Mendrisiotto

Capolago, 'zona sensibile': distaccamento pericoloso

Tre tonnellate di masso si staccano dalla montagna e finiscono contro un parapetto. A pochi metri dalle case dove nel 2016 la neve pulita sulla A2 sfondò un tetto

Operai al lavoro per spaccare il masso prima della rimozione
7 settembre 2019
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Due fenomeni di natura completamente diversa, ma sempre la medesima paura. Quella, per intenderci, che si prova quando avviene un evento che poteva avere conseguenze ben peggiori. Ancora una volta, nel mezzo, i proprietari delle case che si situano a valle del viadotto autostradale del Generoso, in territorio di Capolago. Questa volta, fortunatamente, almeno l’ultimo parapetto ha retto l’urto. Mercoledì mattina attorno alle 4, infatti, un grosso boato ha svegliato gli abitanti di quel nucleo di case. La causa? Ben presto individuata: dalla montagna si è staccato un grosso masso, di circa due metri cubi di volume per un peso stimato attorno alle tre tonnellate. E la sua corsa, come detto, si è fortunatamente fermata contro un parapetto della strada di servizio che corre sotto il viadotto. Fermato, sì, ma a poche decine di metri dalle abitazioni. Senza il manufatto, insomma, il bilancio del distaccamento sarebbe potuto andare ben oltre il ‘solo’ danno materiale e il grosso spavento. Qualche ora dopo l’evento, erano già numerose le persone presenti sul luogo: dalla polizia al geologo, dagli operai del Consorzio manutenzione arginature del medio Mendrisiotto a quelli dell’Ufficio tecnico comunale della Città. La zona, d’altronde, si sa, è sensibile. La conferma arriva anche dal sindaco (e capodicastero ambiente) Samuele Cavadini, il quale, da noi contattato, ci spiega che «sono ancora in corso delle verifiche per capire da dove si sia staccato il masso». Fondamentale, dunque, capire se il masso fosse già pericolante o se invece si è staccato senza preavviso. «Per fortuna – sottolinea Cavadini – le protezioni hanno tenuto, nel senso che quelle più a monte sono state scavalcate, ma il muro che c’è sulla strada l’ha bloccato».

‘Zona costantemente monitorata’

Ora che la roccia è stata rimossa, restano da sistemare i danni e fare i conti con il futuro. In tal senso, rassicura ancora una volta il sindaco, «sono ancora evidentemente in corso delle verifiche. Poi, se del caso, saremo noi i primi ad attivare eventuali altre perizie o rapporti per capire se è tutto a posto». Da queste risultanze si capirà il reale bisogno di mettere mano alla zona e, nel caso, «quando, come e con che misure». A Capolago, come nella zona delle Cantine a Mendrisio, si sa, non è la prima volta che bisogna far fronte alle bizze della natura. E proprio per questo l’attenzione è costantemente ai livelli opportuni: «È una zona conosciuta, costantemente monitorata». E con le analisi in corso si arriverà a capire «se bisogna migliorare le infrastrutture di protezione». Come anticipato, seppur con due fenomeni totalmente differenti, il sentimento di paura è tornato negli abitanti di via Calchera a Capolago. Là, dove nel marzo del 2016, attorno a mezzogiorno, un ammasso di neve era caduto sul tetto di un’abitazione, sfondandolo. Incidente che, fortunatamente, non aveva causato feriti ma (anche in quell’occasione) solo danni materiali. Era il 5 marzo e un’abbondante nevicata si era presentata nel Mendrisiotto. Diversi centimetri di neve che avevano così richiesto l’intervento degli spazzaneve sull’autostrada. All’altezza del viadotto, però, per negligenza, uno degli automezzi aveva riversato la neve oltre la carreggiata, facendola piombare sul tetto della casa sottostante (vedi ‘laRegione’ del 7 marzo 2016). Ottantamila franchi di danni materiali e, per fortuna, nessuna conseguenza fisica.

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