laR+ Mendrisiotto

‘Quando la guerra fredda fece sbocciare un amore’

Il Circolo scacchistico di Mendrisio si racconta all’alba dei suoi 45 anni d’ininterrotta attività

Il Circolo di Mendrisio con la Coppa conquistata nel 2007
(Ti-Press/Archivio)
12 dicembre 2022
|

«Tutto è nato in occasione dello scontro Usa-Urss». Inizia così Sergio Cavadini, presidente del Circolo scacchistico di Mendrisio, il racconto della nascita di una passione che lo ha portato, insieme a degli amici, a ricostituire il circolo momò. «All’epoca, come tanti altri, giochicchiavo per diletto – prosegue –, ma lo scontro passato alla storia con l’appellativo di ‘sfida del secolo’, giocato nel 1972 tra Robert James ‘Bobby’ Fischer e Boris Vasil’evič Spasskij, fece diventare la mia piccola passione uno stimolo a creare qualcosa di più grande». Questo incontro scacchistico fu reso ancora più importante grazie all’eco mondiale che ebbe, perché fu la prima volta, dopo il ‘padre degli scacchi moderni’ Wilhelm Steinitz a fine ’800, che un americano riuscì ad aggiudicarsi il Campionato del mondo di scacchi. La rivalità era così grande che Bobby Fischer definì quella sfida "il mondo libero contro i russi bugiardi, bari e ipocriti".

Per ritornare alle nostre latitudini e lasciandosi alle spalle questa sfida secolare tra est e ovest, all’epoca in Ticino c’erano già diversi Circoli di scacchi, come ci spiega Cavadini. «A Lugano e a Locarno erano nati nel primo ventennio del ’900, poi negli anni 30 fu il turno di Chiasso e Mendrisio. Quest’ultimo durò solo pochi anni e fu rifondato varie volte, ora invece festeggiamo i 45 anni d’ininterrotta attività», sottolinea con orgoglio.

I talenti nella storia del Circolo

«Il Circolo non si è accontentato di promuovere questo sport, ma ha subito voluto essere grande – continua Cavadini –, quindi abbiamo cercato di coinvolgere non solo giocatori ticinesi, ma anche gente vicina a noi per regione linguistica e maestri stranieri». Con il termine maestro, negli scacchi e nella lingua russa non si intende un insegnante, ma "una persona che eccelle in una data sfera d’attività", in questo caso appunto nel nobile gioco sulla tavola quadrata. Negli anni passati il Circolo ha visto passare tra le sue file giocatori di grande calibro, tra cui la Grande Maestro (GM) Elena Sedina, vincitrice delle Olimpiadi nel ’94; il GM Michele Godena, medaglia d’argento ai Mondiali under 16 nel 1982; il GM Sabino Brunella, campione italiano a più riprese e secondo italiano attualmente più forte (dietro solo per ranking a Fabiano Caruana, già numero due al mondo); il Maestro Internazionale Fabio Bellini, campione italiano nel ’99, e parecchi altri talenti che si sono sempre affiancati alle stelle nostrane.

I risultati nel Campionato scacchistico svizzero

«Nel 1995 – ripercorre il presidente – siamo entrati per la prima volta in Serie A e da quell’anno il nostro livello è sempre andato in crescendo, nel 2007 abbiamo anche vinto il Campionato nazionale a squadre. Non eravamo i favoriti, ma ogni tanto Davide batte Golia». Mantenere una squadra a questi livelli non sempre è facile: per 18 volte il Circolo è rimasto in A, ma per qualche stagione ha dovuto affrontare pure il Campionato cadetto. «Quest’anno siamo finalmente riusciti a tornare nella massima lega – sottolinea felicemente Cavadini –, anche grazie al connubio tra grandi talenti come i Maestri Renzo Mantovani e Fabrizio Patuzzo e i nostri giovani come il Maestro chiassese Simone Medici», l’attuale campione ticinese nella categoria lampo.

Le attività del Circolo

«Purtroppo nell’ultimo periodo puntiamo solo a mantenere la nostra squadra d’eccellenza, non abbiamo neanche più una sede dove ritrovarci a giocare. Inoltre, come tutte le società in questo sport abbiamo dei problemi di ricambio generazionale ed è difficile trovare persone disposte a gestire le attività del Circolo». La formazione scacchistica dunque non è il punto focale dell’associazione anche se, precisa Cavadini, già direttore dell’Istituto scolastico di Chiasso, «la nostra conoscenza la mettiamo a disposizione delle scuole. In collaborazione con loro offriamo ai giovani un’introduzione al nostro mondo con dei corsi dopo l’orario scolastico. Promuoviamo il gioco più che l’insegnamento approfondito. Per questo chi ne rimane affascinato lo indirizziamo alla ‘Swiss CHess Academy’ di Lugano». Una scuola, quest’ultima, nata nel 2018 su un’idea di Claudio Boschetti e del Grande Maestro Vladimir Lazarev e che punta, con ambizione, a diventare una ‘Università degli scacchi’. Tra le loro punte di diamante c’è anche Vladimir Paleologu, fresco vincitore dell’Open internazionale svoltosi di recente al Serpiano.

Uno sport riconosciuto dal Cantone

A differenza di altre discipline, le attività scacchistiche vengono considerate come uno sport a tutti gli effetti dal Regolamento del Fondo Sport-toto, gestito dal Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport. Anche il Comitato Olimpico Internazionale ha riconosciuto nel 1999 la Federazione Internazionale degli Scacchi che ha sede a Losanna. «Qui l’aspetto fisico non si vede – conclude Sergio Cavadini –, ma i tre professionisti che giocano per noi pensano anche a tenersi in forma fisicamente. I più forti sono sempre accompagnati da un nutrizionista e da un sostegno psicologico». Insomma, la locuzione latina tratta dalle Satire di Giovenale, ‘mens sana in corpore sano’, vale anche e soprattutto per questo antico e sempre attuale sport.

Resta connesso con la tua comunità leggendo laRegione: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
POTREBBE INTERESSARTI ANCHE