Mendrisiotto

Caricata la nevèra di Pianspessa, una tradizione che torna

L'obiettivo è conservare la neve fino al mese di settembre. Continua il progetto avviato sulle pendici del Monte Generoso da Luca e Samuele Cereghetti

Franco e Samuele Cerghetti, padre e figlio al lavoro per riempire la nevéra (Ti-Press/Alessandro Crinari)
16 gennaio 2021
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Nella tradizione, la nevèra veniva riempita con neve compatta durante il mese di marzo per mantenere al fresco latte e burro durante i mesi estivi. A Pianspessa, nella nevèra presente sul comprensorio agricolo sulle pendici del Monte Generoso che Luca e Samuele Cereghetti hanno deciso di recuperare, è iniziato in questi giorni un esperimento che potrebbe riportare in vita questa antica tradizione. «La neve caduta, una settantina i centimetri nella zona della nevèra, era buona e compatta – spiega Luca Cereghetti alla ‘Regione’ –. In quattro giorni mio padre Franco e mio fratello hanno riempito la nevèra, profonda 5 metri, per quello che, almeno per quest’anno, sarà un test sperimentale-scientifico per raccogliere dati e utilizzare nuovamente un luogo che non lo è da ormai 60 anni». L’obiettivo, o per meglio dire la speranza, è quella di riuscire a conservare la neve fino al mese di settembre. «Non avevamo informazioni chiare sul come si riempie una nevèra – ammette Luca –. Abbiamo ripescato alcuni trattati del '700 sul riempimento di nevère e ghiacciai. Grazie a queste informazioni abbiamo capito che sul fondo ci vuole una base di paglia, per creare uno strato isolante, per poi procedere a inserire la neve, compattadola sempre per non avere aria al suo interno e permettendole così di diventare ghiaccio». La famiglia Cereghetti è andata oltre. «La nevèra è stata riempita un po’ di più: questo ci permetterà, nelle prossime settimane quando la neve si compatterà naturalmente, di calpestarla e compattarla ancora di più». Non appena le nevicate saranno terminate, il tutto verrà coperto con paglia e foglie «per creare anche nella parte superiore uno strato isolante che eviti la dispersione del freddo». Da quel momento inizieranno le misurazioni. «L’idea è quella di capire quale sarà la temperatura interna durante l’estate, se ci arriveremo, e analizzare settimanalmente lo scioglimento della neve per capire se riusciremo a raggiungere, come all’epoca, la fine della stagione calda, o se i cambiamenti climatici e l’assenza di alberi attorno alla nevèra avranno la meglio e quindi la neve si scioglierà molto prima». In caso di riuscita, l’esperimento verrà ripetuto anche il prossimo inverno e non sono da escludere la conservazione di cibi e l’organizzazione di attività didattiche per le scuole. A fine settembre il tetto della nevèra, nel frattempo sistemato, era stato danneggiato dal crollo parziale del grande acero piantumato nel 1768 che non ha retto alla forza del maltempo. «Sotto gli occhi della Commissione federale del paesaggio, che era a Pianspessa proprio quel giorno – ricorda Luca Cereghetti – La nevèra si è presa la sua rivincita dopo il danno».

 

Sono passati ormai due anni da quando tutto è cominciato. A che punto è il progetto? «Dipartimento del Territorio e Dipartimento delle finanze e dell’economia hanno esaminato l’incarto e, a fine settembre, hanno preso posizione sui vari interventi che vogliamo attuare – continua Luca Cereghetti –. Essendo Pianspessa un comparto protetto a livello nazionale, per alcuni di questi serve un’autorizzazione federale». Detta in altre parole, «il Cantone è pronto a contribuire finanziariamente su certi interventi, previa accettazione di Berna». Inizialmente attesa per la fine dello scorso anno, la stessa non arriverà prima della metà di febbraio. «Se la presa di posizione sarà favorevole, ancora nel corso dell’anno sottoporremo il progetto per la pista di accesso e per l’estensione della rete idrica ed elettrica. Quest’ultima, di fatto, ci permetterà di iniziare effettivamente i lavori di restauro». Nell’ambito dei lavori di ripristino del sentiero verso la Muggiasca, la Aziende industriali di Mendrisio porteranno l’elettricità fino all’imbocco del comparto. «Toccherà poi a noi occuparci dei 900 metri di tracciato che dividono la strada consortile dal nucleo». A restare aperto è il nodo del Puc del Monte Generoso. «Un ulteriore organo che deve valutare il progetto e che può intervenire per sostenerlo economicamente e grazie al quale potremo rivolgerci a Comuni e Fondazioni».

Il progetto suscita interesse

Nel corso del 2020, la famiglia Cereghetti ha lavorato «per far conoscere il progetto e definire bene i suoi contenuti – continua Luca Cereghetti –. Abbiamo anche presentato una prima proposta del progetto, che andremo ad approfondire, all’Ufficio dei beni culturali». Pianspessa è stato protagonista (con il Parco archeologico di Tremona) delle 27esime Giornate del patrimonio. «Anche se l’appuntamento alle nostre latitudini è poco sentito, e questo è un peccato, sono state duecento le persone che ci hanno visitato in due giorni. A Pianspessa di arriva a piedi: la sensibilità nella popolazione è palpabile e dimostra che c’è un certo interesse per il recupero dell’antico e del territorio». Tutte le informazioni possono essere consultate sul sito www.pianspessa.com o sulla pagina facebook ‘Progetto paesaggio Pianspessa’.

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