Mendrisiotto

Sempre più passeggeri per l'Autolinea Mendrisiense

Nei soli primi cinque mesi del 2023 gli utenti sono cresciuti del 12 per cento. Ristrutturata l’officina, adesso si pensa agli autobus elettrici

In sintesi:
  • Il trasporto pubblico ha beneficiato del cambio orario 2021 con l'apertura della galleria di base del Ceneri e di AlpTransit
  • Si pianifica la transizione verso i mezzi elettrici
Il nuovo terminale dei bus alla stazione di Chiasso: uno dei traguardi raggiunti
(Ti-Press)
16 giugno 2023
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Nel Mendrisiotto si è tornati a mettersi in fila. Questa volta, però, non su strade e autostrade – spina nel fianco del Distretto – bensì alle fermate degli autobus. Il diagramma dei passeggeri dell’Autolinea Mendrisiense (Amsa), infatti, va di nuovo all’insù. Già nel 2022, tirate le somme, i dati dell’utenza si sono rivelati incoraggianti con quel 2,48 per cento in più che ha ridato la spinta al trasporto pubblico. Ma a entusiasmare davvero gli addetti ai lavori oggi sono i numeri registrati nei primi cinque mesi dell’anno, decisamente al rialzo. Ivano Realini, alla guida dell’Amsa, ha, insomma, più di una ragione per essere contento. Tanto più che i conti aziendali tornano e molti degli obiettivi che ci si era prefissati nel passato recente sono stati raggiunti; e altri lo saranno presto.

‘Il 2023? Sarà un anno da ricordare’

«In effetti, stiamo lavorando molto bene», ci dice quando gli chiediamo di tracciare il consueto bilancio. «È vero, l’anno scorso abbiamo segnato un leggero aumento dei viaggiatori – conferma il direttore dell’Autolinea –. Ma l’anno da incorniciare, viste le premesse, alla fine sarà il 2023. L’andamento in questo inizio d’anno, infatti, è ancora migliore. Sin qui abbiamo annotato una crescita del 12 per cento globale e su tutte le linee. Stiamo ritrovando i dati del periodo prepandemico». Nella quotidianità dei pendolari della regione, quindi, i mezzi pubblici si stanno riprendendo il loro posto. E non solo lungo la spina dorsale della rete Amsa. A segnalare un boom di utenti, ad esempio, è la linea 5, che collega Chiasso a Morbio Inferiore. «Su quella tratta – annota Realini – abbiamo avuto un incremento del 30 per cento».

Tra potenziamenti e AlpTransit

A cosa si deve questo ritorno al trasporto pubblico?, gli chiediamo. «L’avanzamento lo si sta constatando sull’intera rete cantonale e la comunità Arcobaleno: tutte le aziende segnalano, infatti, aumenti importanti. Certo è – ci spiega – che il potenziamento introdotto nella regione con il cambio orario del 2021 unito all’apertura della galleria di base del Ceneri ha riportato l’attenzione sulla mobilità pubblica». D’altro canto, fa presente ancora il direttore dell’Autolinea, anche nel Mendrisiotto si è beneficiato oltre che del miglioramento del servizio su gomma – sul quale il primo a investire è stato il Cantone – anche dei vantaggi di AlpTransit, seppur fino a Lugano, nei tempi di percorrenza sulle destinazioni di Bellinzona e Locarno. E ciò a fronte di un traffico autostradale che mette a dura prova chi si sposta lungo il Ticino.

Rincari, ‘non credo vi saranno effetti’

Dietro l’angolo, però, c’è un rincaro che potrebbe spegnere gli entusiasmi. Dal dicembre prossimo si dovrà fare i conti con un aumento medio dell’8 per cento dei mezzi pubblici, che salirà al 9-10 per cento per gli abbonamenti annuali Arcobaleno, i cui introiti sono cresciuti. E questo andrà ad appesantire i vari rialzi finiti nel paniere familiare. All’Amsa si teme un contraccolpo? «All’inizio potremmo segnare una leggera contrazione – commenta Realini –, penso però che gli aumenti non avranno un grande riflesso negativo e che non assisteremo a una flessione importante dell’utenza nel 2024. Del resto, tutto è aumentato, ma le persone continuano a spostarsi e le tariffe restano, comunque, concorrenziali. E in ogni caso, l’ultimo rincaro risale al 2014». Come dire che neppure dopo il Programma di agglomerato di terza generazione del 2016 si è intervenuti sui prezzi Arcobaleno. Nel frattempo, sull’altro piatto della bilancia si è messa una offerta migliore lungo la ferrovia e la rete su gomma.

‘Costi lievitati anche per le aziende’

Detto altrimenti, pare non ci fosse altra scelta. «In caso contrario si sarebbe riscontrato un aumento dei costi non coperti, quindi a carico degli enti pubblici (diminuiti rispetto al 2021 a fronte di un totale di 6,6 milioni, ndr) – richiama Realini –. Senza dimenticare che anche le aziende di trasporto hanno dovuto affrontare una serie di rincari negli ultimi tempi; a cominciare dai costi energetici, che sono lievitati». Scorrendo il Rapporto di gestione 2022, in effetti, balza all’occhio una cifra, quella delle spese per energia e carburanti (aumentate di quasi il 30 per cento). «Basta dire – ci fa capire il direttore – che nel 2021 il diesel ci costava un franco e 50 al litro, all’inizio di quest’anno lo pagavamo 2 franchi e 13. E noi maciniamo oltre un milione di chilometri l’anno. Per fortuna, davanti ai venti di guerra, siamo stati previdenti e a inizio febbraio abbiamo riempito per tempo la cisterna. E questo ci ha aiutato a fronteggiare la situazione. In seguito i prezzi si sono normalizzati».

Verso i bus a watt

Ce n’è quanto basta per far salire, e di molto, le quotazioni degli autobus a watt. Anche l’Amsa, infatti, sta pianificando la transizione graduale dai mezzi termici a quelli elettrici, da qui al 2026. E in questa operazione non è sola. «Stiamo mettendo in cantiere il progetto con la Supsi e le Fart di Locarno – ci illustra Realini –. A suo tempo il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali aveva coinvolto le quatto aziende del trasporto pubblico urbano del cantone, proprio per portare avanti la decarbonizzazione del parco veicoli. Esigenze e similitudini ci hanno messo sulla stessa lunghezza d’onda della Società per le Ferrovie Autolinee Regionali Ticinesi. A quel punto ci siamo avvalsi della collaborazione della Supsi e delle competenze della Protoscar per gli aspetti più tecnici; coinvolgendo altresì la Commissione regionale dei trasporti». Sta di fatto che il dossier, di cui si conosceranno i risultati finali il prossimo autunno, è già stato inviato all’Ufficio federale dei trasporti – che lo sostiene finanziariamente – e un paio di settimane fa dal Consiglio di Stato è giunto il via libera alla domanda preventiva. «Adesso possiamo procedere e il prossimo passo sarà quello di lanciare, nel 2024, il bando per gli appalti pubblici per quanto riguarda i veicoli elettrici (i primi arriveranno nel dicembre del 2025) e la ricarica mobile. Ciò che è certo sin d’ora – ci conferma il direttore dell’Amsa – è che i nuovi bus saranno introdotti a tappe: la prima nel 2026, la seconda nel 2029 e la terza nel 2032. In questo modo potremo ammortizzare del tutto i nostri attuali mezzi e risparmieremo sulla posa di pantografi intermedi. Gli autobus si ricaricheranno, infatti, una volta al giorno in officina».

Collaborare tra aziende: ‘Un vantaggio’

Questo progetto, d’altro canto, si è rivelato un utile banco di prova anche per la collaborazione tra aziende. «Abbiamo ritenuto fosse utile collaborare con un’azienda simile a noi, con le nostre stesse problematiche nel misurarsi con l’introduzione di nuove tecnologie – annota Realini –. E lo scambio con le Fart è stata una esperienza che è servita a entrambe, anche nell’ottica di poter ridurre i costi». Per l’Autolinea si sta per concretizzare un altro traguardo di peso. Questo dopo la costruzione della nuova sede nel 2010 e la ristrutturazione dell’officina meccanica giusto l’anno scorso con un investimento di 1,2 milioni. Se a ciò si somma che i bilanci sono positivi, si può dire che i bus arancione vanno a tutto... watt.

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