Mendrisiotto

Le Processioni di Mendrisio entrano nell'era digitale

La Fondazione è pronta per la prima edizione targata Unesco (e anche a reclutare volontari online). Tre guide e due progetti per le scuole

La tradizione continua a vivere, sotto svariate forme (Ti-Press)
19 febbraio 2020
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Secolari e contemporanee: le Processioni della Settimana Santa di Mendrisio sanno attraversare il tempo che passa. E proprio il loro essere tradizione vivente ha spalancato le porte del patrimonio culturale immateriale dell’umanità. A renderle uniche i quadri di luce – i Trasparenti – che illuminano le rappresentazioni del Giovedì e del Venerdì santi. Citate fin dal 1’600, non temono, però, l’era digitale. Tant’è che quest’anno, in coincidenza con la prima edizione targata Unesco, figuranti e aspiranti partecipanti potranno annunciarsi via posta elettronica. Basterà inviare una e-mail a volontari@processionimendrisio.ch e si sarà parte di un evento storico: scolari, studenti e adulti.

«Nel 2020 siamo alla versione 1.0», annuncia il presidente della Fondazione Processioni storiche Gabriele Ponti. L’orgoglio del riconoscimento, del resto, carica di responsabilità gli organizzatori. «Ci mette un po’ di pressione – ammette –: ci dà l’onere di tramandare, preservare e innovare queste tradizioni viventi». L’impegno, ribadisce, è quello di riuscire a «far parlare di Processioni tutto l’anno e di appassionare la gente». E allora, si sa, è importante coltivare la passione fin da piccoli. Da qui la sfida raccolta da tutti gli attori in campo e l’alleanza stretta con la scuola. Un’intesa che si è rivelata particolarmente feconda, con due pubblicazioni-guida – diventate di recente tre a vantaggio dei più piccoli – e altrettanti progetti didattici, che potrebbero uscire dai confini scolastici cittadini (questo, almeno, è l’intento). Nessuno nasconde (per primo il presidente) che accanto allo spirito divulgativo c’è la speranza di ‘arruolare’ giovanissimi volontari: sono centinaia, infatti, le persone coinvolte ogni anno nelle Processioni.

Trentamila iscritti in 40 anni

Sino ad ora ci pensava Mario Tettamanti, custode (oggi in pensione) all’istituto scolastico comunale nonché responsabile del Venerdì santo, che gli alunni andava a contattarli quasi uno ad uno. Da uomo della scuola sa bene che gli insegnanti sono un ‘gancio’ formidabile. «Le premesse fanno ben sperare – dice fiducioso –. In ogni caso in questi anni mi sono tolto delle belle soddisfazioni. Negli armadi, a testimoniarlo, vi sono 30mila nominativi di piccoli volontari reclutati in 40 anni. E fra loro – tiene a far sapere – anche quelli degli attuali docenti, di ex alunni adesso genitori, magari andati all’estero per lavoro, che, rientrati, iscrivono i loro figli, o ancora di bambini islamici, che anno dopo anno rinnovano la loro presenza, espressione di classi sempre più multietniche, approcciate con la giusta sensibilità». Perché alla fine le Processioni e i Trasparenti trasmettono cultura. «Il nostro patrimonio ci rende riconoscibili – osserva Nadia Lupi, direttrice dell’Organizzazione turistica regionale (Otr) –, e le Processioni restituiscono anche l’opportunità, non a caso, di fare del turismo intelligente e di qualità che lascia una traccia nel territorio».

‘Quando si lasciavano i lampioni erano sul prato’

«Proseguire l’enorme lavoro fatto in questi anni da Mario Tettamanti sarà, certo, difficilissimo – riconosce Ponti –: da un po’ ci interrogavamo su come poter sostituire una figura così importante, artefice, lui stesso, di una evoluzione nelle modalità di reclutamento dei volontari. Ma la società cambia e anche la tradizione gradualmente si trasforma». Sono lontani, insomma, i tempi in cui, come ricorda lo stesso presidente, bastava sistemare i lampioni sui cavalletti, lì nel prato di San Giovanni, e attendere che i partecipanti, per moto spontaneo, venissero a prenderli. Compenso: 50 centesimi per uno piccolo, 1 franco per uno grande. «Oggi – ribadisce – dobbiamo essere noi a proporci».

I Trasparenti e la matematica

E quali veicoli di diffusione migliori se non le guide a misura di ragazzi e il contatto diretto. Tutto, fa memoria Ponti, è nato dalla creazione di un Gruppo di lavoro legato alla scuola, deciso a rivolgersi ai bambini dalla materna alle medie superiori. E sempre in questo gremio si è sentita la necessità di realizzare una pubblicazione adatta agli allievi da i 3 ai 7 anni. Base ‘Racconto di una notte’ di Mauro Paolocci, Anna Rossi Bernardi e Sibilla Sassi hanno curato un’edizione per i piccoli. «L’idea dei docenti è stata quella di arricchire l’operato di Mario Tettamanti e di stimolare gli alunni della scuola dell’infanzia, avvicinandoli alla storia delle Processioni e dei Trasparenti», spiegano. Codice le illustrazioni, parole semplici e la mascotte dell’Otr Morsetta. «La speranza è che pure i più piccoli guardino con occhi diversi questa nostra tradizione». Il libretto sarà distribuito nelle classi dell’istituto cittadino e inviato, con il racconto originario e la guida firmata da Anastasia Gilardi, ai maestri delle sedi del Mendrisiotto e Basso Ceresio.

La Fondazione sta facendo breccia poi attraverso altri due progetti didattici. Il primo, destinato alle prime e quarte medie della Città, porta sui luoghi delle Processioni e apre le porte del Museo del Trasparente. Il secondo, grazie a un’intuizione di Tettamanti e Beatrice Poma, ha ideato la matematica dei Trasparenti. Si fa la conoscenza dei quadri luminosi, dalle forme diverse, calcolandone area e perimetro. L’entusiasmo per le Processioni fa anche questo.

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