Mendrisiotto

Albergo diffuso, il ‘non resort’ che conquista i turisti

Presentata una piattaforma che accompagna il processo di messa in rete delle attuali quattro strutture che caratterizzano il progetto in Valle di Muggio

In sintesi:
  • A dar vita all'Albergo diffuso della Valle di Muggio sono attualmente quattro strutture
  • Pronta una piattaforma che accompagna il processo di messa in rete
  • Sono stati creati una decina di posti di lavoro
La homepage della nuova piattaforma
(Ti-Press/Benedetto Galli)
16 marzo 2023
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"Perché andate a investire nella Valle di Muggio che non c’è niente?". Tante volte Claudio Zanini e Oscar Piffaretti, presidente e promotore dell’Albergo diffuso della Valle di Muggio, si sono sentiti porre questa domanda dal 2017, quando hanno avuto l’idea d’investire nella Valle e creare – a oggi – quattro strutture ricettive che stanno raccogliendo molti consensi positivi, attirando turisti e avventori. Grazie a questa iniziativa è inoltre stato possibile creare una decina di posti di lavoro in Valle di Muggio. Ad accompagnare il processo di messa in rete del territorio e delle sue strutture è arrivata anche la nuova piattaforma web staygenerous.ch. Il portale è stato sviluppato da tre aziende del territorio e si presenta in costante aggiornamento, visto che ogni settimana verranno aggiunti dei contenuti. «La presentazione dell’offerta attraverso questa piattaforma rappresenta il punto centrale dello sviluppo del sistema di rete dell’offerta dell’Albergo diffuso – ha spiegato Claudio Zanini –. Un nome scelto per presentare un modo d’intendere l’accoglienza sul Monte Generoso e di dichiararlo sin da subito presentando contenuti su una piattaforma realizzata con una tecnologia e un concetto di vendita che ambiscono a sostenere il successo delle strutture affiliate».

Primo bilancio positivo

La presentazione della piattaforma è stata anche l’occasione per tracciare un bilancio dell’attività. «La difficoltà principale è stata principalmente una – commenta Claudio Zanini –, l’Albergo diffuso non è un resort e non è di proprietà di una sola persona o una sola istituzione». Attualmente, infatti, ci sono quattro proprietari diversi «e l’intenzione è di arrivare a una decina – ha sottolineato Zanini –. Mi auguro che in futuro ci siano altri luoghi pronti a sposare questo concetto. In questi anni le persone sono tornate a reinvestire in Valle e noi, con questo progetto, dobbiamo dare l’esempio». Ad affiancare i promotori dell’Albergo diffuso c’è da sempre l’Organizzazione turistica regionale. «È stato un programma molto ambizioso e che persegue un obiettivo di messa in rete unico nel suo genere a livello svizzero – sono state le parole della direttrice Nadia Fontana-Lupi –. Senza questi attori il progetto non avrebbe potuto essere sviluppato perché le quattro strutture, di proprietà dei quattro promotori, hanno assunto un ruolo strategico nell’ambito dello sviluppo del progetto e nel contempo, grazie alle sinergie prodotte dal progetto stesso, hanno potuto essere ristrutturate e preparate per diventare le prime componenti di quella rete». Parole di sostegno sono arrivate anche dai sindaci di Breggia e Castel San Pietro. «È importante avere attività economiche come questa – ha spiegato Stefano Coduri –. Il Comune deve preoccuparsi delle premesse che permettono a queste iniziative di avere successo. Il Consiglio comunale si esprimerà prossimamente su un credito per la messa in sicurezza del patrimonio rurale di Scudellate». Castel San Pietro ha sempre accompagnato l’iniziativa. «Un’idea futuristica ma lungimirante – ha aggiunto Alessia Ponti – che rappresenta un atout per il territorio e per il Mendrisiotto».

L’eredità dell’alta Valle

Uno degli obiettivi dell’Albergo diffuso è quello che raccogliere l’eredità di strutture che potevano chiudere. La Manciana di Scudellate era una di queste. Oscar Piffaretti ha dovuto scegliere se portare avanti l’attività di famiglia o interrompere 80 anni di storia. Il ritrovo, così come il vicino ostello, sono state le prime due strutture dell’Albergo diffuso a essere operative. «All’inizio c’è stata qualche difficoltà – ha ammesso – ma dopo un anno e mezzo ci siamo assestati. Settimana scorsa c’erano venti persone a dormire a Scudellate. Chi ci raggiunge sono principalmente pensionati che amano la natura, camminare e stare tranquilli». L’offerta di Scudellate aumenterà dal mese di maggio, con l’apertura de La Casa dei Gelsi, la grande casa costruita con i sassi del Monte Generoso che la famiglia Zanini ha rilevato e interamente rinnovato con tanto rispetto per la storia del luogo.

In attesa dell’Alpe Caviano

I lavori di ristrutturazione dell’Alpe Caviano, di proprietà del Patriziato di Castel San Pietro, «stanno terminando», ha annunciato il presidente Dario Frigerio. Le prime prenotazioni potranno essere effettuate con il nuovo anno. Di recente, ha fatto sapere il consigliere di Stato Christian Vitta, «il Consiglio di Stato ha concesso al Patriziato di Castel San Pietro un importante sussidio per il finanziamento della ristrutturazione e dell’offerta ricettiva dell’Alpe di Caviano, ultima delle quattro strutture a poter così proseguire con i lavori che sono già stati avviati da tempo». Il direttore del Dfe ha ricordato che la Divisione dell’economia, per il tramite dell’Ufficio per lo sviluppo economico, ha seguito con interesse e sostenuto il progetto sin dalla sua nascita perché le sue finalità hanno un importante valore strategico per lo sviluppo dell’intero territorio del Monte Generoso e il miglioramento della sua competitività e attrattiva turistica».

Il quinto tassello sarà a Casima

L’obiettivo dichiarato, come visto, è di arrivare a dieci strutture. Le basi per arrivare alla quinta inizieranno l’anno prossimo con la ristrutturazione di uno stabile che porterà alla nascita di un B&B a Casima. «Sarà il nostro quinto punto. E da lì continueremo», ha concluso Claudio Zanini.

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