Mendrisiotto

Terza corsia: ‘O l’A2 va in galleria o niente’

Commissione dei trasporti e Comuni pronti a sottoscrivere l’ampliamento. Ma solo a certe condizioni. Rigamonti: ‘Ne va del territorio’

Si spera in un altro scenario (Ti-Press)
15 gennaio 2020
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L’orizzonte temporale (per la Confederazione) è quello del 2040. Il potenziamento dell’A2 fra Lugano sud e Mendrisio lo si colloca da quelle parti. La misura, però, fa già discutere da qualche anno: nel 2019 ha contribuito a infiammare la campagna elettorale per le Cantonali, per lo meno qui nel Mendrisiotto. Oggi che si ragiona ormai su due variabili, le autorità locali hanno capito che la posta in gioco va oltre la terza corsia dinamica (quindi da aprire, alla bisogna, nei momenti di forte traffico) immaginata per il tratto meridionale dell’autostrada. Sta tutto in un paio di sigle, un po’ criptiche: 4/1 e 4/2. Si sono ribattezzati così i due progetti oggi sul tavolo. Consapevoli che Berna è disposta a investire nell’operazione – che include pure l’ampliamento delle gallerie del San Salvatore e di Maroggia – un miliardo di franchi, le autorità locali sanno già qual è la loro soluzione preferita. Commissione regionale dei trasporti del Mendrisiotto e Comuni del comprensorio ‘votano’ per la ‘busta numero due’. Dentro c’è un intervento, un po’ più caro, ma dalle grandi potenzialità. I dettagli? Ancora ‘top secret’. Da Ustra, l’Ufficio federale delle strade, è difficile saperne di più. Sul dossier al momento, ci informano, sono ancora in corso trattative riservate con il Consiglio di Stato. Anche se, da nostre informazioni, Ustra propende per la variabile ‘uno.’ Non ha problemi a sbilanciarsi, invece, il presidente della Crtm, Andrea Rigamonti.

«La messa a punto del progetto definitivo sta giungendo alle sue battute conclusive – conferma a ‘laRegione’ Rigamonti –. Si tratta ora di definire quale tracciato portare all’attenzione della Confederazione in vista del prossimo Programma di sviluppo strategico della rete autostradale. In ogni caso, da parte nostra (e dei Comuni, ndr) il 4/2 è il solo progetto che siamo disposti a sostenere. Se si andrà nell’altra direzione, non entreremo nemmeno nel merito». Del resto, quella del Distretto sarebbe una scelta a ragion veduta. «Il punto, in effetti, è che uno studio commissionato dallo stesso Ufficio federale ci dice che l’opzione migliore è il 4/2». E qui Ustra nel Mendrisiotto sfonda una porta aperta. «Anche dal nostro punto di vista questa seconda soluzione è molto interessante – ribadisce il presidente –. Certo ci aspettiamo che anche gli altri enti coinvolti facciano la loro parte per realizzare questo progetto. L’obiettivo della Crtm, lo ripeto, è portare la soluzione migliore. Messo questo punto fermo, certo si aprirà il dibattito sul principio del potenziamento o meno dell’A2. Ma prima bisogna definire quale via si intende percorrere».

Cosa fa della 4/2 la variante preferita? «Gli argomenti sono diversi. Una corsia dinamica lungo l’A2 e, di pari passo, la realizzazione del tracciato della strada cantonale, che collega Melide a Grancia, in modo tale da sgravare ulteriormente Morcote, Figino e anche Paradiso, oltre alla creazione di due nuovi semisvincoli – uno a Grancia e uno a Melano –, così da alleggerire i Comuni toccati dal traffico parassitario. Molto interessante, poi, è la costruzione di due canne che dal Ponte diga di Melide bypassano Bissone». Il che significherebbe mettere l’autostrada in galleria. «Infatti, l’A2 uscirebbe a metà del paese di Maroggia, che ne avrebbe, quindi, un beneficio», ribadisce Rigamonti. Di fatto, pensando ai piani del Cantone di ‘scansare’ il Borgo sul Ceresio – spostando il percorso della strada cantonale (cfr. ‘laRegione del 4 aprile 2019) –, se ne ricaverebbe un doppio aggiramento. «C’è dell’altro: la proposta insita nel progetto che più ci ha convinto prevede di traslare la strada cantonale che corre lungo il lago e taglia gli abitati su una delle due carreggiate dell’attuale A2. Di conseguenza, così facendo si dà modo di recuperare lo spazio oggi occupato dalla Cantonale e trasformare l’area a lago tra Bissone e Maroggia in una bellissima e preziosa zona di svago, senza l’ombra di un’auto». E d’altro canto del cantiere non si sprecherebbe nulla: il materiale cavato nel forare la montagna e realizzare le due gallerie, sarebbe utilizzato per l’intera riqualifica a lago (da Capolago)». Vi è, però, un altro aspetto che ha conquistato il Distretto. «Qui c’è ancora da lavorare – spiega Rigamonti –, ma si è pensato alla possibilità di creare un nodo intermodale in zona Melide, sfruttando anche la via d’acqua. Guardando avanti, si potrebbe contare su una autostrada coperta e su un nodo di interscambio fra rotaia e gomma in direzione di Morcote e Grancia e via lago verso Lugano». Resta la questione di fondo: la terza corsia non piace a tutti (vedi ‘Il dibattito’ sotto). «Capisco chi si dice contrario alla terza corsia. Ma l’alternativa qual è? Mantenere lo statu quo per i prossimi 40 o 50 anni. Fra questo scenario e un progetto che permette di recuperare territorio e fruibilità e, d’altra parte, mette alfine l’A2 in galleria e libera i comuni, scelgo il secondo». Se poi si aggiunge (Rigamonti ci spera), l’attitudine viepiù spiccata verso una mobilità elettrica, ecco che il Mendrisiotto potrebbe (forse) tirare davvero il fiato.

‘Cambiamo tracciato all’autostrada’

Che lo si guardi da nord o da sud, il tratto meridionale dell’autostrada andrebbe modificato. Così è, almeno, agli occhi di alcuni politici locali. A riportare d’attualità la visione di una A2 meno in conflitto con il territorio è stato, di recente, il progetto tratteggiato da Elena Fontana (cfr. ‘laRegione’ dell’8 gennaio). L’architetto ha presentato alle autorità del Basso Mendrisiotto (Chiasso in testa) una prospettiva diversa: ‘basterebbe’ spostare l’arteria nazionale sull’altro versante della cittadina di confine, nell’area del Penz, e metterla in galleria, recuperando così spazio alla qualità di vita.

L’idea è condivisa anche da tre deputati del Ppd – Maurizio Agustoni, Giorgio Fonio e Luca Pagani –, i quali in una mozione depositata ieri davanti al governo chiedono di guardare oltre. Il piano andrebbe ampliato, suggeriscono, “nel senso di valutare una copertura (parziale) dell’A2 almeno fino a Mendrisio”. Fattibile? “Il progetto – riconoscono nell’atto parlamentare – è certamente ambizioso, ma va considerato che il Mendrisiotto è confrontato da decenni a una situazione insostenibile sotto molti punti di vista (salute, mobilità ecc.), per cui una modifica o una copertura (parziale) del tracciato dell’A2, con il conseguente beneficio in termini ambientali e di paesaggio e il recupero di spazi verdi da dedicare ad attività di pubblica utilità, merita di essere approfondito con serietà e determinazione”, insistono rivolti al Consiglio di Stato.

A questo punto la richiesta rivolta al Cantone dai tre granconsiglieri popolaridemocratici è esplicita, quanto l’invito a coinvolgere – “eventualmente” – le autorità federale e locali: “Farsi promotore di uno studio che valuti diversi scenari in merito al tracciato dell’A2 da Chiasso e Mendrisio, che preveda – si legge nella mozione – in particolare circonvallazioni e anche coperture parziali, e valuti le relative opportunità, sia in termini ambientali che di mobilità e recupero di spazi, e i costi”.

Il proverbiale sasso nello stagno è stato lanciato. Adesso la parola passa all’autorità cantonale, sullo sfondo il progetto della terza corsia dinamica.

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