Mendrisiotto

Polizia di Mendrisio, criticità nella comunicazione interna

Il Municipio presenta i risultati parziali dell'analisi affidata a una dottoressa del lavoro a seguito del malessere emerso nell'ottobre scorso

L'analisi della dottoressa del lavoro si avvia verso la conclusione (archivio Ti-Press)
12 giugno 2020
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Sono le criticità nella comunicazione interna “uno dei principali nodi da sciogliere” all'interno del Corpo di Polizia della Città di Mendrisio. Sollecitato da un'interrogazione dei consiglieri comunali del Ppd Davide Rossi e Gianluca Romanini, il Municipio della Città ha fatto il punto sull'analisi affidata a una dottoressa del lavoro per radiografarne lo stato di salute. Un intervento che si è reso necessario a seguito del malessere emerso nell'ottobre scorso. Interrotti per due mesi a causa dell'emergenza sanitaria legata al Covid-19, i lavori sono “in uno stadio avanzato e si avviano verso la conclusione”. Fino a oggi, precisa il Municipio, ci sono state “19 occasioni durante le quali, singolarmente o congiuntamente, tre gruppi si lavoro appositamente costituiti si sono riuniti sotto la conduzione della consulente esterna per approfondire la questione del clima interno”. Ad essersi annunciati sono stati “19 collaboratori, fra personale uniformato e civili”, vale a dire “poco più di un terzo dei collaboratori (attualmente le unità sono 52, ndr)”. Gli altri, sottolinea ancora l'esecutivo, “non hanno ritenuto di rendersi parte attiva, accettando così di fare proprie le conclusioni raggiunte dagli altri”. I gruppi di lavoro si stanno occupando di 'missione, visioni, valori, modello di competenze' e 'interviste individuali di diagnosi-analisi e condivisione di misure efficaci nell'ambito del ristabilimento del clima (toccando tutti i fattori di rischio psicosociale'. Il terzo gruppo, formato dal personale dirigente, è invece dedicato a un'indagine a tutto campo rispetto al focus degli altri due gruppi. L'intervento della consulente esterna, costato fino a oggi 39'635 franchi, “non è da intendersi come un'indagine peritale al termine della quale verrà redatto un rapporto conclusivo. La psicologa del lavoro si è affiancata a tutti i membri del Corpo di Polizia e li sta accompagnando costantemente in un percorso a tappe finalizzato a trovare un clima di lavoro più sereno”.

Ci saranno normative interne

Come anticipato, “una delle principali criticità riscontrate riguarda il tanto vasto, quanto delicato, ambito della comunicazione”. Messi a confronto su svariati temi puntuali, “spesso e volentieri personale dirigente e subordinato si sono trovati in sintonia su svariati aspetti per i quali, fino a quel momento, sembrava regnare distanza”. Casi che portano il Municipio a concludere che “la comunicazione tra le parti non è stata dell'efficacia auspicata”. Oltre alle difficoltà del comunicare, nel caso specifico devono essere considerate “le peculiarità dettate da un'organizzazione paramilitare di una certa grandezza e, di conseguenza, strutturata su più livelli gerarchici”. Da qui l'importanza “che ogni singolo anello della catena di condotta sappia mettere in campo, oltre alle conoscenze tecniche richieste dalla specifica funzione, anche approfondite capacità relazionali e di dialogo (oltre che autorevolezza)”. E questo “in forma bidirezionale, ovvero sia nei confronti dei superiori, che dei subordinati”. L'esecutivo evidenzia inoltre che “non sono mancate segnalazioni di natura orizzontale tra collaboratori parigrado”. A emergere in questi casi sono state “problematiche attinenti a un altro tema cardine: l'allineamento ai valori e alla missione di un Corpo di Polizia moderno”. A questo si aggiunge “la capacità di tenersi al passo coi tempi, anch'essa di principio peculiare alla singola persona: è noto che le giovani leve soffrono meno il cambiamento rispetto ai colleghi più maturi”. Grazie al lavoro della consulente esterna, “si possono intravvedere segnali confortanti che indicano una maggiore conoscenza e capacità di comprendersi tra dirigenza e collaboratori, nonché una rinsaldata condivisione dei valori e della missione del Corpo di Polizia”. Il Municipio spiega che “è emersa in modo chiaro la volontà di fare in modo che quanto risulterà al termine dei lavori venga onorati giornalmente da tutti, senza eccezioni di sorta”. Il tutto “nell'ottica della definizione di una serie di normative interne, nonché conseguenze per chi non le rispetta”.

I passi precedenti

A fare emergere il malessere erano stati una serie di comportamenti oltre i limiti del normale rapporto tra ufficiale e subalterno, un licenziamento in tronco e l'apertura di una quindicina di inchieste amministrative (una di queste, come noto, ha interessato anche un membro del Comando). Nel corso dei mesi, come conferma il Municipio di Mendrisio, oltre alla creazione di una nuova funzione nell'organigramma della Polizia, ci sono stati spostamenti di personale sia interni alla Polizia che tra dicasteri. Spostamenti “ampiamente discussi e concordati” ed effettuati “con il benestare” dei collaboratori. Le procedure amministrative “sono concluse ma le rispettive decisioni non sono ancora cresciute in giudicato”. L'esecutivo ricorda e conclude che si tratta dello “strumento formale per appurare al meglio fatti di dubbia liceità, dando la possibilità a entrambi di esprimersi e produrre tutte le motivazioni ritenute opportune a sostegno delle proprie tesi. Le sanzioni che ne potrebbero scaturire hanno un ruolo in primis rieducativo, mirando a far comprendere alla persona oggetto dell'inchiesta gli errori commessi, nella viva speranza che non vengano reiterati”.

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