strategia territoriale». Nel capitolo ‘Ambiente e Servizi urbani’ ci saranno le Aziende industriali (Aim) che, oltre all'erogazione di elettricità, gas e acqua, «si occuperanno delle competenze legate allo smaltimento delle acque e della gestione dei rifiuti per avere una sorta di azienda dei servizi all'interno dell'amministrazione». Per studiare questo dicastero, «abbiamo fatto attenzione che l'organizzazione non precludesse l'eventuale trasformazione delle Aim in ente autonomo, come votato nell'ultimo Consiglio comunale». Nel dicastero rientrano anche la gestione delle infrastrutture del territorio (strade, verde pubblico, boschi), le squadre esterne e compiti per attività ambientali e climatiche. Il dicastero ‘Sicurezza e prossimità’ si vedrà attribuiti «compiti legati al controllo abitanti e gli sportelli di quartiere per far capire – ha sottolineato Cavadini – che oltre la sicurezza, un ambito sempre molto vicino al cittadino, c'è anche un discorso di prossimità e vicinanza completa». Nel settore legato a ‘Formazione e servizi di accudimento’ saranno invece inglobate tutte le competenze legate a scuole e servizi extrascolastici ma anche i rapporti con Accademia e Supsi per sviluppare nuove sinergie e possibili nuove facoltà. Completano la lista i dicasteri ‘Cultura, eventi e sport’ e ‘Socialità e pari opportunità’.

Quattro mesi prima del voto

Perché introdurre la riorganizzazione a pochi mesi dal rinnovo dei poteri comunali? «Sono cambiamenti che richiedono un inizio ben preciso – ha risposto in conclusione Cavadini –. L'inizio dell'anno ci permetterà di avere i nuovi preventivi, e quindi i conti adattati, e con i dicasteri riorganizzati si partirà per i 4 mesi prima delle elezioni». La nuova compagine municipale avrà quindi «la nuova organizzazione già messa in atto, da affinare e dettagliare, ma non dovrà più occuparsi di lavori intermedi e la nuova legislatura potrà partire appieno».

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