Mendrisiotto

'La tappa momò del rally 2018 non andava autorizzata'

Il Tribunale amministrativo dà ragione agli ambientalisti: 'Decisione illegittima'. Le prove al 31 agosto hanno violato il Piano di risanamento dell'aria

Il rally del 2018 (Ti-Press)
28 maggio 2021
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Hanno dovuto attendere due anni giusti giusti dal ricorso. Ma alla fine ne è valsa la pena: stavolta a marcare il punto fra rallysti e ambientalisti sono stati questi ultimi. Una vittoria troppo tardiva? Certo, la manifestazione targata 2018 ormai è iscritta negli annali. In alcuni casi, però, vale più il principio che la tempistica, a futura memoria. E per il gruppo di cittadini guidato dal professor Giorgio Noseda, come per Pro Natura, Cittadini per il territorio, Verdi, Mps e socialisti, sentirsi dire dal Tribunale amministrativo cantonale (Tram) che quella autorizzazione staccata dalla Sezione della circolazione e difesa dal governo era 'illegittima' vale tutte le battaglie condotte in questi anni. La ventunesima edizione del Rally Ronde del Ticino nella sua tappa momò era sconfinata, infatti, nel periodo vietato alle gare motoristiche dal Piano di risanamento dell'aria (il Pra datato 2017) nel Mendrisiotto e gli altri agglomerati. Per il Tram non ha fatto differenza che quel 31 agosto - la competizione vera e propria si è tenuta il primo settembre - fossero in programma ricognizioni e prove: sono 'parte integrante' della kermesse; ergo sottoposte a permesso. Il veto gli occhi dei giudici andava, quindi, rispettato, in ogni caso. Al Comitato organizzatore, chiamato anche a coprire le spese legali, adesso resta la possibilità di appellarsi all'ultima istanza, il Tribunale federale a Losanna.

Tra torti e scorrettezze

Il Tram non fa sconti: non si giustificava una libera interpretazione del Piano e delle sue regole, che nel Distretto bandiscono queste manifestazioni fra il 15 giugno e, appunto, il 31 agosto. Da un lato, infatti, l'autorizzazione della Sezione della circolazione non ha rispettato le norme "senza alcuna valida ragione", ritenendo, "a torto" inapplicabile la misura restrittiva. E dall'altro, l'autorità dipartimentale ha "esercitato in modo scorretto il proprio margine di apprezzamento, rendendo una decisione insostenibile". Censurati in modo chiaro scelte e approcci che negavano un contrasto con il Pra (eludendo il calendario), i giudici hanno richiamato l'attenzione anche sui diritti ambientali. Riconoscendo altresì l'utilità di pronunciarsi così e ora.

A futura memoria

"Non appare infatti remota - si legge nella sentenza - la possibilità che le contestazioni mosse in concreto possano ripresentarsi pure in futuro, in condizioni analoghe, senza che un esame tempestivo possa essere svolto dal Tribunale". E visto che non è improbabile ritrovarsi davanti a richieste simili, a questo punto si sa da che parte pende la legge. Senza trascurare, rimarca ancora il Tram, che viene soddisfatta "l'esistenza di un interesse pubblico sufficiente al chiarimento delle questioni litigiose e, di riflesso, a sapere se l'autorizzazione fosse lecita o meno". I giudici, tra l'altro, hanno messo il punto anche su un'altra argomentazione 'verde', che puntava il dito sull'uso di benzina con piombo. In questo caso, però, non si è intravista una violazione dell'Ordinanza contro l'inquinamento atmosferico. Anche se, si invita, sarebbe auspicabile "che anche i regolamenti standard dei rally fossero aggiornati", visto l'esistenza di alternative valide e più rispettose dell'ambiente e della salute.

Quel divieto aiuta a non aggravare lo smog

Il vero nodo, in effetti, resta comunque l'impatto di una manifestazione come un rally sull'ambiente. L'autorità, ribadisce il Tribunale, ha il dovere di considerare in modo adeguato la sicurezza "ma anche la tutela dell'ambiente". Non a caso insiste, "il permesso deve essere rifiutato se è prevedibile una molestia per rumori eccessivi o persistenti". In più, come emerge nel Piano di risanamento dell'aria, le gare motoristiche producono "emissioni di sostanze nocive e immissioni foniche, che si ripercuotono in maniera negativa sulla qualità di vita soprattutto della popolazione che vive in prossimità del luogo della manifestazione". E se a questo, che di sicuro è musica per gli orecchi degli ambientalisti e un po' meno per quelle degli appassionati dei rally, si aggiunge che "in Ticino - rammenta il Tram - la qualità dell'aria è ancora insoddisfacente", ecco che le regole del Pra rimangono quanto mai attuali. Quel veto, insomma, "concorre quanto meno - si annota ancora - a non aggravare gli episodi acuti di smog estivo".

Inutile dire che per il dottor Giorgio Noseda, da anni in prima linea su questo fronte, il verdetto del Tribunale dà forza agli argomenti sostenuti sin qui: vincere, del resto, ha sempre un buon sapore. Soprattutto quando la battaglia, come quella contro rally e simili, si fa aspra. Tant'è che si temeva, una volta superata (o quasi) la crisi sanitaria da Covid-19, di ritrovarsi di nuovo nel mezzo di una kermesse in periodi di veto. Cosa che non accadrà stando alle intenzioni dei promotori, che annunciano l'appuntamento con la ventitreesima edizione per il 24 e 25 settembre prossimi, quindi al di fuori dei mesi messi al bando. Ma, si sa, la gara fra rallysti e ambientalisti, quella, non finirà mai.

 

 

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