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‘A sud del ponte diga’, un concorso lanciato da Vam

L’Associazione video autori del Mendrisiotto invita gli appassionati a rappresentare la terra momò in occasione del suo 40esimo anniversario

Uno scatto sul set de ‘L’enigma del binario 212’
(Vam)
21 marzo 2023
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Quarant’anni sono passati da quando fu costituita l’Associazione video autori del Mendrisiotto. Quarant’anni da quel 14 gennaio 1983, in cui 10 amici e soci, iniziarono a passare il proprio tempo libero in compagnia di una cinepresa. Anche se per hobby, ci racconta il presidente e fondatore Vincenzo d’Apuzzo, «abbiamo imparato moltissimo». E soprattutto «abbiamo imparato facendo, mettendoci in gioco e confrontandoci». Per celebrare questo traguardo la Vam ha deciso di lanciare il concorso ‘A sud del Ponte diga. La regione da scoprire’, in cui protagonista sarà proprio il Mendrisiotto, terra in cui in tutti questi anni i video autori hanno ambientato le loro produzioni e catturato in filmati pezzi di storia locale.

Spazio a tutti gli amanti di quest’arte

«Il concorso è aperto a tutti, dai giovani autori (fino ai 25 anni) ad autori senza formazione professionale cine-video e ad autori con formazione professionale. L’idea – prosegue il presidente – è che ci si concentri sul Mendrisiotto, con qualsiasi tipo di filmato. Fiction, documentari, videoclip musicali, storici, d’animazione e anche in dialetto, purché siano rappresentativi della nostra realtà». Queste produzioni, della durata massima di 30 minuti, saranno valutati da una giuria professionale. Una selezione di opere verrà proiettata a fine novembre. A tutti gli appassionati di quest’arte: fatevi avanti. Il termine d’iscrizione è fissato per il 30 settembre. Per maggiori informazioni visitare il sito www.videovam.ch.

Quarant’anni, 300 filmati e tre film

L’Associazione Vam è stata costituita con lo scopo di riunire le persone che si interessano di videografia a livello non professionale e di facilitare ai suoi membri l’acquisizione delle conoscenze necessarie mediante un’attività che comprende tutti i rami della videografia nelle sue manifestazioni artistiche, tecniche e creative. La ‘specialità’ di questo gruppo sono i reportage registrati e i live di tutti gli eventi possibili dai concerti alle sfilate di moda, dalle conferenze al teatro. «Filmavamo tutto ciò che potevamo, montavamo i video e poi facevamo delle videocassette da dare ai gruppi che avevamo filmato». La Vam oggi conta circa 300 filmati, e, tra gli orgogli di quest’associazione ci sono anche tre film: ‘La catena di Aditi’ del 2009; ‘L’enigma del binario 212’ tratto dal libro ‘La sedia a rotelle’ di Ivan Duchini nel 2020 e infine il più recente ‘La vendeta dall’est’ datato 2022. Oltre al concorso per il 40esimo, la Vam si è posta come obiettivo quello di digitalizzare tutto ciò che è stato fatto negli anni e metterlo a disposizione della Filanda. «L’idea che li abbia una biblioteca dà una certa garanzia di sopravvivenza».

‘Un ambiente stimolante e di supporto’

«Sono cresciuto in quest’ambiente – ci racconta d’Apuzzo – perché mio padre ha fondato l’Associazione cinedilettanti di Bellinzona. Quando nel 1975 sono arrivato a Mendrisio, insieme a un paio di amici amanti di quest’arte abbiamo deciso di creare anche noi un club di quel tipo per riuscire anche ad acquistare materiale semi-professionale che ci permettesse di fare montaggi di una certa qualità». Sin dall’inizio «abbiamo deciso di dedicarci esclusivamente ai video, il che era un po’ controtendenza perché all’epoca si faceva tanto cinema». Un altro motivo che ha spinto i fondatori della Vam a unirsi è stata la necessità di confrontarsi: «in questo modo avevamo già un primo pubblico al quale presentare le nostre opere. Ne discutevamo, era un ambiente stimolante e di supporto».

Dal macchinista alla polizia tutti in scena

«Per i film che abbiamo prodotto abbiamo sempre cercato il sostegno delle persone che conosciamo. Chi ci ha aiutato recitando, chi prestandoci un locale e chi addirittura un treno e una macchina della polizia». E gli aneddoti non mancano. «Una volta ho chiesto al capo dei macchinisti che conoscevo, se poteva far spostare il treno per una scena che stavamo filmando. È rimasto lì per quattro ore a spostare quel treno».

O un’altra volta ancora in cui «abbiamo chiesto alla polizia di Chiasso se potevamo fare delle riprese con una loro auto. La risposta è stata affermativa, e una volta ottenuto il permesso, uno dei poliziotti era entusiasta e voleva venire sul set anche il giorno successivo». «È questo il bello di conoscere la gente del territorio, ci siamo sempre divertiti molto».

‘I temi sono cambiati: ora passa tutto attraverso i social’

Con il passare degli anni però – lamenta il presidente – «i soci sono diminuiti perché oggi è più facile montare i video, basta un computer, ed è più semplice avere il materiale necessario di qualità e a buon mercato. Quindi non c’è più bisogno di una struttura da condividere per il montaggio e per tutto il materiale». E poi, «ai giovani basta pubblicare i loro video sui social network e sono contenti così, probabilmente – sorride – ottengono anche più visualizzazioni». Ma sembrerebbe che non è una problematica con la quale è confrontata solo la Vam. «Anche Swissmovie, un’associazione di video autori amatoriali a livello nazionale, è confrontata con l’assenza di soci giovani». Comunque restano attivi e ogni anno partecipano ai concorsi di Swissmovie con una loro produzione e vantano tra i soci anche diversi professionisti nel cinema e nella televisione che hanno iniziato a riprendere e produrre video proprio con la Vam. Una storia lunga quarant’anni che potrà essere ripercorribile tra gli scaffali della Filanda.

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