Mendrisiotto

La battaglia di Patrizia Bertanza, ‘quando occupammo l’A2’

Il riassunto di oltre vent’anni di lotte di Sos Mendrisiotto Ambiente nelle parole della sua portavoce. ‘Mi chiamavano la Don Chisciotte di Chiasso’

‘I problemi sono rimasti quelli di trent’anni fa’
(Ti-Press)
4 novembre 2021
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«Mi chiamavano la Don Chisciotte di Chiasso... ». Basti questo per riassumere la sua vena battagliera. Lei è Patrizia Bertanza. Oggi ha 68 anni, allora – parliamo degli anni Novanta – era la portavoce di Sos Mendrisiotto Ambiente. Anni di lotte «sia legali sia illegali» che conobbero la protesta più eclatante: l’occupazione dell’autostrada. «Non rinnego nulla» racconta a ‘laRegione’ proponendo, come un ‘amarcord’ i più significativi interventi contro il traffico durati vent’anni. Sos Mendrisiotto Ambiente non esiste più da diversi anni, ma al sodalizio si può almeno riconoscere il merito di aver dato gli albori alla lotta per il clima. Per il resto, tra ieri e oggi, il verdetto pronunciato dalla nostra interlocutrice è amaro: «Le cose non sono migliorate».

‘Abbiamo lottato per più di vent’anni’

«Eravamo mamme con bambini preoccupate per il traffico. Abbiamo lottato per più di vent’anni, abbiamo realizzato studi, una miriade di riunioni e discussioni per cercare di sensibilizzare sui temi ambientali e soprattutto di spingere a un cambiamento. Non so dire ora quante discussioni ho avuto con Borradori, allora a capo del Dipartimento del territorio. A quel tempo in Dipartimento c’era Camani, ‘il faro nel deserto’ perché era una persona fantastica che sapeva dire le cose come stavano, specificava quali erano i problemi legati all’inquinamento. È in quel momento che si è iniziato a parlare di polveri fini, un tema prima tabù. Con l’invecchiare – alcuni non ci sono più – alla fine Sos Mendrisiotto Ambiente si è sciolta». Si è spenta una voce importante. «Per fortuna – riprende Patrizia Bertanza – molte delle nostre tematiche ambientali sono state riprese dal gruppo dei Cittadini per il territorio. Anche Anna Biscossa aveva tentato di portare avanti i nostri cavalli di battaglia. Abbiamo anche lavorato molto con l’Iniziativa delle Alpi. Abbiamo sempre spinto per il trasferimento del traffico su rotaia, abbiamo compiuto numerosi studi affinché i frontalieri avessero un trasporto collettivo verso le fabbriche fino all’occupazione dell’autostrada».

Bisognava esserci per respirare quei momenti. La protagonista li rievoca come se fossero accaduti da poco: «La prima azione l’abbiamo attuata quando volevano aprire la circolazione del traffico pesante anche di notte, per cui a quel punto abbiamo messo in atto un’occupazione: abbiamo chiuso con una catena il cancello a Chiasso Brogeda». Con quali conseguenze? «La polizia beccava sempre me, perché ero la portavoce del movimento. Addirittura, la seconda volta, quando abbiamo compiuto il blocco dell’autostrada vero e proprio, vicino all’uscita di Chiasso sud, là dove c’erano sempre tutti i camion posteggiati in colonna, che era fin pericoloso come avevamo sempre ripetuto, sono stata denunciata. Per fortuna avevamo un buon avvocato. Ma ricordo ancora gli interrogatori non certo piacevoli. Poi, comunque, è finito in niente e non c’è stata nessuna condanna. Noi abbiamo lottato per il bene e la salute dei cittadini». Ma oggi l’aria è migliorata? L’ex portavoce di Sos Mendrisiotto Ambiente non ha dubbi: «Il problema è che abbiamo ottenuto ben poco. Le cose oggi sono esattamente come le abbiamo denunciate e portate avanti trent’anni fa. Oggi ci ritroviamo ad avere il raddoppio del Gottardo, adesso vogliono la terza corsia autostradale, si lamentano per il traffico...». «L’aria? Non mi pare migliorata per niente. Diciamo che se c’è stato qualche miglioramento questo è riconducibile soltanto alla pandemia e al lockdown...».

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