Mendrisiotto

Chiasso studia le strategie per combattere il caldo

I risultati della prima fase dello studio sulle isole di calore indicano che le zone peggiori sono il comparto del Centro Ovale, la stazione e i posteggi

Il comparto della stazione di Chiasso è risultato tra i più roventi
(archivio Ti-Press)
7 settembre 2022
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Quali sono le zone più calde di Chiasso? Fatta eccezione per l’area del Penz, ricordando l’ondata canicolare ormai alle spalle, verrebbe da pensare che non ci siano molte differenze tra un quartiere e l’altro. Ma non è così. Il Municipio ha infatti commissionato – alla Csd Ingegneri di Lugano – uno studio relativo alle isole di calore e alle possibili soluzioni da attuare per migliorare la situazione. I risultati della prima fase sono stati presentati all’esecutivo nel corso della seduta extra muros della Rovagina. A spingere il Municipio verso questo studio è stata un’interrogazione – presentata nel 2019 da Davide Capoferri e Carlo Coen (Plr) – che sollecitava interventi sulle ondate di calore in ambito urbano, suggerendo di usare delle piante come ornamento utilizzando Corso San Gottardo come banco di prova. Una soluzione che, nello specifico, era stata ritenuta poco percorribile dal Municipio, comunque disposto a tenere in considerazione la proposta nell’ambito di concorsi relativi ad alcuni comparti strategici cittadini.

Le zone dove fa più caldo

Torniamo quindi alla domanda iniziale. «Ci sono stati presentati i risultati delle riprese effettuate col drone in determinati orari (ovvero alle 15, alle 19 e alle 22) su tutto il territorio cittadino – ci spiega Sonia Colombo-Regazzoni, capodicastero Territorio del Comune di Chiasso –. Questo ha permesso di scoprire dei punti che sono sicuramente degli accentratori di calore». Tra questi spiccano il Centro Ovale (con estensione sul comparto della casa anziani e il centro culturale), il comparto della stazione e i posteggi grandi con l’asfalto. «Mi ha abbastanza stupito sapere che Corso San Gottardo, nella sua parte centrale, non rientra in queste zone più calde – ammette la municipale –. Nella lista delle zone piuttosto calde troviamo anche le rotonde di Largo Kennedy, a Boffalora, una zona difficile dove possiamo unicamente intervenire sul pubblico e sensibilizzare i privati su queste dinamiche».

‘Peccato per la stazione’

Detto dell’asfalto, anche i tetti piani dei palazzi sono un attrattore e cumulatore di calore. Qui l’attenzione di Sonia Colombo-Regazzoni è rivolta verso la stazione. «Quanto emerso riguarda in particolare strutture presenti da tanto tempo e sarà difficile pensare a interventi a breve termine – premette –. È però decisamente un peccato che il comparto della stazione, oggetto di lavori e quindi nuovo, non abbia preso in considerazione questo fattore e si presenti come una spianata di asfalto». Il Municipio si era attivato in tal senso. «Effettivamente lo avevamo chiesto e faremo notare nuovamente al Cantone che è un peccato non avere pensato a questo aspetto avendo a disposizione una struttura nuova».

Prossima tappa: le priorità di intervento

Preso atto dei risultati, inizia ora la seconda fase del progetto, ovvero l’identificazione di alcuni punti a cui riservare la priorità d’intervento che verranno poi discussi e affinati con gli specialisti. Un lavoro che si svolgerà a stretto contatto con l’Ufficio tecnico comunale. Come ovviare, quindi, a queste situazioni? «Sui tetti piani potrebbero essere posizionati dei giardini – risponde la capodicastero –. Il caldo sarebbe accumulato con erba e piante e non verrebbe rilasciato. È chiaro che con il nostro parco immobiliare è principalmente un discorso che interessa i privati che, adesso come adesso, privilegiano i pannelli fotovoltaici». Passando ai posteggi, «invece che l’asfalto si potrebbe pensare a sagomati che permettono la crescita di un po’ d’erba e a qualche pianta (in via ai Crotti abbiamo per esempio sostituito le piante)». Uno dei problemi principali riguarda il centro. «In determinate zone centrali il caldo serale arriva a essere paragonabile a quello delle ore diurne: i 30 gradi interni misurati durante quest’estate sono la conseguenza del caldo diurno che rimane accumulato nel cemento e nell’asfalto, impedendo un raffrescamento del clima urbano. Un fenomeno che a Seseglio, per esempio, non si registra.

Ipotesi nebulizzatori sul Corso

Un altro suggerimento arrivato dagli esperti è quello di aumentare i punti acqua. «Una soluzione bella ma allo stesso tempo molto onerosa – ammette Sonia Colombo-Regazzoni –. Con Age Sa valuteremo comunque se e dove sarà possibile intervenire, magari in occasione di nuovi cantieri». Un’idea che piace alla municipale è quella di dotare Corso San Gottardo di nebulizzatori d’acqua che si attivano al passaggio, come avviene in mote città italiane e in alcuni ritrovi pubblici del cantone. «Non abbiamo molte altre possibilità di intervento sul Corso e questa potrebbe essere una soluzione immediata e poco costosa».

Si approfondiscono i vivai diffusi

Il progetto è ancora allo stato embrionale, ma potrebbe a sua volta contribuire a creare qualche zona d’ombra nella cittadina in tempi più celeri. I dicasteri Territorio e Pianificazione stanno infatti valutando l’ipotesi di dotarsi di vivai diffusi. In cosa consiste? «Con il collega Davide Lurati intendiamo sviluppare questo progetto per la prossima primavera – conclude Sonia Colombo-Regazzoni –. Si tratta di installazioni temporanee di alberi che vengono posizionati per un anno in un punto, mi piacerebbe che il primo sia la stazione, per poi essere destinati a un parco pubblico o a un parco annesso a nuove costruzioni. Si tratta di alberi ‘in prestito’ che non soffrirebbero per questa condizione e che ci permetterebbero di abbellire le nostre piazze".

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