Mendrisiotto

‘CastagnAmo’, per un castagno più sano

Si apre oggi la raccolta centralizzata dei frutti ticinesi, che avrà luogo dal 21 settembre al 31 ottobre. Per golosità colte direttamente in natura

Le piantine nel Vivaio di Lattecaldo
19 settembre 2022
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Se ci si immette nella via della memoria collettiva e individuale compare sicuramente il ricordo dell’andar per castagne nei boschi d’autunno. Ed è proprio attorno a quest’attività all’aria aperta che si è tenuta stamani la presentazione del progetto ‘CastagnAmo’ al Vivaio forestale di Lattecaldo, volto alla valorizzazione di questa pianta-simbolo del territorio ticinese e che ha dato il via al periodo di raccolta centralizzata.

La raccolta: ‘Un’opera su larga scala’

"Raccogliere castagne significa indirettamente valorizzare le selve castanili e rafforzare la cultura del castagno: è un progetto di società". Con queste parole si è dato il ‘la’ agli interventi dei vari fautori di ‘CastagnAmo’. «Questo incontro dà inizio alla raccolta. Abbiamo visto che negli ultimi anni, grazie al nostro appello, che precede la fase autunnale, i quantitativi raccolti sono aumentati e questo ci fa molto piacere», ha esordito Carlo Scheggia, forestale e membro dell’Associazione dei castanicoltori della Svizzera italiana.

«Addirittura – lo ha supportato l’ingegnere Paolo Bassetti, dei Centri di raccolta del Canton Ticino –, la reazione della popolazione è stata molto positiva, tanto che l’anno scorso abbiamo registrato un’annata record con ben 75 tonnellate di castagne. La natura è generosa con noi e noi dobbiamo partecipare per poterla valorizzare». Come? Partecipando alla raccolta centralizzata delle castagne ticinesi da mercoledì 21 settembre a lunedì 31 ottobre. Si potrà consegnare quanto raccolto in quattro centri distribuiti sul territorio: Biasca, Cadenazzo, Vezia e Stabio. Per le castagne piccole il prezzo è fissato a 1,50 franchi al chilo. Per quelle più grandi 3 franchi al chilo. Si potranno consegnare anche le castagne "ibride". Anche loro a un prezzo che varia tra 1,50 e 3 franchi al chilo.

«Ricordiamo, inoltre – ha proseguito Bassetti –, che grazie alle varie possibilità d’utilizzo (dalla vendita fresca per le caldarroste, all’essiccazione e alla trasformazione), anche le castagne piccole sono ben accette e si possono valorizzare al pari delle altre. I prodotti, ricavati dai vostri raccolti, saranno veri ambasciatori del Ticino. Con un’attività semplice come questa si fa in realtà un’opera su larga scala».

Superate varie vicissitudini, e la siccità?

Il Vivaio forestale cantonale è un’azienda situata a Lattecaldo, frazione di Morbio Superiore, che produce piante forestali di provenienza autoctona impiegate per interventi forestali, rinaturazioni e interventi di ingegneria naturalistica, sia in ambito pubblico che privato. «Il Vivaio ha visto la sua nascita a causa della comparsa in Ticino della malattia del cancro corticale proprio del castagno intorno al 1948 – ha spiegato Giona Mercolli, capoazienda del vivaio forestale di Lattecaldo –. Le autorità e i tecnici allarmati decisero così di costituire il vivaio per cercare delle specie adatte a sostituire il castagno. Alla fine per fortuna ha resistito e popola ancora i nostri boschi, nonostante siano state diverse, negli anni, le vicissitudini che ne hanno minato la presenza».

Una delle più recenti (e persistenti) è stata la siccità. In che modo hanno reagito i castagni a quest’estate di fuoco? «Anche per questa pianta ci sono aree e zone che hanno sofferto più di altre – ci ha confermato Mercolli –. Sicuramente molti alberi hanno utilizzato l’acqua non tanto per fruttificare ma per sopravvivere. Comunque c’è ancora la speranza che alcuni alberi si riprendano. Vedremo in primavera l’effetto di questa situazione di siccità». Ci sono possibilità di ricerca per trovare delle varietà che sopportino meglio questo aumento delle temperature? «Si potrebbero selezionare delle piante che sono cresciute in posti più siccitosi e che hanno quindi nel loro Dna dei meccanismi per affrontare meglio questo genere di situazioni climatiche – ha proseguito Mercolli –. Ne dovremmo parlare con l’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (Wsl) e valutare che varietà potrebbero resistere meglio».

Raccogliere castagne per evitare i vermi

Il castagno, pianta caratteristica del nostro territorio, grazie ai progetti di recupero delle selve, nel frattempo, è tornato alla ribalta. Negli ultimi anni viene manifestato un interesse crescente verso questa essenza, che richiede cure costanti per poter prosperare. «La maggior parte di coloro che ci chiedono delle piantine di castagno – ci ha indicato Mercolli – sono proprio i privati, che avendo lo spazio ideale possono far crescere l’albero».

Per quanto riguarda le varietà in Ticino, per ora ne sono presenti 60... e attendono che i loro frutti vengano colti. L’ingegnere Marco Conedera, dell’istituto Wsl, nel comunicato stampa, ha informato che "è stato dimostrato come la raccolta sistematica dei frutti contribuisca nel tempo a tenere bassa la pressione dei vermi delle castagne e a garantire quindi un prodotto sempre più sano già al momento della raccolta nel bosco". Più castagne nel sacco, meno vermi nel piatto.

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