Mendrisiotto

Caso Consonni, 'doppiamente innocente'

L'imprenditore canturino, per voce del suo legale, dice la sua dopo il verdetto di assoluzione. 'Il sindacato perché non ha fatto valere le sue ragioni?'

(Ti-Press)
13 novembre 2020
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I tribunali hanno già parlato: sia in primo che in secondo grado il titolare della Consonni Contract di Chiasso è stato assolto dall'accusa di usura; e il verdetto, l'ultimo, è cresciuto in giudicato. Marco Consonni, per voce del suo legale, l'avvocato Flavio Amadò, ha però tenuto a ribadirlo con forza. Anzi, si respinge qualsiasi tentativo di dipingere i fatti in altro modo, pronti a far valere le proprie ragioni nelle sedi opportune. Di più, l'imprenditore canturino, ricorda il patrocinatore, è "doppiamente innocente". Lo è "per non aver commesso i fatti di rilevanza penale che gli sono stati a suo tempo imputati. È innocente perché, come ognuno di noi, è tale in uno stato di diritto in assenza di una sentenza penale che lo condanna".

Del resto, si ribadisce, non risulta che i sindacati abbiano impugnato la sentenza d'appello davanti al Tribunale federale. Quell'Alta Corte, rammenta il legale, che ha richiamato come nel Diritto svizzero "non esistono assoluzioni di 'prima classe' o assoluzioni di 'seconda classe'". E nel caso Consonni, si annota, sono cadute tutte le imputazioni mosse dalla Procura, a cominciare dal reato d'usura dibattuto in aula, che non è, rende attenti l'avvocato Amadò, uno strumento giuridico concepito specificatamente per trattare situazioni in cui contratti collettivi vengono o non vengono disattesi. Di conseguenza, "prevede condizioni di applicazione ben precise", che "non erano manifestamente date, come ampiamente dimostrato a processo dalla difesa con dati statistici e analisi relativa a ogni singolo ex lavoratore".

Il legale di Consonni reagisce altresì alle dichiarazioni del sindacalista Ocst Paolo Locatelli, il quale da queste colonne ha fatto sapere che gli operai lasciano aperta la porta per una causa civile, anche se la strada risulta essere in salita. Non è vero, replica Amadò, che la difesa abbia mai considerato 'indifendibile' la posizione dell'imputato. "È stata invece data dura battaglia proprio sull'assenza di reati penali. Il reato di usura, né altri reati - si rilancia -, sono stati realizzati". Sgombrato il campo, "semmai - fa presente ancora il legale - proprio quanto avrebbe affermato il signor Locatelli, secondo cui si era alla ricerca di un precedente giuridico penale, è la dimostrazione di quanto sia stata fallimentare l'iniziativa". Il sindacato, si annota ancora, era parte al procedimento penale, e di conseguenza rappresentato, "e non si capisce perché, nonostante disponesse di ogni diritto procedurale, nulla abbia intrapreso per impedire quelli che oggi vengono definiti cavilli giuridici". L'Ocst, infatti, si conclude, ha avuto "facoltà di esprimersi - anche mediante reclamo - su ogni atto procedurale compiuto. Buttare ad altri le responsabilità è oggi troppo facile".

 

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