Mendrisiotto

A Chiasso le Ffs restaurano l'edificio delle ‘Poste italiane’

Un'altra tessera si aggiunge all'operazione di ristrutturazione che vede al centro il complesso della stazione ferroviaria

In vista una vera trasformazione, nel rispetto del passato
(Ti-Press)
7 aprile 2023
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I più a Chiasso lo conoscono come il palazzo delle ‘Poste italiane’. Ma quell'edificio è parte integrante della storia della stazione internazionale di Chiasso. Costruito alla fine dell'Ottocento dalla Gotthardbahn, al seguito dell'apertura della galleria del San Gottardo, è stato un testimone muto delle trasformazioni che la cittadina di confine ha conosciuto nei decenni, su su per due secoli, fino ai giorni nostri. Dopo averne viste tante e aver subito nel tempo tutta una serie di interventi che, in parte, ne hanno "intaccato la sostanza", adesso il fabbricato che affaccia su via Motta sarà al centro di un lavoro di ristrutturazione che si prefigge di ritrovare la sua identità storica, senza rinunciare alle comodità moderne. L'operazione, promossa dalle stesse Ffs, richiederà un investimento di 4 milioni e mezzo di franchi.

Tra restauro e modernità

È tutto nel dossier che le Ferrovie hanno depositato in Comune e che da ieri (e fino al 16 maggio) è in pubblicazione all'Ufficio tecnico comunale, consegnando i piani della domanda di costruzione preludio al recupero dell'immobile e base per la richiesta della licenza edilizia. L'intervento, del resto, va a completare l'opera di restauro e ammodernamento che sta interessando la stessa stazione ferroviaria, il tutto in un comparto che ha cambiato e sta mutando volto, dentro e fuori gli spazi ferroviari. Lo stabile delle ‘Poste italiane’, infatti, è giusto accanto all'immobile viaggiatori.

Le Ffs, in effetti, anche per questa costruzione hanno un progetto preciso che vale un obiettivo: "ripristinare l'edificio allo stato originario di inizio ‘900 - a cominciare dal colore dell'intonaco, verde acqua, ndr -, eliminando tutti i corpi estranei, quali ad esempio i blocchi in facciata per il rifornimento della nafta, le chiusure delle porte in muratura". Un approccio che porterà a ripensare pure i contenuti dello stabile, all'interno del quale troveranno posto sei appartamenti e un ufficio, che verranno poi messi sul mercato.

Con cura e attenzione al dettaglio

Le parole chiave di ogni passo dell'opera di riattazione saranno, comunque, "cura e attenzione al dettaglio", proprio con l'intento di conservare alcuni dei caratteri storici del complesso, come conferma l'azione dei progettisti che hanno ricevuto l'incarico (Consorzio DGR + Forni & Gueli arch. Sagl). D'altro canto, il palazzo è iscritto nell'Inventario federale degli insediamenti svizzeri da proteggere d'importanza nazionale (Isos) - ciò che comporta la conservazione integrale della sostanza -, segnalando un grado di protezione regionale, ed è censito nell'Inventario cantonale. Riconoscimenti che hanno richiesto una serie di approfondimenti storici e strutturali prima di procedere con i piani di intervento. Piani che rilanciano, di fatto, il futuro di questa realtà architettonica tutta chiassese.

A guidare la mano dei progettisti la consapevolezza di proporre "un esempio di come la conservazione dei tratti storici possa essere combinata con una moderna funzionalità e comfort".

Uno stabile, tante storie

Volgendo lo sguardo un momento al passato si scopre, invece, che il fabbricato possiede "una storia variegata di costruzione e uso, che illustra le svariate attività di una stazione di confine". Agli esordi, infatti, l'edifico nasce come residenza per i dipendenti delle Poste svizzere, solo alcuni anni dopo (nel 1920-21), come ricostruisce la relazione tecnica allegata all'incarto, le stanze di questo edificio sono state messe a disposizione delle ’Poste italiane'. In seguito, si ripercorre, "con il trasferimento e la nuova costruzione della stazione doganale e delle merci nel 1923", la costruzione viene "definitivamente rilevata dall'ufficio postale italiano di transito". D'altra parte, "una prima proposta di creare un edifico per la posta italiana risale al 1883". Corsi e ricorsi storici che riemergono dalla documentazione, ovvero dalle mappe, dalle planimetrie e dalle cartoline d'epoca consegnate dalle Ffs, e che attingono agli archivi.

Le opere collaterali

Con il restauro e la ristrutturazione della costruzione, all'esterno e all'interno del complesso, fuori si realizzerà altresì una piazzetta rialzata, oltre a una rampa di accesso dalla via Motta al fabbricato viaggiatori e al marciapiedi 1 della stazione.

Un'altra opera rilevante che accompagnerà il progetto è l'istallazione di una nuova centrale termica che scalzerà via l'impianto a olio. Non solo, la centrale - che abbinerà una pompa di calore (con acqua di falda) a una caldaia a pellets - non si limiterà ad alimentare lo stabile delle ‘Poste italiane’, ma allaccerà pure, tramite rete di teleriscaldamento, la stazione viaggiatori, l'edificio della Posta svizzera, l'Ufficio grande velocità e un altro immobile del comparto.

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